Gattaca parla di un futuro in cui i figli vengono concepiti esclusivamente in provetta, sotto lo stretto controllo di un genetista che modella i caratteri secondo uno standard di perfezione fisica e psichica. Ciò nonostante, esistono ancora pochi individui concepiti “al naturale” quando farlo era ancora considerato qualcosa di accettabile. Questi sono i “non Validi”, i “figlioli di Dio”, esiliati ai margini della società e costretti ai lavori più umili. Tra di loro c’è Vincent Freeman (Ethan Hawke) che fin da bambino ha la passione dello spazio e sogna di visitare nuovi pianeti. Entrando a far parte di Gattaca, rinomato centro di ricerca aerospaziale tutto ciò sarebbe possibile, ma non certo per un non Valido come Vincent. Le selezioni previste per le missioni su altri pianeti sono durissime e ovviamente sono riservate esclusivamente a individui geneticamente validi preselezionati dalla nascita per una simile carriera. Ma Vincent non demorde, la sua passione per lo spazio è troppo grande.
Grazie a contatti illeciti, Vincent conosce un Valido di nome Jerome Morrow (Jude Law). Questo gli cede la propria irreprensibile identità genetica in cambio del proprio mantenimento, dato che a Gattaca la pensione d’ invalidità non è prevista. Jerome è infatti costretto su una sedia a rotelle in seguito a un incidente avvenuto all’estero e pertanto non ancora dichiarato negli Stati Uniti.
È dunque possibile per Vincent cambiare identità genetica? No, non proprio. Si può tuttavia truffare l’ottuso sistema di Gattaca, basato su controlli genetici giornalieri, con minuscole capsule di sangue posizionate ad arte sotto i polpastrelli o con campioni nascosti di urina aderenti alla coscia. Vincent riesce così a entrare nel gruppo di lavoro selezionato per una importante missione interplanetaria. Ogni giorno è sottoposto a test genetici e fisici; nonostante il cuore malandato (alla nascita gli avevano dato 30 anni di vita) riesce brillantemente a superare tutti gli esami, barando esclusivamente sull’identità fisica ma non nelle capacità intellettive e nella forza di volontà. Tra un test e l’altro Vincent riesce anche a trovare il tempo per una love story con Irene Cassini (Uma Thurman), una Valida non così perfetta da partecipare alla missione nello spazio. Sullo sfondo c’è anche il ritratto malinconico di Jerome, il “Valido disabile” che ha prestato la sua identità a Vincent.
Passa i suoi giorni chiuso in un attico a riempire il frigo di campioni del proprio materiale genetico o a sbronzarsi. Ma alla fine anche lui farà una scelta non inscritta nel suo DNA, decidendo il proprio destino. La perfezione di Gattaca è solo genetica, per niente civile o sociale. A dire il vero il potere della genetica sembra ridursi a un grande bluff. Non si creano uomini perfetti (che di per se’ è un ossimoro) ma solo macchine perfette costrette a competere per traguardi stabiliti da terzi.
Questo film prende spunto da quello che in America è una realtà consolidata, il controllo del DNA per fini lavorativi o assicurativi. È convincente per il semplice fatto che non rappresenta una società in cui viene imposto per decreto di concepire figli in provetta. Sono i genitori stessi che si adeguano, prima per moda, poi per convenienza. Un ottimo film di fantascienza dunque perché propone una visione di un futuro possibile in cui la genetica, donando all’uomo il potere (illusorio?) di controllare la vita, finisce per controllare il destino di ogni singola persona.