Teresa e Juan Marino, figlio del presidente/dittatore di un Paese del Centroamerica, vogliono coronare il loro amore sposandosi: purtroppo il matrimonio non s’ha da fare, almeno finchè la giovane protagonista non riuscirà a trovare il padre mai conosciuto, il leggendario Hugo Almendros, misterioso rivoluzionario scomparso nel nulla da vent’anni.
Il viaggio che Teresa intraprende è lungo e pericoloso, le persone con cui entra in contatto per raggiungere il suo scopo non sono sempre raccomandabili, le descrizioni ed i racconti riguardanti quell’uomo che le ha dato la vita ma non ha nemmeno atteso la sua nascita sono sognanti, contraddittori, pongono delicate questioni e insinuano dubbi nell’ingenuo cuore della ragazza.
Quattordici scrittori e scrittrici provenienti da tutto il mondo si cimentano con una global novel: ognuno con i propri due capitoli (la scelta dell’ordine è lasciata alla sorte) ci regala un po’ del suo universo, del suo pensiero, giocando con gli altri a costruire un romanzo avventuroso ed in continua evoluzione.
“Quegli sporchi quattordici” affrontano tematiche difficili, il terrorismo, il senso delle rivoluzioni, la figura dell’eroe della guerriglia e ciò per cui lotta. Ogni autore apporta il proprio stile e la propria fantasia, ma soprattutto un punto di vista personale, filtrato da storia e cultura diverse; questo il senso di un romanzo globale che, oltre ad essere un gioco letterario, permette l’incontro di scrittori e Paesi, sottolineando differenze e peculiarità anziché tentare di livellarle, in una dimostrazione di auspicabile civiltà.