Dopo aver ricevuto via “e-mail” una fotografia di uno splendido dipinto che Assunta Mollo ha realizzato ispirandosi alla poesia “la mano” del cantautore Bruno Lauzi non potevano non dedicare un po’ di spazio a questo personaggio.
“La mano”, parla dello sfarfallio che ha colpito la sua mano con la malattia e di come vorrebbe, se solo potesse avere una presa salda, strangolare il “signor Parkinson”.
L’unico impegno ufficiale di Lauzi, a parte il periodo del PLI, fu quello civile di sostegno all’Associazione Italiana Parkinson, dopo che fu colpito dalla patologia. Ne diviene uno dei testimonial e contribuisce in molti modi alle raccolte di fondi.
Nato sul suolo africano dell’Eritrea, ma cresciuto a Genova, è considerato – insieme con Fabrizio De André, Umberto Bindi, Luigi Tenco e Gino Paoli – tra i fondatori e maggiori esponenti della cosiddetta scuola genovese dei cantautori.
Lauzi è stato sempre un uomo controcorrente (Ivano Fossati lo ha definito “un vero anticonformista”): a partire dalla politica, di cui negli ultimi anni amava scrivere anche su alcuni siti internet, fino agli aspetti musicali. Amava differenziarsi dagli altri cantautori, non disdegnando di interpretare brani di altri autori, pur scrivendo brani stupendi per molti intepreti.
Anche se, ovviamente, molto meno conosciute, numerose sono le opere letterarie di Bruno Lauzi:
A Santa Margherita, nel 1998 è stato consegnato a Bruno Lauzi un premio per la sua opera poetica. Si tratta del Premio letterario nazionale Franco Delpino, giunto alla ventunesima edizione; il cantautore ha vinto con la sua raccolta “Riapprodi”. Nell’occasione, Lele Luzzati ha vinto il Premio del Presidente della Repubblica.
Muore nella sua casa di Peschiera Borromeo, stremato dalla malattia, con a fianco la moglie Giovanna e il figlio Maurizio. Nel novembre 2006 esce, postuma, la sua autobiografia dal titolo “Tanto domani mi sveglio”.