Finanziaria 2007

Data: 01/12/06

Rivista: dicembre 2006

Tutti gli anni assistiamo all’oramai classico tormentone di fine anno sulla Legge Finanziaria, necessaria per riportare il livello del nostro debito pubblico entro il 3% del P.I.L. (Prodotto Interno Lordo). Le discussioni sono sempre le stesse, cioè dove tagliare per risparmiare e come trovare i fondi necessari per andare avanti, cercando contemporaneamente di mettere in accordo parti sociali, sindacati, industriali, artigiani, esigenze dei Ministeri, impegni presi con l’Unione Europea per il risanamento, con i bisogni e le necessità di far fronte ai crescenti problemi del nostro Paese. Il futuro non è roseo, sono sempre più articolati e difficili i problemi che ci troviamo ad affrontare primi fra tutta la mancanza di lavoro e il precariato dei giovani, la crescente povertà, la poca tutela e il poco aiuto verso le fasce più deboli della popolazione. Quest’ultimo è uno dei punti più dolenti, perchè tali difficoltà vanno a colpire maggiormente i non autosufficienti e le loro famiglie. Diversi sono gli emendamenti riguardanti tale materia che il Parlamento dovrà votare per la nuova Finanziaria, che riguardano la promozione dell’individualità della persona disabile al fine di prevenire e rimuovere le cause dell’emarginazione. Le varie proposte, della legge finanziaria 2007, sembrano concentrarsi principalmente verso la costituzione di un Fondo per le non autosufficienze (art. 198), istituito presso il Ministero della Solidarietà sociale, valido per tutti i tipi di disabilità, in cui sono previsti finanziamenti di 100 milioni di euro per il 2007 e 200 milioni di euro per il 2008-2009. Questo Fondo dovrebbe servire, anche, per: erogare l’indennità di accompagnamento e di comunicazione; potenziare la rete dei servizi e finanziare le prestazioni assistenziali attraverso la realizzazione di progetti individuali per le persone non autosufficienti; concedere contributi per la fruizione di prestazioni sociali ed assegni di cura commisurati alla gravità del bisogno, nell’ambito di quanto stabilito nel programma di assistenz definito in sede distrettuale, allo scopo di garantire assistenza e sostegno ai soggetti non autosufficienti per migliorare la vita di relazione e la comunicazione. La ripartizione degli stanziamenti del fondo sarà effettuata tramite emanazione di un decreto dal Ministro della Solidarietà sociale. All’interno del maxiemendamento, ora passato all’esame del Senato, è stato deciso che una quota del Fondo delle politiche per la famiglia sia destinata annualmente a elargire contribuiti a favore di aziende, aziende sanitarie locali e ospedaliere che applicano accordi contrattuali comprensivi di interventi ed azioni in favore dei lavoratori quali la sostituzione, il reinserimento, l’articolazione della prestazione lavorativa e la formazione degli stessi con figli minori o disabili o con anziani non autosufficienti a carico. Ora si deve solo vedere come, quando e in quale misura sarà applicato quanto descritto.

Altri aspetti della manovra economica sembrano agevolare, almeno in minima parte, le esigenze delle famiglie. Sono previste detrazioni Irpef per carichi di famiglia (art. 3) nella misura di 800 euro per ogni figlio, da aumentare a 900 euro per ciascun figlio di età inferiore ai 3 anni, a cui si aggiungono 70 euro da detrarre per ogni figlio portatore di handicap.

Per quanto riguarda i veicoli, non applicando l’art. 5 comma 19, viene negata ai disabili, il cui stato di “handicap” sia mutato, la possibilità di cedere il proprio veicolo per acquistarne un altro su cui realizzare i nuovi adattamenti. La proposta prevede che in caso di trasferimento delle autovetture, il cui acquirente abbia usufruito dei benefici fiscali prima del decorso di 2 anni dall’acquisto, debbano pagare la differenza fra l’imposta dovuta in assenza di agevolazioni e quella risultante dall’applicazione delle agevolazioni stesse. In questo punto, si nota lo “stridere” di tale proposta con il principio precedentemente affermato di voler eliminare l’emarginazione sociale e le sue cause, ma limitando la possibilità di movimento e aggiungendo altri oneri, spesso non sostenibili, non si ottiene forse l’effetto contrario?

La riduzione del cuneo fiscale prevede che le spese riguardanti i lavoratori diversamente abili siano ammesse nella deduzione per la determinazione dell’Irap (art. 18 comma 4). Non è specificato a chi andranno principalmente i benefici e in quale modo verranno applicate tali deduzioni.

In ambito scolastico, nella manovra finanziaria si parla di un progressivo superamento del parametro di 1 a 138 del rapporto tra alunni e insegnanti di sostegno; per individuare il numero di studenti diversamente abili aventi effettivamente diritto al sostegno scolastico attraverso verifiche tra banche dati delle Asl e degli uffici scolastici regionali (art. 65). Inoltre, viene definito, in via sperimentale per il triennio 2007-2009, il finanziamento e la promozione di progetti degli istituti d’istruzione scolastica secondaria di 1° e di 2° grado per l’abbattimento delle barriere architettoniche e/o l’adeguamento delle strutture alle vigenti disposizioni in tema di sicurezza e igiene del lavoro (art. 68 comma 4). Finalmente si pensa a bambini e ragazzi. Però la mancata indicazione della cifra ivi destinata non fa sperare molto in un miglioramento della possibilità di accesso alle strutture scolastiche.

Per l’istituzione del fondo in favore dell’editoria per ipovedenti e non vedenti e per il restauro, la conservazione e la valorizzazione dei beni culturali, è stato devoluto l’importo di 10 milioni di euro per il 2007 (art. 263 comma9). Altra incongruenza, cosa c’entrano i beni culturali? A mio parere erano forse meglio 2 fondi completamente separati, in modo da conoscere l’ammontare esatto destinato a entrambi, senza penalizzarli. Mentre, così facendo non si sa chi usufruirà della maggior parte dei fondi.

In ultima, la decisione d’inserire un contributo di 2,5 milioni di euro per il 2007-2008, che salirà a 3 milioni di euro nel 2009, destinato al CIP (Comitato Italiano Paraolimpico) da utilizzare per lo sviluppo della pratica sportiva di base ed agonistica. La cifra riconosciuta al CIP, è decisamente maggiore rispetto a quanto destinato prima, ma è sempre minore rispetto a ciò che serve davvero, prime fra tutte strutture sportive adatte e personale specializzato, che dovrebbero beneficiare di fondi appositi.

Le proposte ci sono, ora resta solo da verificare quali rimarranno dopo l’approvazione della finanziaria e se saranno applicate nel migliore dei modi.

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