Jennifer Bettega ha ventidue anni e una grande passione: la scrittura. Passione che fin da piccola a causa di un arresto cardiaco all’età di dieci anni ha imparato a coltivare in maniera differente. Jennifer infatti non parla e non riesce a muoversi in autonomia. Questo però non le ha impedito di imparare a comunicare in maniera alternativa. Crescendo, una volta cominciata la scuola e in seguito frequentando il centro Anffas di Primiero, ha scritto e impaginato molti racconti: i suoi libretti. Ho scambiato qualche messaggio con lei via e-mail in questi giorni, ecco cosa mi ha raccontato.
Jennifer, ho scoperto che tu ami scrivere storie divertenti, in grado di far sorridere le persone. Qual è il racconto scritto fino ad ora in cui credi di esserci riuscita meglio?
Il racconto che secondo me fa più ridere è la Tartaruga Panino, che è anche il primo racconto che ho scritto al Centro Anffas di Primiero. Questo forse perché non credevo di riuscire a creare dei personaggi così strani. Io credo che la stranezza sia un elemento fondamentale per poter scrivere dei buoni racconti.
Nelle tue storie spesso racchiudi e “mixi” i tuoi sogni con quelli della tua educatrice. Da dove viene l’idea?
In realtà non lo so. Nella mia giornata amo molto fare cose strane, e questa mi sembrava proprio adatta.
Come funziona lo strumento e/o il metodo che utilizzi per scrivere?
Solitamente per comunicare uso una tavoletta alfa-numerica, che è una tavoletta di legno contenente lettere e numeri. La mia educatrice Serenza (il nomignolo che Jennifer ha dato scherzosamente alla sua educatrice Serena n.d.r.) mi sostiene il braccio destro e io indico lettera per lettera cosa voglio dire. Non sempre è facile capirmi, infatti per essere sicura che lei non dorma a volte scrivo anche in inglese. E’ un momento, al di là della fatica, che per me è molto divertente.
Cosa ti piace di più della scrittura? Cosa significano per te i tuoi libretti?
La cosa fondamentale è che scrivere mi dà gioia. Quindi penso che anche i libretti per me abbiano lo stesso significato. Ormai ne ho scritti più di venti, ma ognuno mi ha fatta molto ridere mentre lo ideavo e lo fa tutt’ora.
Oltre alla passione per la scrittura, c’è qualcos’altro di te che hai piacere di condividere con noi?
Oltre alla scrittura sono molto brava in tutto ciò che riguarda l’impaginazione grafica: dalla scelta dei colori all’elaborazione delle immagini. Infatti ho anche creato, sempre con Serenza all’interno del Centro Anffas, dei calendari decorati con i personaggi dei miei racconti. Sono molto fantasiosa e determinata. In futuro infatti spero di portare i miei racconti e le mie idee a più persone possibili, magari pubblicando quello che ho scritto finora e chissà che altro. So che mi hai chiesto di raccontare altro oltre alla scrittura, ma quello che voglio condividere oggi è che proprio questa notte ho avuto un’idea per un nuovo racconto ispirato a mia nonna: il pupazzo di neve.