In questo spazio simil-scientifico sul colore e le sue sfaccettature mi pare opportuno trattare un suo aspetto per così dire medico: “la cromoterapia”.
Per cromoterapia si intende la trattamento che cerca di curare i disturbi di varia entità utilizzando i colori e si inserisce tra le terapie alternative, a supporto delle cure tradizionali e a volte anche più invasive.
In questa medicina, non avvalorata da prove scientifiche, i colori hanno un ruolo essenziale e sono utilizzati per far ritrovare al paziente armonia ed equilibrio nello corpo e nello spirito.
Accenni storici
Questa pratica esisteva anche nel passato basti pensare che gli antichi romani e egiziani praticavano già l’elioterapia basata sull’esposizione ai raggi solari, elemento essenziale per la formazione del colore, alla quale si associava un potere antidepressivo, per curare i più svariati disturbi. Anche nell’antica Grecia, in Cina e in India i colori venivano associati a parti del corpo e alle loro funzionalità e considerati elementi fondamentali collegati ai fluidi del corpo (rosso = sangue, blu = coagulazione del sangue, giallo=bile, nero=milza) spesso legati ai colori della natura (sole=giallo, terra=marrone, cielo/mare=blu) il tutto porta a dedurre che la cromoterapia era praticata in modo più o meno diffuso per la cura delle malattie.
Cromoterapia moderna
Anche nella moderna cromoterapia i colori sono associati a proprietà particolari. La versione attuale di questa medicina alternativa non si discosta molto dal passato: questo porta alla conclusione che la terapia dei colori ha mantenuto invariate nel tempo le linee di pensiero suscitando ancora oggi molto interesse.
Entriamo nel vivo dell’argomento andando a vedere più in dettaglio quali patologie possono essere curate dalle quattro gradazioni chiave (giallo, rosso, blu e verde) secondo i seguaci di questa terapia.
Queste gradazioni cromatiche possono essere assorbite dal corpo in vario modo: attraverso l’irradiazione del pigmento prescelto, la tonalità delle pareti circostanti, l’assunzione del cibo ma anche attraverso i vestiti o i massaggi con oli colorati.
La tecnica più diffusa, però, è quella ad irradiazione luminosa che secondo i cromoterapisti è una delle tecniche maggiormente efficaci. Questa pratica servirebbe, ipoteticamente, per migliorare le funzionalità biologiche delle cellule. Ciò che spinge i “convinti” a praticare questa prassi astratta è l’aspetto consequenziale: le irradiazioni luminose non possono creare effetti collaterali pericolosi come quelli determinati dai farmaci, in quanto la luce e i colori riuscirebbero solo a modulare la psiche, esplicando l’azione proprio nello stato emotivo. Così, il benessere fisico e psichico sono lo specchio dell’equilibrio e dell’armonia interiore.
Dal punto di vista scientifico
Secondo gli scienziati tale pratica risulta inefficace dato che non esiste nessuna prova dimostrabile o dimostrata che questa terapia funzioni. Anche se ci sono episodi sporadici in cui la cromoterapia è riuscita a guarire la malattia del paziente secondo la comunità scientifica ci potrebbero essere stati dei fattori esterni che hanno causato la buona riuscita della cura non tenuti sotto controllo nel compimento della terapia stessa.
È innegabile comunque che un paziente sereno e rilassato affronta qualsiasi terapia anche invasiva con spirito più positivo quindi, nonostante la non dimostrabilità dell’utilità della cromoterapia, resta comunque affascinante e speranzoso credere che la terapia dei colori, possa portare beneficio all’uomo.
Quindi, per concludere, si può affermare che la cromoterapia può essere utilizzata per trattare squilibri energetici e stati di malattia di qualunque tipo, non è invasiva e non interferisce con le cure mediche, pertanto può essere considerata un valido supporto alle pratiche più tradizionali.
Può essere praticata ad ogni età e aiuta a: