Abbiamo deciso di riproporre ad Alberto le stesse domande poste dal nostro capo redattore Ugo Bosetti al padre Pierangelo in occasione del suo concerto a Trento del 2002.
Allora, Alberto, cosa ne pensa dell’iniziativa?
Questo tipo di associazioni sono sicuramente una risorsa per tutti, il problema è che purtroppo sono confinate in paesi, come il vostro, che hanno uno spiccato senso di solidarietà, in pochi lo dicono ma io ricordo bene, che è stata la vostra provincia insieme alla croce rossa a dare i finanziamenti per costruire le case per i terremotati dell’aquila, questo è solo un esempio della realtà sensibile che vi circonda. Il problema dell’handicap affonda le sue radici nella cultura cattolica a sfondo negativo, di cui purtroppo noi facciamo parte: gli handicappati sono sempre vissuti come qualcosa di brutto da tenere nascosto, una colpa di non si sa bene cosa. Ora stiamo venendone fortunatamente fuori ma la verità è che l’integrazione, l’inserimento sociale è ancora un utopia: gli handicappati sono presenti in Italia come in tutto il mondo ma se ci pensate bene sono dei “fantasmi”, non si vedono tanto in giro figuriamoci nei telegiornali, nelle tv, in genere nei film, in tutti i mezzi di informazione sono elusi, ricordo bene quando a mio padre fu detto “lei non va in prima serata perché intristisce la gente” a parte la stupidità del commento, la verità è che quello che pensa ancora la gente è questo. State e stiamo facendo molto per questa integrazione ma ancora oggi risulta essere un obiettivo molto lontano, ricordate il presidente americano afflitto da polio? Provate ad andare a trovare foto dove questa sua disabilità, non certo di handicap si può parlare, sia messa in luce, vi sfido.
Ma di cosa hanno bisogno oggi gli handicappati? Tecnologia, sussidi, sensibilità?
Di tutto quello che hai detto, di persone specializzate che si accorgano dei loro veri bisogni e che li soddisfino: mi hai detto l’altro giorno come la tua carrozzina ti aiuti a muovere durante il giorno, poi ti ho chiesto quanto costa e tu cosa mi hai risposto? “14000 euro!!!” ma stiamo scherzando? Queste sono le tue gambe e lo stato ti passa l’80% della tua spesa? Ma c’è qualcosa di malato in questo sistema, così non funziona a mio parere. La sensibilità non è mai abbastanza come dicevo prima ma qua si parla di bisogni primari per un handicappato e visto che siamo in un paese che fortunatamente non ha troppi problemi economici penso che lo stato dovrebbe farsi carico di questi problemi, ma se uno non ha i soldi per pagarsi il restante 20 % cosa fa? Dipende da un altro, tutto questo non è dignitoso e lo stato dovrebbe intervenire.
Quale potrebbe essere una prospettiva?
Secondo me la prospettiva è cambiare qualcosa nelle istituzioni, fare qualcosa a livello legislativo che difenda i diritti dei “diversi” in tutti i campi ma di questo sicuramente c’è più esigenza a tempi brevi. La scolarità deve essere garantita da persone specializzate non prendere il soggetto di turno e sbatterlo in una scuola dove la gente non sa neanche come operare, formare la gente che ha interazioni con loro e cercare di dare un futuro a queste persone creando posti di lavoro adatti… il lavoro è pantagruelico se ci pensi ma in una qualche maniera bisogna iniziare.
Però a Trento la situazione è sicuramente buona, e lo stesso si vedono per strada pochissimi handicappati.
Ecco! vedi che l’integrazione è un miraggio? La verità è che c’è molta strada da fare e non siamo neanche all’inizio.
Cosa deve fare un handicappato per “tirare fuori le palle”?
Beh ovviamente deve imporre in prima persona i suoi diritti, con la forza e a tutti i costi perché questo paese non ascolta e non te li regala, allora è un’ imposizione dovuta!!! cercare di non piangersi addosso che è una cosa del tutto normale ma purtroppo peggiora solo la sua condizione… in ogni caso non c’è un decalogo, semplicemente deve tirarsi su le maniche in prima persona.
La musica,come ti sei trovato a Trento?
Diciamo che non pensavo di arrivare e trovarmi in mezzo ad un sacco di persone che mi applaudivano, è stato molto emozionante: non mi sarei mai immaginato che più di 600 persone avrebbero pagato un biglietto per sentirmi. Non è che lo sappiano in tanti che “il figlio di Bertoli” suoni, e trovare tanta gente disposta a “testarmi” è stato molto gratificante. Ho ricevuto anche una lettera di complimenti dal sindaco e tutto il suo staff qualche giorno dopo, che mi ha quasi imbarazzato… è stato fantastico.
Parlando del palco, beh sono salito con JT (James Thompson) più di questo non so che dire! Spero di tornare presto magari per presentare un qualche lavoro mio, questa città mi piace molto, mi piacciono le persone mi piace la vostra mentalità è bello stare qui!!
Ciao a presto e grazie.
Ad unanno di distanza dal primo raduno dei fans si è tenuto a Trento unaltro grande evento per il sito www.bertolifansclub.org.
Grazie allassociazione Prodigio e allinteressamento di Alberto Castoldi si è tenuto un grande concerto in ricordo di Pierangelo Bertoli.
Sul palco si è esibito Alberto Bertoli, figlio darte e grande talento.
Con lui i fans del sito e le tante persone presenti hanno potuto rivivere emozioni uniche e risentire le canzoni dellindimenticabile Pierangelo.
Una grande serata, di quelle che andrebbero organizzate più spesso per ricordare Bertoli, unartista troppo spesso dimenticato dai mass media, ma non dalla gente, dai suoi fans che ad ogni occasione accorrono numerosi per ricantare le sue melodie.