Il metodo antistronze

Data: 01/08/09

Rivista: agosto 2009

Qualche anno fa uno psicologo americano, il professor Sutton di Stanford, aveva dato alle stampe un manuale di sopravvivenza contro, scusate la parolina, gli “stronzi”. Chi sono costoro? Sono le persone prepotenti, gli arroganti, gli autoritari dal tono sempre rimproverante e gli iper competitivi. Sono pericolosissimi perché capaci di distruggere chiunque per affermare se stessi, per difendere il proprio potere, i propri ruoli, la propria centralità o il proprio cantuccio dagli altri. Ora un altro psicologo, Danny Samuelson insegnante di psicologia delle relazioni in un’università di New York, afferma che in realtà le persone più pericolose sono le “stronze”! Di chi si tratta?

Sono le persone che tramano dietro le quinte e che vi fanno il vuoto attorno perché vi odiano o vi vogliono solo per sé; quelle che vi danneggiano dicendo che però lo fanno per il vostro bene; quelle che si rincrescono delle vostre disgrazie dicendovi: Mi spiace ma non ho potuto far niente per aiutarti!; quelle che si impongono non per la propria personalità e con le idee ma con la malizia, la cattiveria o piangendo e lamentandosi oppure buttando lì una frasetta dall’effetto demoralizzante a commento di un vostro ottimo risultato: Non hai fatto che il tuo dovere!; quelle che vedendovi tagliare l’erba in giardino, vi chiedono: Ti porto il rastrello? Naturalmente la stronzaggine al femminile non è legata al sesso o al genere, non è cioè un tratto esclusivo della personalità femminile, ma al comportamento: anche un uomo può essere una perfetta stronza! In ogni essere umano, infatti, vi è una parte maschile e una femminile e molte teorie della personalità sostengono che una loro corretta ed armoniosa integrazione permette uno sviluppo psichico importante, un buon rapporto con la realtà e relazioni costruttive con gli altri. Se, però, qualcosa va storto e non c’è equilibrio, se una parte prevarica l’altra, allora cominciano i problemi: il rischio di diventare stronzo o stronza è in agguato! Il lato maschile della stronza è un disturbo del carattere e della personalità cioè dell’Ego, quello femminile è un disturbo dell’affettività e della coscienza. Se leggendo il libro vi riconoscerete come una stronza, sarà inevitabile per voi farvi curare? Non è detto!! Pur se la stronza che è in tutti noi è incurabile, è una parte del nostro animo che non potremo mai eliminare del tutto, può diventare, se sai come usarla, una preziosa risorsa. Tanto per fare un esempio: gli arroganti e i prepotenti, cioè gli stronzi, si tengono a bada solo con una buona dose di stronzaggine al femminile. Per dar modo di difenderci, l’autore presenta 101 profili di personalità “stronze” descritte per il loro modo di agire, di operare, di danneggiare e manipolare il prossimo. Contro ognuna propone un antidoto specifico comodissimo per tener lontano il pericolo ed, eventualmente o per renderlo il meno dannoso possibile. Non va sempre così, però!! Samuelson ricorda un suo paziente, un avvocato cinquantenne, che, dopo qualche seduta in psicoanalisi, gli disse: “Grazie a Lei dottore ho scoperto di essere una stronza ma la sa una cosa? Mi piaccio ancora di più così!” Quindi non sentiamoci in colpa se, a fine libro, scopriremo di essere un po’ stronza: piuttosto, impariamo a sdrammatizzare la stronza dentro di noi, addolciamola e magari, da strega che era, diventerà una fata gradevole e burlona.

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