Il lato artistico della festa

Data: 01/12/13

Rivista: dicembre 2013

Giro con la mia videocamera accesa, c’è un clima disteso in questa giornata di fine estate, il caldo è ancora assillante nonostante alcune nuvole minacciose all’orizzonte. Tutto intorno si balla, si suona, si dipinge, c’è chi scambia due parole con il vicino di quartiere, chi si diletta con le percussioni nello spazio dedicato alla musico terapia. Era un po’ di tempo, almeno ha detta degli anziani del quartiere, che non si vedeva uno spirito di condivisione così genuino.

Ci sono i ragazzi dell’Anffas, che sembrano visibilmente felici, è un chiasso gioioso e fraterno quello che sentono intorno a loro. Per una volta tutti insieme anche gli operatori e presidenti delle cooperative e associazioni presenti. La scena più bella la catturo con il mio obbiettivo, sono nell’angolo delle percussioni, vedo bambini, madri, operatori, passanti che insieme suonano un ritmo che nasce spontaneo. Nessuna indicazione, ma ognuno inconsapevolmente contribuisce a trovare l’equilibrio giusto e funziona!

Poi ci sono i duetti di tromba e fisarmonica, per infondere musiche tradizionali, ma che ben presto si mescolano con i ritmi africani dei “Black and White” e dei loro bonghi. Ne risulta un suono nuovo, a momenti balcanico e in ogni caso capace di infondere energia positiva a tutti i presenti. Mi sposto un attimo dal fragore di tamburelli, bastoncini e jambe dirigendomi verso i ragazzi dell’Istituto A. Vittoria di Trento, hanno posizionato le loro grandi tele ai margini della piazza e si sono divisi in due gruppi di lavoro. Il loro messaggio vuole essere un chiaro invito all’arte come strumento culturale e d’espressione di pensiero.

Quando sono stati invitati a partecipare a quest’evento gli è stato chiesto d’interpretare e rappresentare su tela il tema dello scambio intergenerazionale. Fin da subito si vede che hanno le idee chiare e iniziano a stendere la base di colore, gli stili che emergono sono interessanti e trovano fra loro equilibrio tra dinamismo e staticità. Un gruppo riprende il tema della vecchiaia e lo rende vivo ed esplosivo, sa di futurismo di Boccioni, colori rossa accesi e linee severe che raffigurando un vecchio incattivito dall’esistenza che riversa nel vento parole dure e di denuncia, ricavate da ritagli di giornale. Le ragazze invece prediligono linee morbide colori rassicuranti come il verde, l’ocra, dipingendo simboli di forza, resistenza e condivisione: come le pieghe nella corteccia di una possente quercia, simbolo di femminilità e saggezza, regala la sua ombra ad una donna dai tratti persiani intenta ad aggiustare i capelli di una anziana signora.

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