Giuseppe Melchionna, presidente dell’associazione prodigio, continua la sua campagna di sensibilizzazione dei giovani ad un maggior rispetto di se stessi e della propria vita. Un impegno questo che lo vede in prima fila dal primo numero di questo giornale. Questa volta è stato invitato dalla scuola. I ragazzi sono rseimasti molto colpiti dalla sua esperienza e dalle sue parole tanto da dedicargli una pagina sul giornalino della scuola (vedere immagine in basso). Di seguito l’articolo scritto dagli studenti.
Incidente. Era ad un addio al celibato, quando la sua vita cambiò per sempre. Era giovane, la musica che stordisce, i fumi dell’alcol e il terreno bagnato da un acquazzone primaverile. Molti sono stati i fattori che hanno fatto sbandare l’auto che, a forte velocità, tornava dalla discoteca. Un testa coda, una sbandata e un gran colpo alla testa. Melchionna si trova sul sedile posteriore dell’auto. Una fatalità visto che i suoi compagni che stavano nei sedili anteriori non si sono fatti nulla. Un soccorso errato da parte degli amici, la corsa in ospedale e il risveglio senza sentire più le gambe.
Tematiche. Il discorso è stato uno solo” la voglia di vivere dopo una tale tragedia”. Giuseppe si consola pensando che in quell’incidente avrebbe potuto perdere più che le gambe. Gli dispiace, in parte, che i suoi amici e in particolare l’amico che guidava la macchina non si siano fatti più vedere né sentire. Ha spiegato che è inutile scappare alle responsabilità e che lui non avrebbe offeso o aggredito nessuno dei suoi amici. Ed ecco che spunta il caso Welby, il caso di un uomo che viveva solo grazie all’aiuto di una macchina, un respiratore, e che ha rifiutato la vita chiedendo l’eutanasia. Non ne parla chiaramente ma lo lascia intendere e Giuseppe paragona il caso alla sua vita.” Ogni caso avrebbe valutato separatamente” dice ma sta di fatto che le due vicende sono pressoché simili, con un’unica differenza: Melchionna ha scelto di vivere.
Futuro e presente. Ora Giuseppe dirige il giornale Prodigio che lo aiuta a divulgare alcuni dei problemi che affliggono i disabili e in questo alla provincia autonoma di Trento si è mobilitata molto oltre ad esserci appositi spazi sugli autobus di linea per il trasporto di tali disabili talvolta offre pulmini sempre disponibili.
Ed è Giuseppe che ha chiesto il servizio non solo per se stesso per aiutare molta altra gente che si trova dall’officina. Oltre a questo alla nostra provincia ha approvato un progetto per il tali disabili. Questo progetto prevede case abilitate per essere gestite da gente che per esempio non riesce a chiudere le finestre o a calare le tapparelle in questa maniera i disabili possono esserlo con nomi, oltre gli aiuti da parte del personale.