Come si può ricostruire le relazioni insieme a giovani con disturbi dello spettro autistico durate una pandemia?
L’associazione NuoveRotte Aps in collaborazione con Archè Scs, Ass. Charisma, Appm Onlus, Prodigio Onlus e con il patrocinio di Fondazione Caritro, ha cercato di dare una risposta concreta a questa domanda, progettando e realizzando un percorso di 46 uscite sul territorio per avvicinare ed accompagnare un gruppo variegato di giovani, insieme a volontari ed educatori. Nasce così il progetto GroWingAut, che propone una gestione del tempo libero alla scoperta del Trentino e non solo.
Nuovi bisogni crescono
Il periodo di emergenza sanitaria che stiamo vivendo ha investito il sistema economico-sociale con grande forza. Chi ha pagato le conseguenze più gravi dell’isolamento, sono le fasce di popolazione che già vivevano in situazioni di particolare fragilità, esclusione sociale e presa in carico frammentata da parte dei servizi. In particolare, per le famiglie di persone con disabilità intellettiva in età scolare la sospensione di molti servizi socio educativi e il venir meno della possibilità di contatto con reti parentali e di solidarietà, ha comportato un sovraccarico del lavoro di cura e assistenza da gestire esclusivamente all’interno del nucleo familiare. Inoltre, l’interruzione delle attività scolastiche e le difficoltà tecniche di accesso ai servizi telematici della didattica a distanza hanno significato per molti ragazzi e ragazze con disturbi del neurosviluppo l’arresto quasi totale delle relazioni abituali.
In alcuni casi, la combinazione di questi elementi ha portato delle regressioni sul fronte delle conquiste di autonomia di minori e famiglie, e ha costretto questi nuclei a riformularsi, non sempre con esiti adattivi. In questa fase, e successivamente ad essa, è fondamentale ricostruire una rete eterogenea di supporto per contrastare il rischio di impoverimento delle esperienze e delle relazioni, e concedere spazi per ridefinire gli equilibri interni al nucleo familiare.
Per rispondere alle esigenze e nuovi bisogni di una categoria di utenza a forte rischio di marginalizzazione sociale, NuoveRotte ha proposto di intercettare questi giovani con l’aiuto di una rete di organizzazioni partner, accompagnandoli in esperienze che favoriscano la loro autonomia sociale e la capacità di gestione di contesti normali e quotidiani.
La relazione al centro
I destinatari del progetto sono stati individuati in un gruppo di giovani con Disturbi dello Spettro Autistico (ASD), di età compresa fra i 14 e i 24 anni. Tra le finalità principali c’è anche il sostegno delle famiglie attuando momenti in cui possono essere libere dalla gestione quotidiana dei loro figli, sapendo che al contempo essi stanno vivendo un’esperienza motivante in mani sicure.
La scelta di riferirsi a questa categoria di giovani e limitare il numero di partecipanti al progetto è stata dettata da elementi di concretezza, poiché si è deciso di concentrarsi sui destinatari che avessero già avuto la possibilità di costruire una relazione durevole nell’ambito di percorsi pregressi come il progetto estivo “SupAbility” di Archè SCS e in secondo luogo, la volontà è stata quella di garantire un lavoro educativo di qualità, in continuità con quanto già sperimentato dai ragazzi in altre esperienze.
Il progetto tutt’ora in corso, ogni due mesi, propone ai giovani e alle loro famiglie diverse gite dedicate al tempo libero con l’obiettivo di raggiungere un totale di 46 uscite sul territorio per un gruppo di 7 giovani con ASD, presso parchi, impianti sportivi , laghi, strutture ricreative, cinema, biblioteche, musei e castelli, bar, eventi musicali o culturali, ecc. I giovani partecipanti sono sempre accompagnati da un educatore di Archè SCS e da un gruppo di volontari delle diverse organizzazioni coinvolte, per sperimentare insieme situazioni normalizzanti di vita quotidiana e tempo libero.
Le uscite sono organizzate in modo da sostenere i giovani nello sviluppare autonomie legate sia ad aspetti relazionali, di conoscenza del gruppo, mediazione tra i desideri di tutti, comprensione dei ruoli e caratteristiche differenti, oltre ad aspetti organizzativi come spostamenti, equipaggiamento utile ad ogni uscita in piscina, palestra, piuttosto che al museo o cinema, anche sviluppando un approccio alle relazioni con persone con cui si hanno interazioni occasionali.
Esperienza accessibili
Minimo comun denominatore delle proposte è stato l’elemento dell’accessibilità, o solo isica ma anche culturale e sociale. Uno sforzo quello di trovare strutture e competenze adatte ad accogliere i giovani, che ha permesso di scoprire e testare nuove opportunità presenti sul territorio. Una delle sorprese più coinvolgenti si è dimostrata essere l’esperienza di SlowRafting sul fiume Sarca, in valle dei Laghi nel tratto tra Dro ed Arco, in compagnia dell’associazione RiverSpirit e dei suoi fantastici istruttori che hanno fatto vivere ai ragazzi un’emozionante gita sulle rapide alla scoperta dei segreti naturalistici di questo ambiente unico.
Protagonista poi di tanti momenti di relazione, e divertimento, si è dimostrato il Pulmino accessibile dell’Associazione Prodigio ONLUS. Un mezzo che nasce proprio con l’intento di mettersi al servizio di privati e organizzazioni per avere un trasporto accessibile per raggiungere in comodità e sicurezza mete turistiche, culturali e ricreative. Un servizio di mobilità su misura e accessibile a tutti che può essere prenotato contattando direttamente l’associazione Prodigio Onlus che mette a disposizione il mezzo e il conducente. Si tratta di un servizio che vuole creare l’opportunità di ampliare e migliorare la vita relazionale di persone con disabilità, permettendo loro di partecipare a eventi culturali e di svago nella maniera più accessibile ed immediata possibile.
Al suo volante, Roberto, volontario dell’associazione e attento conducente che è diventato un punto di riferimento per i ragazzi e ha permesso loro di raggiungere sempre nuove mete e avventure fuori porta.
Un fattore che ha reso le trasferte e le esperienze di viaggio altamente coinvolgenti durante le quali sono nate anche molte amicizie tra i ragazzi.
Forse uno degli elementi trainanti del progetto GWA è stata proprio la creazione naturale di una filiera organizzativa tra le realtà partner che ha permesso la partecipazione continuativa del gruppo e l’approccio positivo dello stesso con i diversi volontari ed educatori presenti ad ogni uscita. Attraverso questa esperienza è stato possibile anche percepire il grado di inclusione presente sul territorio sia in tema di strutture ricettive che attività sportive e culturali. Un modo per contaminare positivamente anche la società civile che si è vista misurarsi in maniera crescente con soggetti con fragilità intellettive, acquisendo così, competenze di base in tema di accoglienza e supporto, almeno questo è l’augurio. Da questo progetto potrebbero quindi nascere ulteriori riflessioni e sviluppi all’insegna di una proposta integrata e dedicata al tempo libero e allo svago delle persone con disturbi dello spettro autistico o con disturbi da neurosviluppo.
Auguriamo intanto ai ragazzi, volontari ed educatori coinvolti una buona continuazione del progetto all’insegna dell’amicizia e della scoperta delle meraviglie del nostro territorio.