GIOCHI DI PACE: L’OBIETTIVO È COSTRUIRE

Costruire e non distruggere, questo sarà l’obiettivo di chi si cimenterà nel videogioco “Discovering Diversity – sulle tracce della diversità”. Non un gioco di guerra, ma di pace, che utilizza uno dei linguaggi preferiti dai giovani per educare alla diversità umana.

È stato creato da un gruppo di lavoro composto, per il 50%, da ragazze e ragazzi provenienti da culture e religioni differenti, compresi in una fascia d’età che va dai quattordici ai trent’anni. L’altra metà, invece, è composta da religiosi, rappresentanti delle istituzioni che promuovono il progetto e figure professionali come comunicatori, pedagogisti, esperti di cultura e turismo.

Monsignor Melchor Sanchez de Toca, Sotto-Segretario del Pontificio Consiglio della Cultura, ha dichiarato: “Papa Francesco nella sua enciclica ha rivolto a tutti un invito a costruire una fratellanza umana a partire dalla diversità. Secondo la Scrittura, la Sapienza creò il mondo giocando (Prv 8,32), e solo giocando saremo capaci di rifarlo”.

La trama del videogioco vede come protagonisti alcuni adolescenti di religioni e culture differenti, alcuni anche con disabilità, che vengono invitati dai loro insegnanti a fare una ricerca su un territorio, alla scoperta delle bellezze del patrimonio culturale, sia materiale che immateriale.

I primi due episodi saranno dedicati rispettivamente al territorio del Molise e a quello della Basilicata, ma il format prevede episodi in tutto il territorio italiano e successivamente coinvolgerà l’Europa ed il resto del mondo.

Si tratta di un’iniziativa lungimirante e innovativa”, ha dichiarato Antonio Nicoletti, Direttore Generale dell’Agenzia Promozione Territoriale della Basilicata. “Abbiamo voluto esserne parte sia per sostenere l’integrazione tra culture, sia per favorire la conoscenza del nostro patrimonio e la promozione della nostra terra, indirizzando l’attenzione a quella fascia di giovane età che si raggiunge con nuovi linguaggi di comunicazione, come il fumetto e come il gaming, che rappresentano ormai un’importante industria della comunicazione. A ciò si aggiunge l’attenzione all’accessibilità al nostro patrimonio e questa iniziativa si affianca alle altre che in questa direzione stiamo realizzando”.

Nel gioco, incentrato sui temi dell’accessibilità universale, del dialogo interreligioso, dell’interculturalità, della rigenerazione dei borghi, della valorizzazione dei paesaggi, i ragazzi e le ragazze incontreranno molte persone reali e attraverseranno diversi luoghi: beni artistici, archeologici, ambientali, paesaggistici, etnoantropologici, enogastronomici, luoghi di fede, fatti e personaggi storico-letterari, siti ed aspetti connessi all’identità locale, produzioni ed eventi anche perduti e da recuperare, attività di svago e tempo libero.

Come ogni videogioco che si rispetti, in ogni scena ci saranno da trovare soluzioni, scoprire tradizioni e oggetti, risolvere enigmi, affrontare sfide… In particolare, i primi due episodi si svolgeranno nello splendido Comune di Castel del Giudice (IS) a Borgotufi, e a Venosa (PZ) nello stupefacente scenario delle catacombe ebraiche e nel suo centro storico.

Il videogioco “Discovering diversity“ sarà scaricabile gratuitamente da Playstore o dall’App store e da casa ognuno potrà scegliersi il proprio personaggio (Avatar) e vivere la sua avventura.

Per superare i vari livelli e trovare le soluzioni in ogni scena, in alcuni casi, sarà necessario recarsi fisicamente nei luoghi interessati dal videogioco e trovare un indizio, parlare con una persona del luogo, oppure individuare un elemento che consenta di proseguire nel gioco stesso.

Chiunque potrà giocare, indipendentemente dalle sue caratteristiche fisiche, sensoriali, anagrafiche, linguistiche, culturali e religiose, anche attraverso l’utilizzo della sottotitolazione multilingua, la possibilità di selezionare l’interprete della propria lingua dei segni, di regolare la luminosità, il campo visivo, le palette cromatiche, i livelli audio, la velocità del gioco, la semplificazione dei comandi e molto altro ancora“, sottolineano Dino Angelaccio e Nunzia Lattanzio di Itria (Itinerari turistico religiosi interculturali e accessibili), ideatori del progetto, in collaborazione con Fondazione Giovanni Paolo II, CEAM, ICOMOS Italia, CIA Abruzzo, Consiglio d’Europa Ufficio di Venezia, ENAT, APT Basilicata e Comune di Castel del Giudice.

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