Il rapporto con il cibo

Autori:Bugan

Data: 01/02/03

Rivista: febbraio 2003

Sempre in tema di anoressia, segnaliamo questo libro: Dalle sante ascetiche alle ragazze anoressiche. Analizza il comportamento di quanti, per i più vari motivi e nei più diversi contesti, hanno deciso volontariamente di sottrarsi a un bisogno fondamentale: nutrirsi. Lo studio dei differenti significati riferibili a questa condotta ha spinto gli autori a studiare attentamente i contesti storici e socio culturali in cui il fenomeno si è verificato e si verifica tuttora.

Nel corso dei secoli, infatti, il digiuno si è manifestato in circostanze e comportamenti quanto mai etereogenei: l’estremo religioso del rifiuto del cibo, l’astinenza delle sante, le possessioni demoniache, gli scioperi della fame, l’esibizione degli schemi viventi, gli artisti della fame, il destino dei melanconici, delle isteriche, dei posseduti e delle streghe. Questa strana storia culmina nel XIX secolo con la definizione di anoressia “isterica”(Lasague, 1873) o “nervosa” (Gull, 1874), premessa per l’inglobamento nella medicina scientifica di questo angosciante comportamento.

Il rapporto dell’uomo con il cibo ha segnato i ritmi della storia: la ricerca per procurarlo, i rituali per consumarlo, l’evoluzione dei modi di cucinarlo, la successione delle carestie e dei periodi di abbondanza, il linguaggio universale della fame, i cerimoniali religiosi della fertilità e dell’abbondanza, le offerte alimentari alla divinità hanno determinato la nascita stessa dell’organizzazione sociale e della cultura: non è possibile, pertanto, considerare il problema dell’alimentazione come un fenomeno puramente naturale ma occorre analizzarne anche il significato simbolico.

Di fatto, prima che la medicina si impossessasse del digiuno con la diagnosi clinica di anoressia, è possibile rintracciare le vicende della rappresentazione sociale e culturale di coloro che, per scelta, si astengono dal cibo. È una rappresentazione determinata dal diverso, di secolo in secolo, “spirito del tempo” che ha attribuito a chi digiuna ruoli legati al mondo della spiritualità e dell’eccezionale, del mistero e del magico prima ancora che del patologico.

Esiste dunque un rapporto tra l’anoressia nervosa contemporanea e fenomeni così lontani nel tempo come il digiuno, l’estasi, l’ascetismo, l’eccesso, il controllo, l’entusiasmo e la sfida? È possibile rintracciare una continuità?

È quanto hanno cercato di stabilire con questo testo Walter Vandereycken, professore di psichiatria all’università di Lovanio (Belgio) e da Ron van Deth, psicologo di Leida (Olanda). Essi hanno analizzato con precisione individui che, attraverso un comportamento alimentare prodigioso, hanno segnalato una profonda contraddizione nella relazione tra il soggetto e i suoi bisogni, nella concezione del corpo e dei suoi confini, nel rapporto tra cibo “materiale” e cibo “spirituale”.

Dalle sante ascetiche alle ragazze anoressiche.
Raffaello Cortina Editore, 1995.
Circa 20 euro.

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