Siamo giunti così alla quarta puntata della nostra crociata contro il fumo. Le numerose telefonate, le e-mail ricevute, i commenti positivi, a volte divertiti, a volte preoccupati a volte ancora arrabbiati e la recente pubblicazione di dati riguardanti l’allarmante diffusione del fumo tra i giovani (vedi riquadro) ci hanno convinto a continuare su questa strada con ancor maggior determinazione. Questa volta l’articolo ha un “taglio scientifico” visto che parliamo del livello neurologico e psicologico su cui vanno ad agire le sostanze componenti il fumo.
Si ricordino i fumatori che il cervello è come un reattore chimico dove miliardi e miliardi di atomi si combinano in molecole la cui continua modificazione permette di pensare, ricordare, ipotizzare, valutare le informazioni provenienti dall’ambiente, ecc.. Un meccanismo delicato al quale, come per qualsiasi altro ingranaggio, basta l’intromissione di un granello di sabbia per funzionare male, si tratti di tabacco, droga, alcol e altro ancora. Torniamo al fumo con una piccola nota: gli Indios dei Carabi, scopritori del fumo, sono soliti dire: Al loro arrivo in America, gli europei ci hanno portato l’alcol. Noi ci siamo vendicati insegnando loro a fumare. Scambio magnifico di regali, non c’è che dire! Quindi prima accendervi la prossima sigarette… meditate e, con uno sforzo di volontà, riponete l’accendino. Le informazioni pubblicate qui sotto sono un collages di notizie e segnalazioni “pescate” in siti Internet curati da associazioni antitabacco.
Per fronteggiare uno stress prolungato l’organismo produce, attraverso la stimolazione dell’ipofisi, delle sostanze naturali (ormoni) ubicate nelle ghiandole surrenali. Nei fumatori di breve corso è la nicotina che induce l’ipofisi a produrle rapidamente. Sennonché, quando con il susseguirsi dei pacchetti, subentra l’assuefazione è necessaria sempre più nicotina per mettere in circolazione la stessa quantità di ormoni: così, se si fuma di meno, si ha l’impressione di essere più stressati (crisi di astinenza). Dose standard di nicotina per chi è assuefatto: 35-40 milligrammi (un grammo di nicotina è da 5 a 10 volte più efficace nel produrre cambiamenti di umore rispetto ad una uguale quantità di anfetamine).
La nicotina è una droga perché crea dipendenza psichica. A 10 secondi dai primi “tiri” essa raggiunge il cervello dove fa alzare il livello delle sostanze responsabili dell’assuefazione come la dopamina, un “neuro – trasmettitore del piacere”. A questo punto le cellule nervose mandano al cervello un messaggio analogo a quello che inviano le cellule di chi assume eroina, cocaina, anfetamine e alcol: senso di appagamento, di euforia e di soddisfazione. Di solito, la dopamina prodotta viene poi demolita dall’enzima mao-B ma nel fumatore la nicotina interviene ad impedire all’enzima di svolgere il suo compito. Così il senso di piacere si prolunga e quando infine viene riassorbita e si esaurisce, basta fumare ancora per far ricominciare il ciclo perverso.
La differenza tra nicotina ed eroina sta nel potenziale di dipendenza: se infatti la nicotina è più tossica dell’eroina, questa è più coinvolgente perché, oltre agli effetti gratificanti, ha più marcati effetti cognitivo-incentivi rispetto alla nicotina. Il significato emotivo che, attraverso la dopamina assumono gli stimoli, è amplificato con l’eroina.
Il fumo è una forma mimetizzata di suzione, al pari del pollice, della cicca, della bottiglietta di birra, del chewing gum aiuta a contenere l’ansia, al pari di altre droghe, dell’alcol, della discoteca, e persino della famiglia. Il fumo genera anche una sorta di schiavitù dei gesti e delle abitudini (tipiche sono le frasi del fumatore: Se non ho una sigaretta mi sento impacciato, non so dove mettere le mani).
La nicotina è uno dei più rapidi e potenti veleni che si conoscano (contiene benzene, benzopirene, formaldeide, cloruro di vinile e altre sostanze). Ne bastano 60 milligrammi per uccidere un adulto in pochi minuti (una sola sigaretta ne contiene 10 milligrammi) e quindi sarebbero sufficienti poche sigarette per provocare gravi malesseri se l’organismo dei fumatori abituali non si fosse assuefatto a tollerane quantità anche maggiori. Malattie a breve termine: nausea, vomito, aumento del colesterolo, della pressione, degli atti respiratori, delle pulsazioni, dell’acidità gastrica (anche ulcere allo stomaco), della motilità intestinale (diarrea), dell’adrenalina, palpitazioni, tosse, tremori alle mani, restringimento delle arterie…
Malattie a lungo termine: cancro della cavità orale, della gola, dell’esofago, del polmone (questo anche nei fumatori passivi), del pancreas, dei reni, della vescica, dell’utero, bronchite cronica, asma, enfisema, attacchi cardiaci, arteriosclerosi, ictus, ulcera duodenale, varicocele, impotenza, amenorrea, parto prematuro. Probabile accelerazione della caduta dei capelli, maggior rischio di cataratta agli occhi, ingiallimento dei denti, invecchiamento della pelle…
In vista della conferenza di Varsavia tenutasi in febbraio, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il Ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità (ISS) hanno reso noto a Roma alcuni dati sull’uso del tabacco in Italia. Tra il 1993 e il 1999 si è verificato un netto incremento dei fumatori nelle fasce di età 14-16 anni e 17-19 anni. I maschi hanno segnato un incremento del 33% nel primo gruppo e del 26% nel secondo mentre le femmine hanno toccato punte rispettivamente del 70% e del 40%. Se fino a circa 5 anni fa la percentuale dei ragazzi fumatori era superiore di quella delle ragazze, oggi l’andamento di crescita di queste ultime nella fascia 14-16 anni ha subito una vera accelerazione fino a superare la percentuale dei ragazzi fumatori (28% le ragazze contro 24% dei ragazzi). Il maggior incremento di fumatori si registra in particolare tra i 14 e i 16 anni in corrispondenza con il passaggio dalle scuole medie inferiori alle medie superiori.
Ma ci sono anche nuovi rischi per il portafoglio….
I carabinieri dei Nuclei antisofisticazione hanno eseguito in due mesi applicazione della legge antifumo 1.400 ispezioni e accertato 540 infrazioni. Questo in dettaglio il bilancio di gennaio e febbraio reso noto dal Ministero della salute: 628 i controlli in ospedali, 208 in uffici postali, 120 in cinema e teatri, 86 in sale corse, 46 in sale di attesa di aeroporti e porti, 40 in musei, 31 in metropolitane e 19 in sale da ballo. Multate 396 le persone sorprese a fumare sigarette & altro in posti off limits, 130 responsabili di locali per non aver esposto in modo visibile i cartelli di divieto, 10 per impianti di condizionamento non funzionanti o poco efficienti.
Davvero biasimevole il fatto che in assoluto il maggior numero di sanzioni sia stato registrato negli ospedali: 189 multe per divieto di fumo e 29 per la mancanza di cartelli. In valori relativi, primo posto alle sale corse: 86 quelle controllate con 96 multe per divieto di fumo e 13 per mancanza di divieti. Più ridotte le infrazioni in cinema e teatri, 37 i multati: 31 fumatori e 6 responsabili dei locali e quasi assenti in uffici postali, nelle biblioteche e nei musei.