Era l’ottobre del 2015, quando Maurizio Menta, che allora aveva 33 anni, scendendo con la sua vela da speedfly, sul monte Baldo, si schiantò contro di una roccia, fratturandosi i piedi, tre vertebre, otto costole e lo sterno
Un incidente che poteva finire in tragedia.
Dopo un mese in coma, tre in riabilitazione e dopo l’intervento per l’amputazione di un piede, Maurizio non si diede per vinto, non volle mollare la sua passione pericolosa quanto adrenalinica, ritornando all’avventura dopo tre anni.
Il 14 novembre scorso, Maurizio Menta si è lanciato dal Becco dell’Aquila, sul monte Brento, facendo quello che si chiama Base Jumping, uno sport che prevede un paracadute e tanto, tanto coraggio.
“Non posso fare a mento di volare, quando inizi a farlo, non puoi più tornare indietro, colpa dell’adrenalina che è come una droga potente, e io non voglio disintossicarmi” si è detto Maurizio, che anche dopo l’incidente del 2015, ha voluto vivere la sua vita al “massimo” continuando a lavorare per il suo ristorante “Uva e Menta”, ma anche a restare sulla cresta dell’onda, divertendosi in sport che solo pochi hanno il coraggio di continuare, e che ancora meno, hanno il coraggio di rifare dopo incidenti come quello avuto da Maurizio, ma lui, come un supereroe, vuole continuare a volare perché < quando ti lanci, sopporti uno stress tale che poi affronti qualsiasi situazione della vita con calma e a mente libera >
Noi auguriamo buona fortuna e buon divertimento a Maurizio, e speriamo che la sua storia insegni che anche dopo un incidente, poter ritornare alla propria vita possibile.