Il cammino che resta

Data: 01/10/04

Rivista: ottobre 2004

Questa volta parliamo di un libro che, per l’argomento trattato e le scarse probabilità di avere lettori, sarà ben difficile possiate trovare in qualche libreria! Ci è stato infatti spedito da un’amica di Prodigio che lavora presso l’associazione Campagna italiana contro le mine e parla di mine terrestri e della Campagna promossa in Italia per la loro messa al bando. pro.di.gio. si è più volte interessato a questa arma per il gran numero di morti e soprattutto di mutilati che provoca.

Il libro ricostruisce il percorso dell’Italia da leader mondiale nella produzione di questi ordigni a promotore della loro messa al bando. Illustra criticamente i passaggi negoziali di questo cambiamento di posizione e delinea gli impegni umanitari assunti dal nostro Paese negli ultimi anni verso le vittime delle mine e nello sminamento di territori minati. Le pessime notizie provenienti in questi giorni da vari angoli del mondo non sembrano suggerirci altro che questa necessità.

L’Italia ha dato un contributo significativo alla diffusione delle mine nel mondo: fino al 1992, infatti, il nostro Paese è stato, in compagnia di Cina, Stati Uniti, Francia e Unione Sovietica tra i massimi produttori ed esportatori. Davvero impressionanti l’illustrazione delle qualità di alcune mine: c’è ad esempio la “VS SA PFM 3” che, lanciata in aria da una piccola carica appena dopo il passaggio di uno qualsiasi, militare, bambino, contadino, passante, mucca, capra ecc…, esplode a 45 centimetri dal suolo spargendo intorno 1600 frammenti con una saturazione, ossia con effetti letali, in un raggio di 25 metri. Dimensioni: 128 millimetri di diametro e 105 di altezza: praticamente due pacchetti di sigarette affiancati! Per facilitare il lavoro a chi le impiega, è a disposizione anche un comodo SY-SAT (ideazione e produzione Misar) con cui si possono disseminare le mine dall’elicottero. Capacità massima: 2496 mine antipersona a volo!

Per contrastare questo poco onorevole presenza italiana nei “top five”, nasce nel 1993 la sezione italiana della “Campagna Internazionale per la Messa al Bando delle Mine”. Facendo leva sull’opinione pubblica, essa costringe nel 1994 il Parlamento ad approvare una moratoria unilaterale (sospensione), ossia senza tener conto di quel che fanno i vicini, sulla produzione ed esportazione di mine.5

La strada è quella giusta tanto che nell’ottobre del 1997 in Parlamento dà il via libera alla Legge numero 347/97. Sancisce definitivamente l’illegalità delle mine e impone la distruzione di quelle immagazzinate negli arsenali dell’esercito. Il governo italiano può quindi firmare il 3 dicembre 1997 la convenzione di Ottawa (in Canada) sul bando delle mine, convenzione poi ratificata dal Parlamento nell’aprile del 1999.

La conversione italiana fa un ulteriore passo in avanti nel 2001 quando viene trasformata in Legge la proposta di creare un fondo speciale per lo sminamento umanitario e la bonifica di territori da restituire alle colture. Nel ottobre 2002, con oltre un anno di anticipo rispetto alla scadenza fissata, l’Italia completa la distruzione delle proprie mine.

Naturalmente, rimane ancora molto da fare!! Il rapporto ricorda come del mondo siano attive 110 milioni di mine sia in paesi tuttora in guerra (Afghanistan, Cecenia, Iraq) sia in paesi oggi pacificati (Angola, Cambogia, Bosnia, Mozambico) in cui la gente cerca solo di vivere in pace. Le mine, però, non lo sanno e continuano a fare il loro mestiere rimanendo in agguato: 20 mila morti o feriti all’anno; ogni 20 minuti un’esplosione uccide o ferisce una persona, nel 85% dei casi un civile; il 20% delle vittime sono bambini.

Il libro contiene anche un’appendice in cui riporta le leggi, le convenzioni e ratifiche che hanno portata al bando delle mine nonché un elenco dei paesi che hanno aderito alla convenzione di Ottawa.

Come detto sopra, non sarà facile trovare il libro (provare per credere!) per cui converrà rivolgersi direttamente all’Associazione campagna italiana per la messa al bando delle mine antiuomo (www.campagnamine.org) oppure presso chi lo ha messo in stampa: “Rubettino Editore, Viale dei Pini 10, 88049 Soveria Mannelli (Catanzaro) – Telefono: 0968-662034”

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