Il Segretario di Stato americano Michael Richard Pompeoha recentemente annunciato di voler rivedere profondamente i diritti inalienabili dell’Uomo a partire dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948.
Il Centro Diritti Umani dell’Università di Padova ha reagito affermando su youtube che l’Amministrazione americana non può riscrivere né la Dichiarazione e né tutto il Diritto Panumano, per dirla con il prof. Antonio Papisca, che la stessa Dichiarazione ha generato.
Il Prof. Marco Mascia precisa che i cantieri dove si elabora la cultura universale dei diritti umani sono quello universale delle Nazioni Unite e quelli regionali del Consiglio d’Europa, dell’Unione Africana, dell’Organizzazione degli Stati Americani e della Lega degli Stati Arabi: tutte legittime Istituzioni internazionali multilaterali. Questi cantieri sono da decenni al lavoro indipendentemente da Washington o da altri membri del Consiglio di Sicurezza (Mosca, Pechino, Londra e Parigi).
All’interno di questi cantieri non solo partecipano i rappresentanti di gran parte degli Stati del mondo ma anche delle Organizzazioni Non Governative; quelle ONG non proprio amate da taluni nemmeno da questa parte dell’Atlantico.
Per la riforma dei Diritti Umani non ci può quindi essere un’azione unilaterale degli Stati Uniti. Essi sono stati, ed è bene ricordarlo, i propulsori sia della Carta delle Nazioni Unite del 1945 che della Dichiarazione Universale del 1948 presentata al mondo dalla Sig.ra Eleanor Roosvelt ma poi si sono fermati e non hanno ratificato le più importanti Convenzioni internazionali sui Diritti Umani come:
il Patto internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali;
i due Protocolli facoltativi sul Patto Internazionale dei Diritti Civili e Politici (quello sulle comunicazioni individuali e quello sull’abolizione della pena di morte);
la Convenzione Interamericana dei Diritti umani del 1969;
Convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazioni nei confronti della Donna (vedasi la recente offesa del Presidente Trump alle deputate del Partito Democratico – born in USA – ree di essere di colore e avere genitori provenienti da altri paesi non a stelle e strisce);
la Convenzione sui Diritti dei bambini e delle bambine;
lo Statuto di Roma che istituisce la Corte Penale Internazionale.
Riguardo la pena di morte, solo a titolo di esempio, vi sono buone nuove in California che è il paese USA con il maggior numero di persone rinchiuse nel braccio della morte: 737. Il provvedimento del democratico Gavin Newsom blocca le esecuzioni capitali e fa infuriare la Casa Bianca.
Quest’ultima non solo non accetta alcun progresso “endogeno” da parte degli Stati membri ma nemmeno ingerenza “esogena” come un controllo sovranazionale nel campo dei Diritti Umani da un ente terzo. Ha quindi deciso di azzerare i contributi all’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani che è oggi egregiamente rappresentato dall’ex Presidente del Cile Michelle Bachelet.
Il Paese di Donald Trump, ad onor del vero, nemmeno rispetta i primi due articoli della Carta delle Nazioni Unite che ha sottoscritto dove si vieta la minaccia dell’uso della forza per la risoluzione delle controversie internazionali. A tal proposito, ed è bene ricordarlo, gli Usa si pongono al di sopra o in parallelo all’ONU tant’è che boicottano costantemente nel Consiglio di Sicurezza le azioni di pace: peacemaking, peace enforcing e peacekeeping. Per dirla in senso figurativo: mai un marine ha messo un casco blu in testa.
Purtroppo nella Russia di Vladimir Putin le cose non sono migliori. Secondo l’ultimo rapporto di Amnesty International sono state applicate ulteriori restrizioni ai diritti alla libertà d’espressione, associazione e riunione pacifica. Sono continuate le vessazioni e le intimidazioni nei confronti di difensori dei diritti umani e ONG indipendenti. I diritti culturali sono stati limitati, anche attraverso rappresaglie e autocensura.
Le minoranze religiose hanno continuato a subire vessazioni e persecuzioni. Il diritto all’equità processuale è stato frequentemente violato. Hanno continuato a verificarsi casi di tortura e altri maltrattamenti; l’attività degli organi indipendenti di controllo nei luoghi di detenzione è stata ulteriormente erosa.
La Russia ha negato la tutela dei diritti a migranti e rifugiati. Le persone Lgbt hanno continuato a subire discriminazione e violenza e in Cecenia uomini gay sono stati presi di mira con una campagna coordinata di rapimenti, tortura e uccisioni da parte delle autorità cecene.
Per fortuna che esiste l’Europa. E un grazie dovremmo continuare a dirlo a chi l’ha sognata, ideata e realizzata. Essa ci protegge non solo dalle minacce che provengono dall’esterno (più est-ovest che sud) ma anche dai nazional-sovranisti interni che possono ferire, ridurre ma mai eliminare i diritti umani.