Giovani e sabato sera

Data: 01/02/05

Rivista: febbraio 2005

“Sabato sera e consumismo”: questo il tema che la 4° A aziendale IPSCT “Battisti” di Trento ha scelto di sviluppare quest’anno nell’ambito della propria area professionalizzante in collaborazione con Prodigio.

Il progetto formativo ha visto coinvolti gli studenti dell’istituto superiore per tre mesi, a partire da settembre, ed è culminato nella realizzazione di un’assemblea tenutasi a Trento, giovedì 16 dicembre 2004, presso l’aula magna del Collegio Arcivescovile. In quest’occasione sono stati illustrati i risultati del sondaggio/indagine ideato dagli stessi ragazzi della 4°A aziendale e somministrato a tutti gli iscritti dell’istituto superiore, più di 400, nel tentativo di capire quale fosse il modello di divertimento preferito da un campione significativo, seppur circoscritto, di ragazzi di età compresa tra i 14 e i 20 anni. Il questionario era strutturato in otto domande che vertevano attorno ai comportamenti dei ragazzi nella serata del sabato; era possibile dare più di una risposta.

I dati raccolti rivelano che il 36,6% degli adolescenti trascorre il sabato sera in birreria o al pub, il 18,3% preferisce la discoteca, il 20,9% si incontra a casa di amici, mentre il 14,6% rimane a casa.

La serata è associata alla musica e al ballo dal 35,8% dei ragazzi, all’alcool dal 25%, al fumo dal 14,1% e al tabacco dall’11,2%.

L’uso regolare di alcool sembrerebbe abbastanza contenuto: il 19,2% degli interpellati ha dichiarato di non berne mai, il 30,7% di assumerlo raramente e il 36,4% di assumerlo unicamente nei fine settimana. “Solo” il 6,9% ha risposto di bere spesso alcool e il 4,3% regolarmente.

Passando alla quantità di bicchieri di alcool bevuti in una serata, il 28,8% ha affermato di non bere niente, il 29,9% di bere 1-2 bicchieri, il 16,9% 3-4 bicchieri e infine il 24,4% più di 5.

Il 13% degli intervistati dichiara di essere salito in auto con un guidatore ubriaco e il 30,3% con uno alticcio.

Per aiutare i ragazzi a commentare ed interpretare i risultati sono stati invitati Stefano Bertoldi, responsabile dei gruppi A.M.A. (auto mutuo aiuto), Paolo Damianis, psicologo e Giuseppe Melchionna, presidente di Prodigio e vittima di un grave incidente automobilistico.

Il primo a prendere la parola è stato Bertoldi che ha incentrato l’intervento sull’importanza della responsabilizzazione dei ragazzi riguardo all’assunzione di alcol correlata alla sicurezza stradale. Il coordinatore di A.M.A. ha riferito, forte di un’esperienza e di un lavoro sul campo decennale, il fatto che spesso i giovani non riescono ad avere la reale percezione né del proprio livello di lucidità, né del pericolo che corrono mettendosi alla guida in stato di ebbrezza. Eppure, la maggioranza degli incidenti stradali avviene con un tasso di alcol nel sangue compreso tra lo 0,5 e l’1 per mille, corrispondente a quelle due, tre birre considerate tanto innocue. Bertoldi ha poi sottolineato l’importanza della diffusione di una sana abitudine così comune nel mondo anglosassone: all’interno di un gruppo, a rotazione, chi guida non beve. L’adozione di questo semplice comportamento ha permesso una sensibile diminuzione degli incidenti, tuttavia in Italia esso non è ancora riuscito a prendere piede. Anche perché, ha concluso Bertoldi con una certa vena critica, i controlli da parte delle forze dell’ordine sono ancora troppo pochi.

È seguito l’intervento dello psicologo che, attraverso un confronto con i ragazzi, ha tentato di ricercare i motivi che possono spingere a bere. Damianis ha insistito particolarmente sull’importanza, per ogni individuo, di saper maturare le proprie scelte in piena libertà e autonomia. Secondo lo psicologo, infatti, la decisione di bere non scaturirebbe nei giovani da una precisa ed individuale volontà, ma sarebbe un’abitudine assunta, in molti casi, per omologarsi al comportamento della massa, per non venire isolati dal gruppo di appartenenza. Oltre alla paura della solitudine, dell’abbandono da parte degli amici, Damianis ha indicato nella difficoltà a relazionarsi con l’altro un ulteriore motivo per cui giovani e meno giovani trentini sembrano ricorrere all’alcol. Lo psicologo ha chiuso l’intervento con una riflessione su quel 15% di ragazzi che avevano dichiarato di passare il sabato sera soli in casa. Nulla da eccepire se questo comportamento nasce dalla libera scelta di un sabato sera alternativo passato a casa a leggere, ascoltare musica, vedere un film. Diverso il caso in cui questa appaia più che una scelta, una «non scelta» e che «si tratti di ragazzi che copiano i modelli di isolamento dei genitori».

Anche Giuseppe Melchionna ha insistito sulla necessità di «fare le cose usando la propria testa» per evitare di ritrovarsi in giovane età nel reparto di rianimazione di un ospedale; Giuseppe, Pino per gli amici, all’età di 22 anni è stato coinvolto in un gravissimo incidente automobilistico. Ora lotta assieme a Prodigio, l’associazione che presiede, per la prevenzione delle stragi stradali e per diffondere tra i giovani la cultura del rispetto della vita attraverso una sensibilizzazione sui temi della sicurezza stradale e del corretto uso dell’alcol. Per questo Prodigio collabora da parecchi anni con numerose scuole trentine; in effetti Giuseppe, oltre ad essere stato invitato a partecipare all’assemblea in qualità di ospite, ha seguito ogni fase della realizzazione del progetto della 4°A aziendale in squadra con Davide Kinspergher, professore di informatica e responsabile del percorso formativo della classe.

Come i ragazzi hanno risposto a 4 domande del questionario

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