Hi-tech batte handicap 2 a 0

Autori:Redazione

Data: 01/08/07

Rivista: agosto 2007

Il nostro presidente Giuseppe Melchionna è stato recentemente intervistato dal quotidiano locale “il Trentino” per parlare un po’ di sé, della sua esperienza, dei suoi progetti realizzati o messi in cantiere. Il servizio è stato corredato da fotografie mentre illustra le caratteristiche della sua casa domotica alla giornalista. Come in altre occasioni, riprendiamo l’articolo dalle pagine del quotidiano per proporlo ai nostri lettori.


La prima notte che ha trascorso a letto nella sua nuova casa non ha dormito nemmeno un minuto tanta era l’emozione e, allo stesso tempo, l’agitazione di vivere finalmente da solo in quell’appartamento in Clarina, costruito su misura per lui. Sono passati tre anni ma l’ebbrezza di aver conquistato la necessaria dose di autonomia e di intimità non gli è ancora passata. Giuseppe Melchionna compirà cinquant’anni il prossimo giugno. È un uomo forte e coraggioso che ha visto la sua vita cambiare drasticamente in una sera d’estate di quasi trent’anni fa quando uscì per festeggiare l’addio al celibato di un amico e l’auto su cui viaggiava finì contro un palo della luce. Le cause? l’ora tarda, un po’ troppo alcol che circolava nel sangue, la musica a tutto volume, l’alta velocità. Quando si risvegliò dall’incidente, Pino – così viene chiamato dagli amici – scoprì di essere diventato tetraplegico. La rottura della quinta vertebra cervicale e la lussazione della sesta non gli permisero più di muovere le gambe e limitarono pesantemente anche il movimento degli arti superiori.

Paura sconforto, ma a volte il destino improvvisamente si schiude e diventa sentiero distinto, orma inequivocabile, direzione certa. Come scrive Italo Calvino “Certi eventi corrispondono alla potatura degli alberi: sono dolorosi ma necessari per crescere e dare forma”. Pino trascorre più di tre anni in ospedale, di cui uno a Imola, in un centro di riabilitazione: “Erano i primi anni 80 e già mi consideravo fortunato per essere stato salvato”.

Subisce molti interventi che migliorano in parte le sue condizioni fisiche. Allo stesso tempo acquisisce una grande forza interiore: lotta per istituire l’assistenza domiciliare ai disabili, fonda “La Ruota” e nel 1999 dà vita a “Prodigio” un’organizzazione di volontariato formata da persone impegnate nel campo dell’handicap e del disagio sociale.

Il rapporto con i familiari è sereno ma l’esigenza di vivere da solo si fa sempre più forte. Così nel 2000 comincia a ragionare con il sindaco Pacher sulla possibilità di realizzare un appartamento “domotico” dotato delle più avanzate tecnologie. Nel 2004 il sogno diventa realtà grazie al progetto “Vita indipendente” realizzato dall’Itea con il Comune di Trento. Sono i primi quattro appartamenti di questo tipo in Italia ad essere finanziati dall’ente pubblico.

Un dispositivo vocale permette di aprire e chiudere a comando le finestre, alzare e ad abbassare le tapparelle, accendere e spegnere la luce. In camera da letto il sollevatore dotato di un imbrago agevola lo spostamento di Pino sotto la doccia, facilitando il lavoro dell’assistente che vive in un appartamento vicino e che può essere chiamata a qualsiasi ora premendo un pulsante. Per aprire il portone dell’ingresso e la porta dell’appartamento è sufficiente un telecomando che garantisce la chiusura autonoma dopo 8 secondi.

Vicino al citofono dotato di videocamera sono invece collocate le centraline antincendio e anti allagamento che garantiscono la massima sicurezza.

Così Pino è riuscito a recuperare l’intimità perduta. Quando sta da solo guarda qualche film su Sky o ascolta i cantautori italiani. “Soprattutto Pierangelo Bertoli a cui sono legato da un rapporto d’amicizia” racconta. Per il resto è un continuo andirivieni di amici, familiari, assistenti domiciliari, volontari dell’associazione ma anche studenti di architettura e tesisti. Nell’aprile del 2005 anche Francesco Rutelli venne a visitare l’appartamento accompagnato dal sindaco.

La casa è volutamente spartana ma luminosa e accogliente. Una bella foto di Papa Giovanni Paolo II con Pino nel 1991, è esposta in soggiorno. In un baule gli scatti di una vita e di viaggi. Uno dei ricordi più belli? il pellegrinaggio in terra Santa del 1998. “La vita che conduco non è un ripiego ma la testimonianza di un progetto che continua”. Sorride.

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