Non è semplice trovare uno strumento immediato ed efficace che faccia da intermediario tra le nuove generazioni e la prospettiva della disabilità.
Un mezzo che eviti eccessi di retorica e risulti gradevole l’hanno saputo sfruttare appieno, inconsapevoli della risonanza che avrebbe avuto, due ragazzi: Luca Parisi ed Irene Frascari.
Irene Frascari è una dottoranda del reparto di cardiologia presso l’ospedale Sant’Orsola di Bologna ed opera nell’ambito delle biotecnologie mediche. Oltre alla carriera universitaria dedica il suo tempo all’associazione Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare della sezione bolognese: fa parte infatti del consiglio direttivo.
Luca Parisi, classe 1982, è originario di Rovereto ed attualmente s’alterna tra Arco, Bologna e Ravenna dove frequenta la laurea magistrale in biologia marina. Appassionato di fumetti, ha sviluppato il suo stile personale spaziando da autori famosi (come Charles M. Schulz) a illustratori nostrani (Silver, Bonvi…).
Nel maggio 2011 Luca ed Irene vinsero il concorso per disegnatori e fumettisti “Prestami la tua mano…per il mio sogno” indetto dalla UILDM di Bologna e finanziato dal Centro Servizi per il Volontariato di Bologna VolaBo.
Il progetto ebbe successo: l’iniziativa scavalcò i confini regionali andando a coinvolgere nove ragazzi affetti da distrofia muscolare, nelle veci di sceneggiatori, affiancati da undici fumettisti provenienti da tutto il nord Italia.
Gli interessati si proposero all’associazione e fu compito degli organizzatori combinare, basandosi sul rodato criterio della casualità, le coppie che avrebbero iniziato il sodalizio lavorativo.
Ma di cosa si trattava? Tale iniziativa prevedeva la diretta collaborazione tra illustratori ed associati: le coppie avrebbero lavorato a stretto contatto per realizzare fumetti sceneggiati ed illustrati da loro stessi, sicuri di potersi esprimere con la più completa libertà interpretativa.
Il bando, infatti, non dava direttive specifiche sulle tematiche che la sceneggiatura avrebbe dovuto affrontare ma, sorpresa anche per gli organizzatori!, la maggior parte delle trame toccarono la questione della disabilità, trattandola con tecniche che attingevano allo stile fantasy, al mondo dei manga, alla tradizione dei cartoon…
Emerse così un filo rosso che legava le storie e parallelamente lasciava affiorare anche l’impressione che ci fosse la voglia di sviluppare temi tanto impegnativi presentandoli con una delicata dose di ironia.
Gli organizzatori si prefissarono lo scopo di far interagire gli associati di UILDM con volti nuovi che si rendevano disponibili ad impiegare il loro tempo ed il loro talento per realizzare un progetto comune: raccontare tramite i disegni.
L’intento di base rimase comunque il contatto e il confronto diretto fra le persone, al fine d’instaurare nuove amicizie, mentre la creazione di un fumetto doveva esser relegata al ruolo dello strumento: un pretesto, quindi, per stare assieme.
Lo spirito dell’inclusione, cardine dell’iniziativa, venne perfettamente rispettato se si pensa che furono coinvolti tutti i richiedenti utilizzando anche l’escamotage di far interpretare la stessa sceneggiatura a più artisti.
La storia vincitrice del concorso raccontata da Irene e Luca “L’apparenza inganna”, specifica Irene, deriva da uno spunto offertole dall’esperienza personale: durante le visite da un’amica notò che le sue gatte adottavano atteggiamenti diversi a seconda che si trovassero a fronteggiare una sedia a rotelle elettrica o manuale.
Da quest’osservazione la trama nacque spontaneamente: due gatti diffidenti si trovano alle prese con due ragazze sulla sedia a rotelle desiderose di coccolarli.
Questo è lo spunto iniziale da cui prende avvio la storia. Immediate, fresche ed ironiche le tavole illustrate narrano di un’esperienza in cui ci si può riconoscere, rese con abilità di chi, giocando sugli spunti offerti dallo sketch, s’impegna a non trascurare una sottile verve comica.
Il modello è tanto classico, la personificazione animale infatti già è presente nella Grecia della Batracomiomachia di Omero, in Esopo e in Fedro… quanto contemporaneo: può essere riconducibile ad un Monty di Jim Meddick o alle tavole di un emergente Zerocalcare per quanto riguarda la ripresa dello spunto narrativo dagli scorci offerti dalla vita quotidiana.
Ciò insegna che per quanto possa sembrare banale anche una piccola vicenda apparentemente di poca importanza, nei disegni e nella storia di un autore attento, ha la capacità di riuscire a trasmettere un’informazione inaspettata al lettore.
Sceneggiatrice ed illustratore collaborarono soprattutto tramite mail e telefonicamente confrontandosi spesso e ragionando assieme sia sullo studio dei personaggi sia sulla resa del layout finale. Nonostante i ritmi di lavoro serrati, ricorda Luca, la precisione di Irene e la sua sceneggiatura dettagliata sono state molto d’aiuto per aver un’idea immediata di cosa sarebbe comparso nella vignetta.
Nulla venne lasciato al caso: l’attenzione alla resa del dettaglio è dimostrata dal fatto che lo scambio d’informazioni non si sia limitato all’ambito strutturale, ma anche di resa grafica dei particolari. Ad esempio, per rimanere il più attinenti possibile alla realtà, scelsero di riprendere le sedie a rotelle confrontandone svariate foto per un’accurata proposta grafica.
Dal giorno della premiazione, nel maggio 2011, le tavole dei partecipanti vennero esposte presso l’Ipercoop del Centro Lame di Bologna per un breve periodo: ogni creazione venne affissa su un pannello accompagnato dalla possibilità di sfogliare la storia in formato cartaceo.
Ma l’esperienza non finì con l’esposizione delle opere! Dopo la premiazione l’iniziativa arrivò ad un nuovo livello d’evoluzione: si scelse di lasciare a tutti i partecipanti qualche cosa di personale e concreto che potesse essere un monito ed un incentivo per il progetto. Tutto il materiale fu quindi riunito in un catalogo.
L’uscita della raccolta non passò sotto silenzio, anzi, il progetto “Prestami la tua mano…per il mio sogno” da quel momento ebbe una seconda cassa di risonanza che incentivò il rapporto di collaborazione tra associato e fumettista, offrendo allo stesso tempo una maggior visibilità all’associazione UILDM.
L’originalità dell’iniziativa venne confermata anche dall’articolo de La Repubblica ed anche dall’intervento nel sito del Comune di Roma.
Risultati alla mano s’è dimostrato che rappresentare uno scorcio di quotidianità attraverso i fumetti è una pratica dalle grandi potenzialità comunicative, nonostante la mentalità comune sia solita relegarla ad un ruolo d’intrattenimento.
Inutile calcare sul fatto che lo sfruttamento della tecnica fumettistica a vantaggio di un approfondimento sociale potrebbe essere un canale preferenziale sia per arrivare a destinatari già veterani del mondo della disabilità sia per rapportarsi con persone, soprattutto giovani, senza esperienze dirette con tale settore.
Ad un anno e più di distanza sarebbe produttivo ripensare ad un’evoluzione dell’iniziativa, sicuri d’andare incontro ad un pubblico preparato e, come già ha dato prova, partecipe ed interessato ad affrontare tale questione con un taglio più immediato e, perché no, spensierato.