Il Barba

Data: 01/04/18

Rivista: aprile 2018

Categoria:Disagio e inclusione

Osteria Numero uno è il nuovo nome dell’ex Bar Bianco di via Scuole che, dopo un’apertura improvvisata, sarà occasione di visibilità e anche esperienza importante per imparare un lavoro per persone disabili. Il responsabile della locanda è Francesco Gerosa e la responsabile dei progetti di inserimento dei ragazzi invece è Rachele Gottardi. L’apertura ufficiale risale alla fine di novembre 2017 ed è gestito dalla cooperativa sociale Dal Barba, che già a Villa Lagarina si occupa di dare occupazione a persone disabili. La presidente della cooperativa, Paola Dorigotti, spiega che partirà un progetto con le cooperative sociali Villa Maria e Amalia Guardini, e permetterà agli utenti di partecipare a questa importante esperienza, in un lavoro che è anche motivo di rapporto col pubblico. Verso l’inizio di febbraio 2018 si è voluto festeggiare con il presidente della giunta provinciale Ugo Rossi, sia l’impegno di lavoratori che movimentano la locanda, sia il successo del calendario realizzato grazie alla collaborazione fra istituto Sandro Pertini, per trucco e parrucco, istituto Artigianelli, per la realizzazione grafica, infine per la realizzazione dei grembiuli del centro Moda Canossa sotto la supervisione del fotografo professionista Alessio Osele e la coordinatrice Patrizia Pace. L’entusiasmo di tutti è stato amplificato dalle 250 copie distribuite ad offerta libera, dove i soldi raccolti andranno a finanziare il progetto dove i protagonisti sono persone con diverse forma di disabilità: dai disturbi dello spettro autistico alla sindrome di Down. Paola Dorigotti precisa che sono sole 6 le cooperative di questo stampo in Italia, e questa è la prima in tutto il trentino, ed è per questo che nella sua unicità si punta ad un riconoscimento come impresa sociale e non come forma di assistenzialismo. Sottolinea il presidente Rossi “Come spesso accade, prima ci sono i bisogni delle persone, e poi le risposte della società civile. È a questo punto che interviene l’amministrazione pubblica per affiancare, sostenere e regolare queste realtà: capita a volte che i metodi esistenti non siano consoni, e allora ci si darà da fare per migliorare la situazione. In Trentino non si fa mai abbastanza per l’inclusione, e in questo caso siamo di fronte ad un bell’esempio in cui le persone si sentono realizzate fornendo un servizio alla comunità”.

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