Il castello e le barriere

Data: 01/10/06

Rivista: ottobre 2006

Abbiamo ricevuto il 16 agosto scorso da Davide, per posta elettronica, questa lettera aperta con richiesta di pubblicazione. È l’ennesima protesta contro la mancanza o la non adeguatezza di sistemi per il superamento delle barriere architettoniche in strutture pubbliche, in questo caso del Castello del Buon Consiglio. Sappiamo che i responsabili della struttura hanno ben presente il problema dell’accessibilità per tutti alle sale ma finora non si sono registrati risultati apprezzabili. Considerato il gran numero di visitatori ed il grande successo registrato da ogni mostra ospitata, la certezza che più di un disabile abbia dovuto rinunciare alla visita è evidente da sé: è proprio così difficile trovare una soluzione o, se preferite, una via d’entrata al problema, il Castello?


Reclamo. Si ritiene assolutamente necessario far presente a codesto spettabile quanto accaduto in data 14/08/2006 ad una donna “Handicappata”.

Ci preme far riferimento al termine sopra indicato in quanto attualmente la società si preoccupa di definire tali soggetti con termini che non ne offendano la dignità definendoli “disabili o diversamente abili”, ma, al di la di questa semplice accortezza tutto il resto manifesta l’enorme INDIFFERENZA degli amministratori delle comunità, persino quelle cosiddette più evolute come si definisce quella TRENTINA.

Veniamo ora dimostrare quanto accaduto.

Siamo un gruppo di amici fra quali una disabile in carrozzina, Adele Gesso, che in data 14 agosto 2006 hanno deciso di andare a vedere la mostra del “Romanino” allestita presso il Castello del Buon Consiglio in Trento. Prima di recarci sul posto abbiamo contattato l’ufficio informazioni per richiedere se fossero presenti strutture idonee ad accogliere anche disabili. La risposta è stata che “non vi erano strutture ma che comunque, l’accesso alle sale dalle scale era agevole”, certo è, che appare curioso definire agevole una scala per un disabile ma fiduciosi sulle informazioni ricevute in gruppo ci siamo recati ugualmente sul posto.

La mostra è stata allestita al piano primo e secondo del castello, ai quali si accede superando circa 7 rampe di scale.

A quel punto, se la nostra amica ha potuto vedere la mostra è stato solo grazie alla nostra buona volontà nel portarla con fatica su e giù per quelle scale, e non certo per la struttura “fortemente non idonea ad accogliere i disabili” né con mezzi né con personale; A tale proposito precisiamo, che oltre tutto nessuno degli addetti presenti in quel momento si è offerto di aiutarci.

Ci domandiamo come potrebbe fare un gruppo di disabili qualora decidesse di venire a vedere la mostra in questione.

Quale sarebbe l’accoglienza loro riservata? Come dovrebbe sentirsi una persona così fortemente discriminata? Perchè è possibile allestire una mostra in un luogo non idoneo ad accogliere disabili?

In merito a quanto riferito, ci auguriamo pertanto che al più presto vengano effettuati gli interventi adeguati, oppure che le future manifestazioni di interesse collettivo vengano poste in essere solo in strutture che non siano discriminanti verso le persone meno fortunate, e che per questo hanno certamente più diritti degli altri a veder tutelata la loro libertà.

Sono disponibili le foto comprovanti le difficoltà affrontate per non deludere un’amica.

Firmato: Baraldi Davide, Sacchi Maria Pia, Guglielminetti Eraldo, Bellachioma Antonella, Stefani Alberto, Dolzani Mirella, Guglielminetti Gioconda, Stefani Elisa, Gesso Adele.

Baraldi Davide

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