Gratuità scomparsa?

Data: 01/12/06

Rivista: dicembre 2006

Villa S. Ignazio ha ospitato mercoledì 15 novembre un convegno di formazione dal tema “Gratuità scomparsa?”, rivolto a giornalisti e operatori sociali. Il titolo, un’interrogazione dal tono provocatorio, è stato lo stimolo iniziale per presentare il punto focale della discussione: come ripensare il volontariato oggi? Come parlarne? Il seminario si è aperto con i saluti di Tiziano Salvaterra (Assessore provinciale all’Istruzione) e Violetta Plotegher (Assessore Politiche Giovanili Comune di Trento). Trasatti, direttore dell’Agenzia Redattore Sociale e moderatore dell’incontro, ha dato la parola ai due relatori della mattina: Mariano Bottaccio (Addetto Stampa CNCA) e Alberto Cappato (Giornalista TG5 Mediaset). L’obiettivo dell’evento, chiarito da assessori e intervenuti, era quello di far incontrare due mondi, o meglio due linguaggi, quello del sociale e quello del giornalismo: “comunicare l’impegno”, ovvero promuovere e rinforzare la cittadinanza attiva, il volontariato, il servizio civile; dall’altra “l’impegno di comunicare”, strumenti e tecniche per migliorare modalità di espressione dei messaggi e utilizzo dei media di redazioni locali che si dedicano al disagio sociale. Viste le premesse sarebbe stato produttivo e gradito vedere in sala tra coloro che hanno preso parte all’iniziativa un più nutrito gruppo di giovani, soprattutto di quelli che anche quest’anno, numerosi, hanno aderito all’anno di Servizio Civile Volontario.

Presenti comunque numerose associazioni del territorio, stimolate alla riflessione dall’excursus proposto a provocazione da Bottaccio, una sorta di storia della fine del volontariato. Partendo dal problema di una “illusione di collaborazione tra volontariato e stato”, Bottaccio ha lanciato sul tavolo della discussione l’idea di ripensare una nuova “definizione di senso” di questo termine, spesso abusato, che non assolve più ormai alla funzione di “fenomeno culturale e politico di solidarietà”. Alla luce di tale necessità, oggi più impellente che mai, la società ha bisogno, ha continuato il relatore, di “aree etiche”, organizzazioni, cooperative, associazioni che, forti della propria identità, perseguano il fine di coinvolgere il contesto territoriale, politico, culturale, sociale, alla responsabilità sociale. La proposta più incisiva e immediata alla collaborazione viene, per Bottaccio, dal lavoro “in rete”, dallo sfruttamento dei coordinamenti: “non bisogna”, ha sottolineato, “avere paura di essere la minoranza, ma non si può pensare di fare da soli”. L’esigenza di unificare gli sforzi con la comunicazione di realtà diverse, per riuscire a farle riconoscere in un unico messaggio, programma o notizia, è stata evidenziata anche da Cappato. Anche la TV soffre, in seguito a strategie di marketing, pubblicità, esasperazione per i dati auditel, di una incomunicabilità che si risolve nella perdita di analiticità a privilegio dell’emotività.

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