Quando pensiamo a protesi biomeccaniche avanzate, ci immaginiamo sempre i film di fantascienza, ambientati in un futuro molto lontano e quindi vediamo tali tecnologie troppo lontane per poterle toccare e assaporare, ma se vi dicessi che quel futuro è già qui ed è tutto Italiano?
Sto parlando di Hannes, una nuova mano protesica, in grado di ridare il 90% delle funzionalità tattili. Essa è in grado di ridare le funzionalità di una mano normale, essendo in grado di utilizzare tutte le dita, piegare il polso e poter girare la mano a 180 gradi.
Non solo i dati di laboratorio spiegano che questa mano possa funzionare, ma è già stata sperimentata da un paziente del Centro protesi INAIL: Marco Zambelli, che ha perso la mano a 16 anni, ma che finalmente potrà tornare a lavorare con entrambe le mani.
Questa nuova tecnologia è frutto di un complesso progetto durato 3 anni all’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) e INAIL, che hanno deciso di voler ridare un futuro glorioso alle persone che hanno subìto un’amputazione dell’arto superiore. Il meccanismo alla base del movimento delle dita, della forza e del tipo di presa dipende dal sistema “Dynamic Adaptive Grasp” (Dag) brevettato dal team IIT e INAIL, esso dà la capacità alla mano di afferrare oggetti, adattandosi alla forma e di resistere alle eventuali sollecitazioni. L’obiettivo di questo progetto è il poter replicare la funzionalità di una mano vera.
Hannes è stata presentata a Roma il 10 maggio 2018 e verrà messa nel catalogo di tecnologie mediche ad un costo ridotto del circa 30% a differenza di altri dispositivi attualmente in commercio.
Questa tipo di tecnologia riporta finalmente delle funzionalità oramai perse per alcune persone ed è un avvertimento che il futuro si sta avvicinando e che sta per cambiare la vita a molte persone, trasformando quei film di fantascienza che vedevamo come una fantasia, in una realtà ora tangibile.