GIUSEPPE MELCHIONNA AL DON MILANI DI ROVERETO
A settembre, come tutti gli anni, ho telefonato in sede dell’Associazione Prodigio, per riprendere gli abituali contatti con Pino, che da parecchi anni invitiamo nel nostro istituto a portare la sua preziosa testimonianza agli studenti. Una gentile signora mi ha informato che era impossibilitato a venire a causa delle sue gravi condizioni di salute, ma io non ho avuto coraggio di indagare più a fondo. Speravo che nel giro di qualche settimana si riprendesse e potesse ritornare alla sua normale attività, invece pochi giorni dopo ho saputo dal giornale la notizia della sua morte e sono rimasta di sasso.
Nonostante i rapporti tra noi fossero di natura “professionale” e si limitassero alla programmazione di questi incontri, ormai, dopo parecchi anni, quando ci sentivamo per telefono, o negli scambi di e-mail, o quando ci incontravamo per i corridoi della scuola non mancavamo mai di usare un tono affettuoso e amichevole, dimostrando sensibilità e interesse reciproco nei confronti dei nostri rispettivi problemi di salute o di carico lavorativo.
Tutto il personale della scuola (bidelli, segretarie, tecnici) lo accoglieva ormai come uno di casa e si mostrava sempre disponibile nell’accontentare le sue esigenze, non potendo se non rispondere con gentilezza alle sue sempre gentili richieste. La dirigente dava ormai per scontata la sua presenza, anno dopo anno, condividendo appieno il valore della sua azione di sensibilizzazione nei confronti della disabilità e di prevenzione degli incidenti stradali dovuti al consumo di alcolici.
Generazioni di studenti hanno avuto la possibilità di ascoltare la sua testimonianza che, grazie alla pacatezza nel rievocare le sue vicende e al coraggio dimostrato lungo l’intera sua vita, suscitava attenzione e rispetto anche negli adolescenti, di solito piuttosto esuberanti. Il messaggio lasciava il segno, specialmente se alcuni insegnanti, come la sottoscritta e molti altri, al termine dell’incontro, facevano scrivere alcune righe (o il classico tema) di riflessione, a partire magari da alcuni articoli scritti da Pino e usciti in passato sul giornale. Ne ricordo uno in particolare, dal titolo molto significativo che può essere considerato il messaggio che lui lascia in eredità ai giovani: “Sulle strade, vi prego, rispettate la vita”.
Rosaria Zanvettor
Referente per i progetti di educazione alla salute
Istituto “Don Milani” di Rovereto
La mia collega Nicoletta Vettori, che richiedeva sempre che Pino venisse nelle sue classi nelle sue ore, ha scritto anche lei un ricordo:
Un ricordo….
Per noi era il sig. Melchionna,
con pacatezza e gentilezza entrava nelle classi con quella sua carrozzina che metteva un po’ in soggezione gli studenti.
Nella sua cordiale conversazione con i ragazzi lasciava un segno, con molta dignità raccontava la sua esperienza cercando di dispensare anche qualche consiglio.
Toccava i sentimenti, per questo gli studenti, non proprio sempre attenti alle lezioni dei docenti, lo ascoltavano con rispetto, incuriositi e stupiti dal suo coraggio e da tanta forza d’animo.
Con tenacia e volontà sperava di trasmettere la sua voglia di vivere, anche se traspariva la sofferenza di non poter essere del tutto indipendente.
Voleva che il suo incontro finisse sempre con una bella foto ricordo.
Come il nome della sua associazione … Era un vero PRODIGIO!!!