Talvolta chi redige un articolo viene inconsciamente coinvolto in un meccanismo di autoreferenzialità: il suo punto di vista è traslato su un binario soggettivo e si trova a portare avanti un discorso ampiamente influenzato dal suo ruolo e dal contesto in cui opera.
Ebbene, questo è uno di quegli articoli.
Non può passare inosservato, come credono i suoi fruitori, l’organismo che in questi anni si è alimentato, crescendo in sordina, tra le pagine web di Prodigio: il forum www.prodigio.it/forum.asp.
Nato come valvola di sfogo, come spazio alla portata di tutti perché tutti potessero usufruirne, a distanza di anni il forum della nostra associazione si è imposto accogliendo e facendo interagire persone ed esperienze.
Per far capire ai non addetti ai lavori di cosa si sta parlando si potrebbe specificare che si tratta di una “piattaforma comunicativa online sul disagio sociale”: in realtà tale definizione svela pochissimo del marasma di emozioni, relazioni e traumi che il contenitore “forum” racchiude.
C’è chi ha subito violenze sessuali durante l’infanzia, c’è chi le violenze se le sta procurando autonomamente per alleviare il dolore nell’età adulta, altri ancora cercano consigli perché non sanno come trattare una persona cara che, ad un occhio esterno, sembra rasentare la pazzia.
Non sono solo richieste d’aiuto o appelli, ma si tratta di una vera piazza in cui la gente, con tutta la pacatezza possibile, si confronta quotidianamente: la forza del forum risiede nella grande partecipazione e trasparenza degli utenti che narrano senza filtri le loro vicende e si scambiano pareri sulle possibili soluzioni, o sulle cause, che hanno dato vita a particolari comportamenti e situazioni.
Le tematiche sono le più disparate: un grande afflusso di commenti rimane incentrato nella sezione dedicata all’autolesionismo e alla sindrome di borderline. Le varie esperienze, raccontate da gente di tutta Italia, per quanto cambino i nomi dei soggetti coinvolti, lasciano spesso emergere dinamiche comuni.
Non è un forum adatto a tutti.
Chi crede nelle fiabe è bene che lo eviti perché con un candore sconvolgente riesce a raccontare storie che lasciano brividi e lo stomaco contorto. Alcune vicende, che siano sulla pedofilia, sull’uso di eroina, sui tagli per non sentire il dolore… sono qui narrate in prima persona e non rimangono un unicum.
L’auditorio che s’è creato non è un pubblico estraneo, un pubblico da sensibilizzare, ma sono colleghi, compagni di sventure che, per vicende traverse, sono giunti al medesimo punto e alle stesse, barbare o apparentemente incomprensibili, esperienze.
I consigli sono mirati e sporadici sono gli interventi di “esterni” che entrano per giudicare: chi solitamente risponde è perché si riconosce nelle vicende descritte.
Per qualcuno che si sente incompreso questo è il terreno giusto per capire che non è trascurato né solo.
Non è esattamente il paese dei balocchi: discussioni che iniziano con “sono stata violentata da bambina”, “autolesionismo”, “metodi per lasciare un borderline”, “chiedo aiuto, sono malato e ho voglia di far male agli altri”…non premettono sicuramente la serenità come filo conduttore.
Ma non è solo pedofilia e sindrome di borderline: si trova anche l’appello lanciato da una ragazza in cerca di consigli perché i genitori sono restii riguardo al suo fidanzamento con un ragazzo in sedia a rotelle. Ultimamente questa discussione “Amare un disabile… amore diverso” sta avendo una nuova cassa di risonanza.
Anche il caso di una ragazza anoressica che inserisce dei pesetti nel reggiseno per non far scoprire alla madre del calo di peso rientra nella varietà di disagi raccolti nel forum.
Ed ancora trapela il candore di un ragazzo che vede i suoi atti di autolesionismo non come un pregio, ma neppure come un difetto, solamente come attività che porta avanti perché gli procura piacere farlo, nonostante ammetta di non trovare cause “concrete” poiché nell’ambito privato tutto procede per il meglio. Una soluzione troppo semplice perché venga accettata dalla morale comune.
Parallelamente ci sono altri personaggi che non se la vivono con altrettanta serenità e sperano di trovar al più presto una soluzione.
Tutti s’improvvisano psicologi di tutti. Perché questo, forse, cercano: non l’aiuto di un individuo solitamente etichettato come “professionista” che tende una pietosa mano dall’Olimpo della conoscenza psichiatrica (e che spesso si rivela fondamentale!): sembra che i net-surfers considerino più apprezzabile e meno invasivo l’intervento di altre persone che già ci sono passate.
La prima impressione che si ha approcciandosi al forum è che si abbia a che fare con gente consapevole ed intelligente.
Le citazioni a testi specialistici non mancano e neppure approfondite analisi psico-comportamentali che si regalano l’un altro: la terminologia utilizzata è specialistica e rivela in controluce la voglia di trovare sia accettazione sociale sia riscontri scientifici ai loro disturbi.
Anche l’atteggiamento adottato dagli utenti non sfocia nella disperazione, ma mantiene un tono moderato che per i non esperti potrebbe apparire incongruo con l’argomento trattato. Come non usare un linguaggio duro, aspro parlando di persone che hanno fatto del male.
Oppure ancora ci si può chiedere leggendo le conversazione cos’è che spinge a non denunciare il proprio stupratore ma, anzi, a giustificarlo anche a costo di arrangiare ragionamenti cavillosi?
Le domande che sorgono non hanno risposte univoche. Tra le poche considerazioni certe che possono venir avanzate è come il forum sia diventato un’ancora di solidarietà per persone dai trascorsi più disparati, che si cercano e si confrontano sicure di poter esser comprese.