iCube, il robot che aiuta i bambini autistici

Il robot umanoide iCub, realizzato all’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Morego sarà protagonista – per la prima volta al mondo – di un trattamento sperimentale nell’ambito di una ricerca sui disturbi dell’autismo all’interno di una struttura riabilitativa.

Nei prossimi mesi il team Social Cognition in Human-robot Interaction di IIT guidato dalla ricercatrice Agnieszka Wykowska lavorerà insieme all’equipe riabilitativa del Centro Boggiano Pico di Genova, polo specializzato nel trattamento dei disturbi del neurosviluppo dell’Opera Don Orione, per testare l’efficacia dell’utilizzo del robot nel trattamento di bambini affetti da disturbo dello spettro autistico direttamente in un contesto ambulatoriale. 

Il progetto nasce dall’idea di mettere concretamente la ricerca e la tecnologia più avanzata al servizio della società in un contesto puramente di cura. Nell’ambito di un intervento multidisciplinare e personalizzato, la sperimentazione prevede l’interazione tra il robot iCub e un gruppo di bambini già inseriti nel percorso terapeutico del Centro Boggiano Pico, allo scopo di sviluppare le loro capacità di comprendere il punto di vista altrui.

La fase iniziale della sperimentazione si rivolge a circa 50 bambini e si concluderà a giugno 2021. L’obiettivo, nei prossimi anni, è sviluppare ulteriori e diversi training che possano aiutare bambini con spettro autistico a implementare e accrescere specifiche competenze. 

La dott.ssa Tiziana Priolo e la dott.ssa Federica Floris, neuropsichiatra infantile la prima e psicologa la seconda presso il Centro Boggiano Pico, coordinano la sperimentazione per l’Opera Don Orione. “L’obiettivo è quello di verificare l’efficacia di nuovi protocolli di trattamento, integrando i modelli di riabilitazione raccomandati attualmente per il disturbo dello spettro autistico con interventi più specifici per le abilità sociali”, spiega la dott.ssa Priolo. “A lungo termine, la prospettiva è quella di ottenere nuovi strumenti che supportino l’équipe nella presa in carico dei bambini e degli adolescenti. La domanda alla quale vogliamo dare una risposta è: il robot e l’intelligenza artificiale possono diventare strumenti aggiuntivi con i quali acquisire nuove capacità?”

Il robot umanoide iCub (i come in “iRobot” e Cub come cucciolo d’uomo (man-cub) del Libro della Giungla di Kipling) è stato progettato specificatamente per supportare la ricerca nel campo dell’intelligenza artificiale. iCub è alto 104 cm, circa quanto un bimbo di 5 anni, ed è in grado di gattonare, camminare e sedersi per manipolare oggetti. Le sue mani sono state progettate per effettuare anche complesse azioni di manipolazione. iCub viene distribuito sotto licenza Open Source (GPL/LGPL) e vanta una comunità attiva di sviluppatori in tutto il mondo. Da quando è nato il progetto sono oltre 30 i robot costruiti e a disposizione di laboratori europei, statunitensi, coreani e giapponesi. Si tratta di una delle poche piattaforme al mondo con pelle sensibile su tutto il corpo in grado di interagire con l’ambiente.

 

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