I volontari di Prodigio salutano…

Autori:Redazione

Data: 01/10/09

Rivista: ottobre 2009

Grazie per tutto quello che abbiamo imparato

Ciao Prodigio…
Sembrano passati pochi mesi da quel giorno in cui siamo entrate a far parte dell’Associazione Prodigio, invece è trascorso un anno intero. Anche per noi è arrivato quindi il momento di abbandonare l’esperienza di servizio civile e ritornare alle attività precedenti ma sicuramente con un grande bagaglio di esperienza in più. Fare servizio civile in questo luogo è stato per noi un’opportunità per metterci alla prova soprattutto dal punto di vista umano e di coscienza personale.
Stare a contatto per molto tempo con persone disabili e affrontarne le tematiche ci ha insegnato che la diversità fa pensare ma anche crescere…
Secondo definizione da vocabolario la parola associazione deriva da socio e rappresenta un insieme di persone organizzate ed operanti per il conseguimento di un fine comune. Facendone parte abbiamo capito perciò che nonostante non sia sempre bello dover lavorare con persone con idee differenti dalle tue, se c’è tolleranza e identità di obiettivo, ogni singola persona è indispensabile e contribuisce con le sue particolarità a raggiungere lo scopo prefisso.
Abbiamo imparato che non bisogna avere paura di fare cose mai fatte ma piuttosto affrontarle con serenità, decisione e voglia di fare.
Abbiamo imparato che se sei davvero desideroso di raggiungere la meta che ti sei imposto, il percorso e il lavoro per arrivarci non sarà così faticoso come quando fai una cosa che non ti piace perché sei alimentato dalla passione.
Scrivere per questo giornale ci ha fatto comprendere che l’informazione è una delle basi della dell’armonia e della coscienza sociali; ma più di tutto abbiamo imparato a guardare il lato positivo delle cose, perché niente è per sempre perduto se quando hai delle difficoltà ti rimbocchi le maniche e chiedi aiuto; a questo punto nessun ostacolo è insuperabile che sia di natura fisica o mentale.
E per tutti questi insegnamenti che ci ha dato in questo anno vogliamo ringraziare Prodigio, Pino in particolare, che ha avuto grande coraggio e forza nell’affrontare le avversità e più di ogni altra cosa ha saputo dimostrare, anche a chi non è sulla sedia a rotelle, una grande voglia di vivere.

Leonardi Elena e Franchesca Nicolodi

Saluti sopra lo sconforto per l’abbandono del dilettissimo Lorenzo

Pare che quest’anno infine ha fatto il proprio corso
Prodigio ha dato e dato
che Prodigio ha ricevuto pure
io senza rimorso posso pure salutare, pare.
Non mi interessano le favole e le chiacchiere
ne tantomeno importano a chi tira avanti la baracca
fiacca
la situazione prima che arrivassimo ed il massimo
è che adesso ce ne andiamo, e che sarà?
Prossimo capitolo: peggiore? No, è ridicolo
Massima fiducia al Nuovo e a quello che farà.
Quindi ciao a Pino, Carlo, Ugo, anche il postino, tutti!
Ciao a quelli che ho dimenticato e sono offesi,
matti!
…Non l’han capito che rimango altri sei mesi?

Accomiato di Fabrizio Venturelli

Salutare quando si arriva è d’obbligo, quando si va è educazione; è per questo che per non lasciare nulla in sospeso, le circostanze consigliano di mettere nero su bianco un arrivederci.
Sono ormai quasi due anni qui a Prodigio. E bisogna ammetterlo, sono volati: senza invadere, il giornale, gli incontri nelle scuole e i concertini, hanno riempito questo tempo trascorso, e senza entrare nel noioso dettaglio, lo hanno sicuramente colorato di varie piacevoli sfumature.
Screzi e incomprensioni non sono mancati, ma alla fine il bicchiere è sicuramente mezzo pieno, più che mezzo vuoto, anzi, pieno a tre quarti, quantificando.
Comunque, giungendo al doveroso dunque, saluto Pino, Ugo, Carlo, Giusi, Lorenzo, Tiziana, Andrea e tutti gli altri.

Fabrizio Venturelli

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