Il salone sulla sicurezza stradale

Data: 01/06/07

Rivista: giugno 2007

Data: 01/06/07

Rivista: giugno 2007

Il Palafiere di Riva del Garda ha ospitato dal 3 al 5 maggio la quinta edizione del Salone internazionale della sicurezza stradale, la terza in Trentino. La manifestazione, che per la prima volta ha assunto veste internazionale, è stata organizzata da ADnet e promossa dall’Automobile Club d’Italia e ha fatto da appendice alla settimana mondiale della sicurezza stradale del 23-29 aprile. A partecipare sono stati i più alti rappresentanti dell’Unione Europea, del Governo Italiano, della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e non sono mancate imprese come Anas, Autostrade per l’Italia, Bosch. Il Salone è stata un’occasione privilegiata di formazione e d’incontro tra tutti coloro che, direttamente o indirettamente e a vario titolo, hanno tra i propri obiettivi l’innalzamento del livello della sicurezza stradale in ogni suo aspetto, da quello normativo a quello tecnologico.

Nonostante il salone fosse aperto a tutta la comunità e volto al coinvolgimento del mondo giovanile, all’apertura di giovedì 3 maggio, erano presenti soprattutto addetti ai lavori, guidati nel dibattito dal noto giornalista televisivo Bruno Vespa. Tra gli intervenuti alla cerimonia di inaugurazione, apertasi con il saluto del segretario generale dell’ACI Ascanio Rozera e delle autorità locali nelle persone di Salvaterra, Bagozzi e Pizzinini, hanno preso la parola rappresentanti del settore, nazionale ed europeo.

Il giornalista Vespa ha cominciato la discussione con una forte provocazione ai presenti in sala: “la maggior parte delle morti in strada sono sempre evitabili”, ha detto, “perché nate dall’errore del conducente”. E’ necessario quindi intervenire tempestivamente con misure riparative e ancor più di prevenzione, attraverso la collaborazione dei vari organi che si occupano della strada e della sua sicurezza (quali la Polizia, i Carabinieri, i Vigili Urbani).

Il dibattito ha preso dunque avvio da una richiesta concreta al dialogo effettivo ed efficiente tra chi di dovere, per fare della sicurezza stradale un impegno quotidiano e non occasionale, che diventi una dimensione culturale nota a tutte le età e a tutti gli stati. E’ importante infatti superare le diversità di mezzi e interventi che caratterizzano oggi non solo le regioni italiane, ma anche le nazioni europee. Un terzo degli incidenti, non dimentichiamolo, è causato dalla carente o inesistente manutenzione delle infrastrutture, spesso addirittura malprogettate, malcostruite e con una scarsa segnaletica, non rispettosa degli standard europei. La proposta lanciata è quella di una cultura europea comune, tesa alla sensibilizzazione ma anche e soprattutto all’investimento in strade più sicure, che possano arginare l’errore umano. Ricordiamo che l’obiettivo di fondo, indetto dall’ONU è di ridurre entro il 2010 il numero di morti e feriti del 50% , è richiesto dunque un intervento organico, una presa di coscienza collettiva, un dispiegamento di risorse che trovi coordinamento e unità d’azione. Rispetto a questo obiettivo in Italia siamo molto lontani, basti pensare che la densità di automobili che circolano è la più alta del mondo, ma la rete autostradale è insufficiente.

Sensibilizzare alla sicurezza stradale significa lavorare in due direzioni: la prima educando gli utenti della strada (dal bambino che attraversa con la nonna, i futuri patentati e chi già macina chilometri sulle autostrade d’Italia e non solo) ad un corretto uso, nel rispetto delle norme non solo del codice stradale, ma anche del buon senso e nel rispetto della vita. La seconda direzione è l’impegno da parte degli organi competenti alla buona costruzione, al mantenimento o eventuale risanamento delle infrastrutture. Solo così la sicurezza acquista una dimensione valoriale che accomuna cittadino e istituzioni in un’azione congiunta e costruttiva volta a dare la precedenza alla vita!

precedente

successivo