I furbi del contrassegno

Data: 01/10/06

Rivista: ottobre 2006

Due giorni di sciopero dei quotidiani, 30 settembre e 1 ottobre scorsi, hanno fatto passare sotto silenzio una ricorrenza significativa per chi ha difficoltà a camminare o, più in generale, a spostarsi in modo autonomo: il primo ottobre si è celebrato il quarto “Fiabaday” dedicato all’eliminazione delle barriere architettoniche.

Peccato! Sarebbe stata un’occasione per riportare al centro dell’attenzione un tema riguardante non solo i disabili propriamente detti ma anche quanti, per anzianità o per una malattia transitoria, sono ostacolati nella loro libertà di movimento.

In verità, qualche telegiornale ne ha parlato. Ad esempio il Tg4 ha trasmesso un servizio da Roma con protagonista un ragazzino ben determinato nel contestare le barriere in cui si imbatte nel suo quotidiano. Curioso un suo flashback dei tempi delle elementari: quando si organizzavano feste in cortile, lui rimaneva in classe con un maestro per paura che, partecipando alla ressa, si facesse male. Beninteso, non erano preoccupati per la sua salute bensì per un suo eventuale infortunio: temevano che, se si fosse fatto male, sarebbero stati chiamati a rispondere delle spese!

Qui a Trento, la situazione non è male nonostante non scarseggino proteste, basti leggere della disavventura al Castello del Buonconsiglio. Altre sono state innescate nei mesi scorsi dalle difficoltà burocratiche nel prenotare un posto sulla Trento – Malè o di utilizzare comodamente la nuova stazione metropolitana lungo la Trento – Pergine. In ogni occasione, l’Ente pubblico ha fatto sentire la sua voce promettendo di intervenire rapidamente per eliminare i disagi!

Per contro, c’è un ambito delle “barriera architettonica” che trova sempre meno considerazione presso troppi cittadini, in verità meno dell’uno per cento: il rispetto dei parcheggi riservati ai disabili.

Pur in percentuale così trascurabile, questi furbacchioni sono in numero sufficiente a far parlare di “cafonaggine diffusa”: occupano, con menefreghismo o con l’inganno, posti riservati senza curarsi delle difficoltà causate a chi ne ha realmente bisogno. Tanto per dire, proprio il 1 ottobre, uno di costoro, un quarantenne di Trento, si è fatto beccare in via Giovanni a Prato. Da giorni parcheggiava in un posto riservato esponendo il contrassegno di un parente disabile morto ben cinque anni fa! Controllo da parte dei vigili, multa di 71 euro, ritiro del contrassegno e figuraccia davvero meschina!

Sull’uso improprio di questi contrassegni circolano un’infinità di aneddoti. Chi vi scrive, tanto per dire, era andato tempo fa al negozio Obi per un acquisto. Davanti alla mia auto procedeva una Clio blu che, scorto il posto dei disabili libero, ci si intrufola lesta. Ne saltano fuori con fare atletico tre individui sulla trentina. Con un colpo di clacson faccio presente che quel posto è riservato ai disabili. Senza batter ciglio, il guidatore riapre la portiera e, quando si rigira, mi sventola sul cofano il contrassegno. Gli faccio vedere il mio, lui risventola il suo. Allora gli indico la carrozzina, lui resta un attimo perplesso, sta quasi per dirmi di aver dimenticato la sua a casa, borbotta, poi ordina agli altri di risalire in macchina, sgomma e se ne va. Evidentemente un contrassegno in prestito…

Una pratica questa, più diffusa di quanto non si creda! Diciamoci la verità: chi di noi “disabile” non s’è sentito chiedere, almeno una volta, da un “normale” il tesserino per entrare in centro città? Chi non ha mai visto i genitori, fratelli, amici o parenti di disabili usare il contrassegno del congiunto o dell’amico per i propri comodi?

La situazione deve aver raggiunto livelli intollerabili se, in una recente intervista, Claudio Puppo, Presidente Nazionale Anglat (Associazione Nazionale Guida Legislazione Andicappati Trasporti), ha sostenuto che il 60/65 per 100, due contrassegni su tre, sono usati impropriamente. Addirittura in modo truffaldino, contraffatti o duplicati. Se nei luoghi pubblici ci pensa la polizia municipale a far rispettare gli spazi, non altrettanto succede nei luoghi privati, aperti al pubblico come supermercati, ristoranti, cinema, ecc.. Qui l’autorità pubblica non può intervenire, essendo questi, per l’appunto, spazi privati. È compito del titolare qui far valere le ragioni dei più deboli magari minacciando il prepotente di turno di far intervenire il carro attrezzi. Dal canto nostro abbiamo suggerito più volte ai nostri lettori di boicottare i proprietari inadempienti semplicemente non entrando nei loro esercizi (…e dopo averlo fatto sapere al proprietario, s’intende!).

Non si è ancora fatta largo una cultura del rispetto né un’applicazione, se non sistematica per lo meno attenta, delle disposizioni di legge. In questa direzione possono agire le autorità sia con qualche campagna di sensibilizzazione (la carota) sia con sanzioni per i prepotenti (il bastone).

Anche noi disabili, però, possiamo contenere questo abuso mettendo in pratica alcune regole, ricordate nell’intervista dal Presidente dell’Anglat, nell’utilizzo del contrassegno:

  1. Il cittadino possessore del contrassegno invalidi, dovrebbe custodire tale “documento” gelosamente ed utilizzarlo esclusivamente sulla vettura che in quel momento è direttamente al Suo servizio;
  2. I familiari dei titolari di detto contrassegno, dovrebbero prestare maggiore attenzione non esponendolo sul parabrezza, quando il titolare disabile non è a bordo del veicolo o nelle immediate vicinanze;
  3. Un maggiore controllo, sanzionamento ed eventuale ritiro del contrassegno già previsto dalla Circolare dell’ex Min. LL. PP. numero 1030 / 83, da parte delle forze dell’ordine preposte alla vigilanza del traffico;
  4. Quando l’Agente preposto al traffico verifica che l’automobilista sta utilizzando e/o ha esposto una fotocopia (o immagine scannerizzata) del contrassegno invalidi, oltre al ritiro della fotocopia e al sanzionamento (ai sensi dell’Articolo 188 del C.d.S. – il quale prevede una sanzione amministrativa, dalle 122.500 lire alle 482.500), deve procedere anche con la denuncia dell’autista per truffa e contraffazione di un documento;
  5. Manca da parte degli Enti Pubblici di campagne informative / culturali sul corretto utilizzo sia del citato contrassegno che sui “motivi” della non occupazione abusiva per i posteggi, degli scivoli, dei marciapiedi, realizzati per garantire la massima mobilità di tutti i cittadini, in particolare delle persone invalide.

Ecco, cominciamo col fare la nostra parte e vedrete che qualche posto libero in più lo troveremo!

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