Vincenzo Andraous scrive regolarmente a questo giornale da tempo, praticamente dalla sua uscita sette anni fa. Invia per e-mail le sue osservazioni, le sue esperienze, i suoi punti di vista che sono poi quelli di uno che, dopo aver sbagliato e pagato con anni di carcere per i propri errori, ha deciso di porre la propria esperienza a favore di chi inciampa sul cammino della vita. Il nostro giornale è un bimensile e ben difficilmente riesce a pubblicare i suoi articoli in contemporaneità all’uscita dalla sua penna. Capita così che essi vengano collocati dai redattori in una cartella “Archivio” per essere ripresi appena si rende disponibile uno spazio adeguato. È successo così per uno in cui Vincenzo descriveva come avrebbe dovuto essere un carcere capace di rimettere in corsa chi era stato tenuto fermo dentro di esso. Orbene, quell’articolo sta tornando di grande attualità perché proprio qui a Trento, in località Spini, zona nord ai confini con Lavis, sta sorgendo il nuovo carcere. Avrà una capienza di 244 persone (altre voci parlano di 300). Stando ai termini dell’appalto, affidato dopo vari contenziosi tra ditte, dovrebbe essere pronto entro cinque anni dall’avvio dei lavori. Costerà circa 60 milioni di euro. Le prime ad essere tirate su sono state le mura perimetrali (maggio ‘07), ben visibili da tutta la collina a nord di Trento.
L’attuale carcere di Trento, seppure vecchio, è stato costruito dagli Austriaci tra il 1880 e il 1890, è in condizioni accettabili dopo essere stato ristrutturato tra il 2000 e il 2001. La mancanza di spazi sufficienti sia per i detenuti sia per le attività è la sua pecca più grande.
L’edificio è su tre piani e la metratura delle celle varia: la singola è di circa 8 – 12 metri quadrati, quelle multiple, da 4 persone, vanno da 30 a 43. Non si sembrino tanti! Ci sono miniappartamenti più piccoli dove ci campa a stento uno solo!!!
Le “comodità” concesse ai detenuti non mancano: la Tv resta accesa dalle 9 del mattino fino a notte inoltrata (si spegne alle 4), le docce sono disponibili tutti giorni dalle 9.30 alle 11 e dalle 13.30 alle 15.30 (poiché ai piani alti l’acqua fatica ad arrivare, i detenuti delle celle pari si lavano la mattina, quelli delle celle dispari il pomeriggio). La cucina è in ottimo stato, pulitissima, efficiente con diete diversificate, sia per i detenuti di fede islamica che per i malati (diabetici). Chi lo desidera può cucinare in cella sui fornelletti a gas.
Grandissima attenzione, e non poteva essere altrimenti, è stata prestata all’istruzione e professionalizzazione dei detenuti: le attività scolastiche coprono il 70% delle attività trattamentali. Gli allievi seguono corsi di informatica, disegno, pittura su ceramica, bricolage, giornale. I corsi sono frequentati da una media di 110-120 persone l’anno.
Il carcere era arrivato ad un punto di saturazione pericolosa del luglio 2006 quando il Parlamento concesse l’indulto. Prima di tale provvedimento, infatti, si era arrivati addirittura a 170 detenuti a fronte di una capienza teorica di 100 detenuti mentre, immediatamente dopo la sua applicazione, si era scesi al numero di 50. Attualmente, il numero dei detenuti nel carcere di Trento è arrivato a 70. Si tratta, comunque, di una dimensione decisamente inferiore, rispetto ai precedenti 170, anche se destinato ad aumentare.
La situazione dei detenuti è un po’ complessa. per loro sono affollare troppo le nostre carceri, infatti, lo Stato ha stabilito che condannati a meno di tre anni di pena non varcano la porta delle celle. da questo si deduce che i detenuti effettivamente in cella hanno perso il beneficio delle misure alternative. Quasi tutti hanno la revoca con blocco triennale o una situazione di non idoneità, cioè non sono ammessi ai benefici all’esterno in quanto evasi dagli arresti domiciliari o scappati dalla comunità.
benvenuto dunque al nuovo carcere di Trento che, a quanto hanno garantito autorità centrali e locali, sarà un vero modello per le opportunità messe a disposizione degli ospiti. La maggioranza delle celle, a quanto pare sarà singole e altre doppie. Solo in caso di necessità sarà possibile mettere due detenuti dove è previsto uno. all’esterno delle mura è in fase di realizzazione un’area residenziale per le guardie carcerarie, impianti sportivi per i detenuti, laboratori dove potrò imparare un’attività professionale che li renda autonomi una volta reinseriti della comunità. Accanto a questo anche aree di uso comune.
speriamo davvero che sia un carcere modello sul tipo di quelli che certo avrebbero l’approvazione di Vincenzo…
Ps: cifre, dati e notizie sul carcere di Trento sono state raccolte nel sito dell’associazione Antigone, impegnata nella tutela dei diritti e delle garanzie nel sistema penale: www.associazioneantigone.it/osservatorio/rapportoonline/trentino/trento.htm