Eroi di tutti i giorni

Data: 01/12/11

Rivista: dicembre 2011

“ – Se volessi anche tu ci hai la tua casa. Di là c’è apposta il letto per te. – No! – rispose ‘Ntoni. – Io devo andarmene. Là c’era il letto della mamma, che lei inzuppava tutto di lacrime quando volevo andarmene. […]” (Cit. I Malavoglia di Giovanni Verga)

Anche io, come ‘Ntoni, sono andata via. Mi sono trasferita definitivamente a Mondovì nella Primavera del 2010, dopo una sofferta separazione e una convivenza disastrosa. I primi tempi avevo preso una camera presso le suore Francescane, poi con il passare del tempo, sono riuscita a prendere in affitto un alloggio.

Spesso la mia giornata di lavoro in ospedale era (ed è) particolarmente dura; in Medicina Generale ci si prende cura di molti pazienti anziani, giovani, devastati da patologie incurabili. Il mio ritorno a casa non era mai dei più felici, anche se continuo a sposare l’ottimismo, la grande forza di volontà e la determinazione, condite da un sorriso sempre acceso. Non ho mai perso la speranza nel futuro, malgrado da giovane donna, io viva, in parte per scelta, una solitudine di fatto, lontana e non solo metaforicamente dalla famiglia, dai figli, dagli amici, da tutti.

Non mi è mai mancata, però, la voglia di dar voce a quanti si battono per il riconoscimento di diritti basilari oppure la volontà d’essere portavoce di chi lotta contro i pregiudizi, l’emarginazione. Ho sempre cercato di sostenere chi ha il diritto di affrancarsi nella ricerca di una vita piena e normale anche con il disagio di una malattia o di limitazioni fisiche.

Un singolare “megafono” mi è stato messo a disposizione nell’estate del 2010 dalla rivista Pro.di.gio di Trento che cercava giornalisti volontari per continuare a far vivere un giornale portavoce di temi sociali e di problematiche riguardanti la disabilità.

Con Giuseppe Melchionna, presidente dell’Associazione Prodigio, è stata subito intesa.

Ero libera di scrivere e realizzare articoli che potevano dare eco a problemi di emarginazione e indifferenza. Avrei potuto scrivere storie che avrebbero parlato di diritti negati e di disagio. Avrei avuto, soprattutto, la possibilità di raccontare storie di solidarietà, di tenacia, di generosità e di vittoria!

Ho iniziato a scrivere di un uomo che aveva donato se stesso in una missione in Africa e che stava morendo nel reparto dell’ospedale nel quale presto servizio in qualità d’infermiera. Ho raccontato la storia e la scelta di vita, coraggiosa, di un ragazzo distrofico quasi immobilizzato totalmente. Ho incontrato il rappresentante degli atleti del curling in carrozzina; ho realizzato la difficile intervista a un ragazzo disabile che per provocazione ha deciso di donare il suo seme.

Mese dopo mese, io che giornalista non sono, ho iniziato a realizzare germogli di articoli intervistando ora il sindaco paraplegico del comune di Mondovì, un giovane uomo che lotta contro la distrofia muscolare, l’inventore di una nuova carrozzina.

Storie intense, uniche, mai comuni e incredibilmente realistiche. Ognuno di questi straordinari personaggi si sottoponeva all’intervista con la semplicità e l’umiltà dettate dal loro bagaglio d’esperienza, di sofferenza, di riscatto e tenacia.

Mi sorprendevo di ciò che riuscivo a raccontare, quando dalla mia penna venivano fuori spaccati di vita di persone disabili, di amici o di gente conosciuta per caso. Sono affiorate storie emozionanti, dal significato profondo, di una intensità unica.

L’avere avuto l’occasione di realizzare questi articoli mi ha dato anche la possibilità di incontrare tante persone straordinarie come Danilo Destro, Piero Balconi, Enrico Audisio. Alcune le ho sentite soltanto telefonicamente come Paolo Badano, Gabriele Viti; altre, purtroppo ho avuto la possibilità di leggerli solamente per via e-mail come il dott. Claudio Imprudente.

È stato commovente, invece, raccontare la storia di un amico che ci ha lasciato da poco ma che ha dato umanità e concretezza all’Associazione Monregalese della quale faceva parte: Associazione Rainbow.

Questa raccolta di articoli termina con il divertimento che immaginiamo diano gli spettacoli di Tarek, il clown a rotelle.

Tutto ciò è voluto per sfatare il luogo comune che disabilità voglia dire tristezza, pietismo, commiserazione. Al contrario, le vite straorinarie che racconto sono esempi di serenità, di speranza e di buona volontà.

Tarek, il clown intervistato, è uno dei tanti esempi che testimoniano il fatto che la disabilità fisica è solo un’espressione del corpo, della quale la mente riesce ad essere esente.

I racconti di vita che leggiamo testimoniano tutte e inequivocabilmente la serenità dello spirito e della mente anche dentro un corpo con delle limitazioni.

Recensione libro

Ops… ho scordato la disabilità a casa

L’idea del libro: Ops… ho scordato la disabilità a casa nasce dal desiderio di voler raggruppare degli articoli scritti per la rivista pro.di.gio. di Trento (Associazione Prodigio Onlus). “La normalità non esiste, esiste una moltitudine di diversità” (cit. David Anzalone, Zanza). È questo il messaggio che si riesce ad estrapolare dalle righe di una raccolta di interviste, realizzata per far conoscere la vita straordinaria di persone disabili comuni, tra le quali tanti cuneesi, a noi vicini, ma lontani, quando non riflettiamo sulle loro incredibili potenzialità. Questi articoli raccontano le vite straordinarie di persone con disabilità. Persone uniche e dalle potenzialità illimitate.
Disabili che possiamo definire eroi del nostro tempo, poiché capaci di vivere delle vite dinamiche pur nel disagio di un Handicap. Persone impegnate nella vita politica, nell’imprenditoria, nello sport, nello spettacolo che “dimenticano” la loro disabilità e lottano ogni giorno con coraggio contro pregiudizi, barriere mentali e architettoniche, leggi inapplicate, retaggi mentali.
Edito dalla Casa Editrice Primalpe di Cuneo “Ops…ho scordato la disabilità a casa!”

Dorotea Maria Guida si presenta..

Dorotea Maria Guida, che gli amici chiamano semplicemente Mary, nasce a Palermo nel 1972. Ha due figli, Giovanni e Martina.
Nel 1995 si diploma come infermiera professionale e nel 2000 inizia a lavorare in un ospedale della provincia di Cuneo. Nel contempo collabora con alcune community on-line che si occupano di problemi di disabilità.
Il lavoro e il volontariato le fanno prendere coscienza dei problemi sociali e di quelli relativi alla disabilità che saranno il tema principale dei suoi scritti.
Nel Giugno del 2008 a Ferrara, con “Lettere dell’AlfaBeto”, vince il primo premio Narrativa de Variabile2008, disabilità oltre le barriere. –
Nello stesso anno pubblica: “Diversa/Mente…Abile” con un editore on-line.
Nella Primavera del 2010 si trasferisce a Mondovì (CN) e a settembre dello stesso anno inizia una collaborazione con la rivista “Pro.di.gio” di Trento dell’omonima Associazione Onlus.
I suoi articoli vengono ripresi da www.Superando.it e da numerosi siti locali e del settore.
È in corso di pubblicazione con la casa editrice Primalpe di Cuneo il suo secondo libro dal titolo: “Ops… Ho scordato la disabilità a casa!”

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