Con lo slogan «il grande cuore dei trentini», la nostra Provincia ha inaugurato il 13 settembre 2016 la scuola modulare di Amatrice, costruita in soli 17 giorni tra le macerie del terremoto che il 24 agosto, in pochi minuti, ha spazzato via alcuni tra i borghi più belli d’Italia. Sembravano parole destinate a sbiadire sotto la neve di una tragedia senza precedenti nella storia moderna del nostro Paese e invece si sono trasformate in un motto meravigliosamente riempito con il know – how e la disponibilità di Piazza Dante, che in questi mesi ha saputo costruire una spessa rete di solidarietà nei confronti delle popolazioni terremotate del Centro Italia.
Nel mese di gennaio, a fronte delle nuove scosse di terremoto e dell’emergenza neve, il Dipartimento della protezione civile della provincia di Trento ha assunto il coordinamento di tutte le regioni italiane in materia di sgombero delle strade e supporto alle frazioni isolate, per un totale di 7.500 uomini e 260 mezzi in azione.
Oltre 50 tra vigili del fuoco e operatori della protezione civile trentini sono partiti alla volta dell’Abruzzo per guidare gli spazzaneve, ma anche tagliare gli alberi caduti in prossimità delle linee elettriche o lungo le strade principali; 16 tecnici del soccorso alpino sono stati invece impegnati in prima linea nella ricerca dei superstiti dell’hotel di Rigopiano. Accanto alla massiccia solidarietà istituzionale non possiamo però dimenticare le iniziative spontanee di chi ha inviato in Centro Italia generi alimentari, beni di prima necessità come pannolini e medicinali e degli allevatori e veterinari di qui che hanno raccolto mangime e balle di fieno per i bovini e gli ovini rimasti intrappolati nelle stalle semicrollate dal terremoto e isolate a causa della neve. Questi animali rappresentano infatti il nucleo forte dell’economia della regione e salvare loro, significa dare ai proprietari la speranza di poter un giorno tornare a ricostruirsi in queste terre un lavoro e una vita.
E poi c’è chi ricorda che dietro il generalismo della definizione «popolazioni terremotate» ci sono amici e conoscenti, che fino a poco prima che iniziassero le scosse avevano una quotidianità in tutto e per tutto simile alla nostra: è il caso dei titolari dell’Hotel Daniela di Levico Terme, che hanno deciso di riaprire la struttura, in cui ci sono anche due camere attrezzate per disabili, per ospitarvi gratuitamente i propri clienti abruzzesi, aquilani e marchigiani vittime di questa calamità naturale. «Noi trentini siamo rustici e chiusi, ma quando serve ci siamo» commentano, poi ci salutano e riagganciano, con la modestia e la riservatezza tipica della gente buona e semplice partorita dalle nostre montagne.