Eccoci dunque pronti a presentare i nostri saluti, che in verità sono solo formali, perché se l’anno di Servizio Civile è già finito, la nostra permanenza a Prodigio si protrae per altri sei mesi e, magari, anche di più. Un anno importante, sotto molti aspetti, che ci ha informato di molte cose e condotto a conoscere realtà molto vicine alla nostra ma di cui nessuno si sente in obbligo di parlare.
Novità ce ne sono state, come la recente collaborazione con Telepace, con cui realizzeremo alcuni servizi televisivi mirati a riproporre gli ideali del giornale (con brevi interviste e reportage), ed il supporto professionale dell’Ordine degli Psicologi di Trento, grazie al quale a breve apriremo sul nostro sito un indirizzo mail per poter finalmente rispondere alle numerose mail che ci chiedevano un aiuto psicologico su casi di natura molto delicata.
L’esperienza del Servizio Civile la consigliamo a chiunque desideri confrontarsi con il mondo prima di affrontare l’esperienza di un lavoro fisso. Ma a questo riguardo una piccola osservazione: l’associazione Prodigio fa parte del lungo elenco di progetti che non sono stati valutati positivamente dalla selezione per il Servizio Civile. Ogni anno è sempre più difficile aver a che fare con la stesura di nuovi progetti, le nostre risorse umane sono esigue, siamo una piccola realtà, che anni fa si è prefissata l’obbiettivo di esportare informazione e cultura, sia attraverso il giornale, sia con gli incontri di sicurezza stradale (ove mostriamo come prevenire incidenti alcol correlati) a ragazzi di scuole medie e superiori. C’è difficoltà a competere con enti e cooperative di numeroso personale, a cui la mancanza di volontari non influisce sulle attività perseguite. Prodigio è un’associazione di volontariato, al cui interno non vi è personale retribuito, ma tutto si regge sulla disponibilità di volontari e collaboratori, e negli anni questi volontari hanno potuto imparare molto essendo portati a far crescere il progetto di giornale in prima persona. Un’occasione di crescita e maturazione. È giusto operare un taglio alla sempre più grande richiesta di volontari da un numero di enti in costante aumento, ma non dovrebbero essere colpiti coloro a cui la mancanza di questi progetti crea enormi difficoltà.
Andrea Truant, Tiziana Girardi