Internet Pro Handicap

Data: 01/10/10

Rivista: ottobre 2010

Osannato e denigrato, acclamato o messo alla gogna, internet in questi anni ha avuto chi lo ha sostenuto e chi lo ha condannato. Ora però le statistiche parlano chiaro: sono 14 milioni gli internauti italiani e il 20% di questi sono persone con problemi di disabilità. (I dati di fonte Istat sono reperibili sul sito www.handicapincifre.it).
Dall’ultima indagine Istat: Il web e i disabili risalente al 2008 e denominata “Aspetti di vita quotidiana” apprendiamo che Internet si diffonde sempre di più tra gli italiani affetti da malattie croniche o invalidità permanenti (il 12% dei disabili utilizzano Internet per informarsi, svagarsi, divertirsi o incontrare amici). Inoltre sono circa 200 le associazioni che hanno un sito Internet dedicato ai temi della disabilità fisica.

Abbiamo provato a cercare l’utilità della Rete soprattutto quando a servirsene sono persone con limitazioni fisiche e sensoriali, sia nell’ambito lavorativo, sia come strumento che elimina le barriere fisiche riuscendo a mettere in contatto migliaia di individui in qualsiasi parte del mondo, sia come strumento di ricerca di informazioni o semplicemente come strumento di aggregazione sociale.

Interpellando una fonte più che autorevole, cercheremo di mostrare come gli strumenti informatici e telematici possano costituire delle valide risorse per combattere varie forme di esclusione. Ci siamo fatti aiutare, in quello che noi definiamo “l’utilizzo della rete come superamento dell’handicap” da Claudio Imprudente, presidente del Centro Documentazione Handicap e della Cooperativa Accaparlante a Bologna.
(Sottolineiamo, con dispiacere però, che l’intervista con Claudio Imprudente è stata un’intervista rapida e che l’argomento anche nei suoi riguardi meriterebbe un approfondimento)

Quando hai cominciato ad utilizzare Internet?

Ho un ricordo ben preciso di quando ho utilizzato la posta elettronica per la prima volta, perché prima facevo un centinaio di telefonate al giorno, poi tutto è cambiato; nel 2001 ho spedito le mie prime e-mail e probabilmente la persona che mi ha fatto vedere come farlo è stato Ivan, l’informatico della nostra associazione.

In che modo Internet ti ha aiutato a superare i limiti della tua disabilità?

In effetti la mia vita ha avuto una accelerazione non indifferente, è stato un passaggio molto importante e se penso alla mia storia personale è stato importante tanto quanto passare dalla tavola orizzontale a questa verticale: mi spiego meglio, prima per comunicare, dato che non parlo, usavo le mani che toccavano delle lettere su una tavola posta su un piano, poi ho visto che indicare le lettere con gli occhi utilizzando una tavola trasparente era un modo molto più efficace per comunicare. Così è stato anche per l’utilizzo del web. Avevo capito che era uno strumento molto valido per raggiungere le altre persone, superava i miei problemi di mobilità in senso fisico e mi permetteva anche di avere più relazioni. Anche le mie attività lavorative sono aumentate.
Mi ricordo che all’epoca avevo un pallino in testa, quello di andare in televisione ma credo di aver intuito che internet avrebbe sostituito la televisione. Questo mi ha diminuito l’ansia di trovare un programma televisivo che mi accogliesse.

Come hai utilizzato la rete in questi anni?

Dal principio ho usato Google per fare delle ricerche, soprattutto quando ho incominciato la collaborazione con Superabile (www.superabile.it); per questo sito dell’Inail che tratta di informazione sulla disabilità, dovevo curare una rubrica settimanale di rassegna stampa; dovevo trovare tre articoli che mi colpissero e fare un commento con uno stile ironico. Ho incominciato a chiedere alle varie agenzie di stampa di inviarmi gli aggiornamenti, tramite e-mail. Ho iniziato ad usare le mailing list praticamente da subito per diffondere quello che scrivevo; davo un certo tipo di informazione, non quella privata, ma di interesse generale. Ho questo stile da sempre, non uso questi strumenti per tenere una sorta di diario personale ma come informazione pubblica e commento. Invece il 90 per cento delle persone che conosco e che utilizzano la rete, mi dicono i loro fatti privati.

Quali siti hai visitato maggiormente?

Visitavo più che altro siti relativi al lavoro che faccio, quindi www.superabile.it, disabili.com, ecc.. Anche perchè cercavo notizie utili al mio lavoro da giornalista. Non ho avuto mai l’abitudine di navigare liberamente sul web. Poi le cose sono un po’ cambiate con Facebook, ma anche quello è uno strumento che uso più che altro per ragioni e scopi professionali.
Utilizzo sempre di più servizi on line per il conto corrente, telepass, i bonifici…
Ovviamente collaboro in modo costante alla gestione e all’arricchimento del sito del Centro Documentazione Handicap e della Coop. Accaparlante.

Hai mai pensato di creare un sito tuo, che magari ti potesse servire per il tuo lavoro?

Non ho mai creato un sito vero e proprio mio, ma un blog e un profilo su Facebook.
L’esperienza del blog è stata un po’ difficile; la mia idea era quella di sostituire la mailing list con il blog, ma il gruppo di lavoro, la mia associazione, mi ha chiesto di creare e animare un blog a più voci e questa esperienza stenta ancora adesso a decollare pienamente.
Facebook invece, che utilizzo da due anni, è stato lo strumento ideale per fare una cosa più personale; anche in questo caso ho voluto usare il mezzo non privatamente, non come uno “sfogatoio”, ma ho cercato di farlo diventare un mezzo per la diffusione delle mie attività lavorative; in Facebook infatti metto i miei articoli e aspetto i commenti degli “amici” che sono quasi 3 mila. Ho creato un circolo virtuoso che mi da lavoro a ciclo continuo, cioè scrivo un articolo e aspetto i commenti, poi dai commenti scrivo un altro articolo oppure un libro.

Da anni orami il web è pieno di siti che trattano problemi di disabilità, chi in modo tecnico e specifico magari dando completezza circa patologie e ausili oppure in ambito legislativo; ci sono ancora portali sulla disabilità che invece puntano sulla socializzazione e gli incontri con Forum e Video-Chat, volti ad essere strumenti di aggregazione. Quale sarebbe il sistema per migliorare questo universo di siti che trattano il tema della disabilità?

Non ho ricette da dare, non sono un esperto. Credo ci siano siti molto ben fatti, aggiornati, utili, ricchi di informazioni competenti e precise; così come sono molto importanti e spesso ben gestiti quei siti “da usare”, come ad esempio il sito del Centro Risorse Handicap di Bologna (www.handybo.it) o quello di Torino (www.comune.torino.it/pass/php/4/index.php). Comunque credo che i rischi per i siti che trattino di disabilità siano gli stessi degli altri siti: iperproliferazione, rischio di occupare “spazio” con informazioni e notizie di scarso interesse, rischio di un eccessivo personalismo, insomma, tutto quel “rumore” che circola sul web. Un altro aspetto su cui si potrebbe lavorare è l’effettiva messa in rete dei siti, cioè, trovare il modo per far dialogare quello che già esiste, ma magari si ignora reciprocamente .

L’esperienza di Claudio Imprudente, qui testimoniata, non lascia dubbi nel pensare che la Rete possa essere un valido strumento di superamento di handicap, un ottimo ausilio di comunicazione, di collaborazione e aggregazione tra individui anche quando sono toccati da limitazioni fisiche e sensoriali.

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