Sentiamo spesso e ormai ci è familiare l’argomento sulla strage del sabato sera. Telegiornali, giornali, siti internet vengono affollati da tragedie a bordo di macchine e moto. Ma non ci fermiamo ancora abbastanza a riflettere sul tema, non abbiamo ancora aperto gli occhi, non facciamo ancora niente per risolvere questo grande problema.
L’articolo 230 del codice della strada si chiude con questa disposizione: “Allo scopo di promuovere la formazione dei giovani in materia di comportamento stradale e della sicurezza del traffico e della circolazione, nonché per promuovere ed incentivare l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto predispongono appositi programmi, corredati dal relativo piano finanziario, da svolgere come attività obbligatoria nelle scuole di ogni ordine e grado, ivi compresi gli istituti di istruzione artistica e le scuole materne, che concernano la conoscenza dei princìpi della sicurezza stradale, nonché delle strade, della relativa segnaletica, delle norme generali per la condotta dei veicoli, con particolare riferimento all’uso della bicicletta, e delle regole di comportamento degli utenti, con particolare riferimento all’informazione sui rischi conseguenti all’assunzione di sostanze psicotrope, stupefacenti e di bevande alcoliche.”
La nostra Associazione con il “Progetto Scuola” sta facendo la sua parte. Siamo andati in diverse scuole di Trento e Rovereto; siamo entrati in varie classi con giovani dai 12 ai 18 anni e abbiamo cercato di sensibilizzare i ragazzi sul tema della sicurezza stradale aiutandoci con la testimonianza del Presidente Giuseppe Melchionna, con le tristi statistiche e con una breve informativa sull’uso di alcool prima e durante la guida.
Durante le nostre “lezioni di sensibilizzazione” ho osservato tanti sguardi diversi; ragazzi e ragazze che sono rimasti davvero sconvolti, non solo per il fatto di vedere un uomo in carrozzina ma perché alla fine di ogni incontro capiscono che alla guida bisogna prendere le adeguate precauzioni, perché sulla strada non siamo soli e tante volte nemmeno in macchina. Non c’è quindi solo la nostra vita in gioco ma anche quella degli altri e sappiamo anche che nemmeno per i colpevoli il peso di una vita sulla coscienza non è facile da sopportare. Se un uomo che ha provocato una strage della strada guidava oltre il limite di velocità o con un alto tasso alcolemico, oppure non rispettava il codice della strada, non può nascondersi dietro una scusa. Qui si tratta di incoscienza e irresponsabilità non di incidente!
Come volontaria sono contenta del lavoro svolto da Prodigio, e lo sono ancora di più quando leggo “le e-mail dei ragazzi ringraziandoci per l’incontro. Come non menzionare Debora che ci scrive: “Ringrazio Pino che ci ha fatto cambiare la nostra mentalità riguardo l’alcol e sulla sicurezza stradale”, oppure Denise “Sono stata contenta di questo intervento e ho riflettuto molto anche con i miei genitori”. In effetti è proprio questo lo scopo del progetto, far riflettere i ragazzi in tempo, prima che compiano il diciottesimo anno e che possano commettere un errore irrimediabile alla guida.