Il servizio civile ha vissuto in Italia tre stagioni. La prima è quella iniziata nel 1972 ed è quella degli obiettori di coscienza. Il servizio civile si configurava come una prestazione obbligatoria in sostituzione del servizio militare. Era riservato ai maschi, era caratterizzato da una forte ideologizzazione (antimilitarista), era molto selettivo. Di fatto si risolveva in attività a favore delle organizzazioni che ospitavano gli obiettori di coscienza.
La seconda stagione è quella che inizia nel 2001, dopo la sospensione della leva obbligatoria. Il servizio militare diventa volontario e così anche il servizio civile, che si apre alle donne, comincia ad operare per progetti e prevede un compenso a chi partecipa. Questa fase si caratterizza per una forte presenza nel settore dell’assistenza.
La crisi economica cambia la società e di conseguenza cambia il servizio civile, ormai entrato in crisi perché sempre uguale a se stesso. Il terzo servizio civile è quello universale, cioè aperto davvero a tutti e con l’intento di coinvolgere il maggior numero possibile di giovani. L’attenzione non è più alla prestazione né al servizio sociale: la priorità di oggi, per il servizio civile, è aiutare i partecipanti a crescere, a diventare adulti, ad imparare a lavorare e ad acquisire quelle conoscenze e fare quelle esperienze che li possano aiutare ad inserirsi nel mondo del lavoro.
In provincia di Trento si è cercato di fare tutto questo con il servizio civile universale provinciale (SCUP), che ha coinvolto oltre 2000 giovani negli ultimi cinque anni e ha costituito un supporto utile a tanti per migliorare la propria condizione di vita.
Giampiero Girardi
Direttore dell’Ufficio Servizio civile
della Provincia autonoma di Trento