Il concorso Access City Award

Data: 01/12/14

Rivista: dicembre 2014

Anche quest’anno prende avvio il concorso europeo “Access City Award” che dal 2010 assegna il premio europeo per le città accessibili. Il premio fa parte dell’impegno dell’UE per creare un’Europa senza barriere ed è stato promosso dalla Commissione Europea. In tutto sono 171 le città che hanno partecipato dal 2010 ad oggi, incluso diverse città italiane che tuttavia non hanno mai ottenuto dei riconoscimenti europei. Ci troviamo dunque al quinto anno consecutivo di questa iniziativa che vede l’attivarsi delle città europee per ottenere un riconoscimento prestigioso alle loro politiche per migliorare l’accessibilità degli spazi urbani per persone con disabilità o anziane.

Secondo Viviane Reding, Vice presidente della Commissione europea e Commissaria europea per la giustizia “l’Access City Award consente alle città europee di dare visibilità ai propri progetti per rendere la vita più accessibile per tutti” e “l’accessibilità offre nuove opportunità d’affari e può fungere da vero e proprio stimolo per l’innovazione e la crescita.”

Il premio consiste in un riconoscimento che viene assegnato alla città che abbia dimostrato di avere migliorato in modo sostenibile l’accessibilità ad aspetti fondamentali della vita urbana e che abbia piani concreti per migliorarla ulteriormente. Un’accessibilità intesa nel suo senso più ampio: quella dell’ambiente costruito e degli spazi pubblici, quella dei trasporti e delle relative infrastrutture, quella dell’informatica e della comunicazione e quella delle strutture e dei servizi pubblici. Scopo del premio è fare in modo che le persone con disabilità abbiano pari opportunità di accesso alla vita cittadina. Cinque sono gli ambiti di intervento: l’ambiente costruito, gli spazi attrezzati, i trasporti pubblici e le tecnologie, informatiche e di comunicazione.

La Commissione europea assegna quest’anno i premi il 3 dicembre 2014 a Bruxelles, in occasione della conferenza per la “Giornata europea delle persone disabili”.

Quest’anno il titolo è conteso tra Spagna, Finlandia, Lussemburgo, Svezia, Slovenia e Ungheria. Le iscrizioni all’Access City Award 2015 si sono chiuse lo scorso 10 settembre: 62 le candidature presentate, da parte di 20 stati dell’Unione europea. La preselezione è stata affidata a giurie nazionali, composte da rappresentanti di consigli nazionali sulla disabilità ed esperti in materia di accessibilità e invecchiamento, col supporto della piattaforma europea Age e della pubblica amministrazione. Sono state selezionate, all’interno di ciascun Paese, tre città da sottoporre in fase finale al vaglio di una giuria europea. Da una prima selezione 33 sono state le città scelte, tra queste solo 7 sono uscite come finaliste per il “Premio per l’accessibilità 2015”.

Queste le sette città europee finaliste: Arona (Spagna), Borås (Svezia), Budapest (Ungheria), Helsinki (Finlandia), Logroño (Spagna), Lubiana (Slovenia) e Città di Lussemburgo (Lussemburgo).

Purtroppo non c’è nessuna città italiana tra le finaliste, come del resto nelle precedenti edizioni. Infatti erano solo Alessandria, Brescia e Parma le città, tra le 33 candidate.

E la città di Trento? Essa risultava tra le candidate italiane solo nel 2012, in cui la concomitanza con il “Festival dell’Economia” faceva ben sperare di piazzare il capoluogo trentino tra le favorite, ma i fatti ci ricordano che non si avvicinò neanche lontanamente alla finale. E pure sono molti anni che si cerca di sensibilizzare la cittadinanza, la politica locale e nazionale nel comprendere l’opportunità intrinseca di realizzare delle città fisicamente e culturalmente accessibili. Uno scivolo o una passerella sono elementi architettonici che semplificano la vita di tutti, come anche il rispetto dei posteggi per disabili e dei marciapiedi. Non si tratta semplicemente di pensare e realizzare spazi dedicati a una fascia determinata di persone, ma a delle soluzioni che vadano bene sia per l’anziano, che per la madre col passeggino, che per il disabile o per chiunque abbia a diverso titolo esigenze particolari di mobilità.

Questo rappresenta un salto di qualità culturale, sociale e di gestione della vita pubblica da non lasciarsi scappare, una sfida non solo per il futuro, ma un’opera concreta e calata nel presente. In un contesto in cui, a fronte di una ricca normativa che non lascia niente al caso, dobbiamo continuamente confrontarci con una pratica quotidiana dell’accessibilità degli spazi che è ancora ben lontana dalle ambiziose targhe di riconoscimento.

 

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