Assessore, in questo primo anno di lavoro quali sono le sue impressioni sui problemi legati all’assistenza sociale in Trentino?
I servizi alla persona hanno un’importanza sempre crescente, un’importanza che sta diventando strategica. Negli ultimi anni la nostra società è profondamente cambiata, si affacciano esigenze e problemi nuovi, che abbracciano le più diverse fasce d’età. Non solo anziani, che necessitano di un’assistenza che spesso le famiglie non sono più in grado di dare da sole, ma anche minori a rischio, immigrazione con conseguenti problemi di integrazione, un reddito familiare più basso… per poratre alcuni esempi. Accanto a questi bisogni, vi sono poi naturalmente quelli delle persone diversamente abili che necessitano di una particolare e specifica attenzione.
In sostanza, stiamo affrontando un aumento progressivo della domanda di servizi sia in termini di quantità che di qualità. Il nostro obiettivo è quindi quello di dare risposte qualitativamente e quantitativamente adeguate. Nella nuova concezione delle politiche sociali che stiamo portando avanti puntiamo ad attuare un modello di erogazione dei servizi non più basato unicamente su principi assistenzialistici, ma dinamico e flessibile. Un’offerta capace di assicurare e se possibile migliorare, gli attuali livelli qualitativi e quantitativi dei servizi. Un’offerta capace di plasmarsi esattamente “su misura” alle necessità del singolo utente.
La riforma della sanità è ora in discussione: cosa rappresenta il nuovo concetto di “integrazione socio-sanitaria” che il suo assessorato sta promuovendo?
Un aspetto essenziale nella riforma è proprio il maggior coordinamento fra le politiche sanitarie e sociali. Questo vuol dire che le strutture e i servizi sanitari pubblici devono adeguarsi alle necessità specifica di ciascuna persona, saper organizzare e gestire al meglio l’intervento: che sia sanitario, sociale o con ambedue i profili.
Deve essere la struttura che si adegua al cittadino, non viceversa. Non possiamo chiedere al cittadino, per giunta bisognoso di aiuto e quindi in una posizione di particolare vulnerabilità, di capire le strutture e orientarsi da solo. È l’organizzazione socio-sanitaria che deve mettersi nei suoi panni, “prenderlo per mano”, facilitando al massimo la fruizione dei servizi.
Con il disegno di legge di riforma del servizio sanitario che abbiamo presentato vorremmo accogliere e vincere esattamente questa sfida: assicurare al cittadino un unico punto di riferimento, una presa in carico effettiva e la continuità assistenziale. Insomma, dare una risposta alle sue esigenze facile da capire e usufruire, unitaria ed efficace.
Credo che il fatto che in questa legislatura salute e sociale sono stati accorpati in un unico assessorato abbia favorito questa visione avanzata e molto vicina alle necessità dei cittadini.
Venendo a nostri problemi specifici, la Commissione per gli ausili: ha in sé specifiche competenze sugli ausili? Si presta attenzione alle nuove tecnologie?
La Commissione ausili è un organismo introdotto con la deliberazione della Giunta provinciale del 16 maggio 2008, n. 1217. Valuta in quali situazioni è possibile concedere ausili e protesi che non sono previsti dall’elenco nazionale, cioè andando oltre il nomenclatore tariffario del Servizio sanitario nazionale e le prestazioni essenziali garantite in Italia.
Si tratta invece di ausili e protesi che, nell’ambito di un elenco di massima predefinito, la Provincia assicura ai residenti in relazione a particolari e motivate esigenze e/o in relazione a nuovi dispositivi maggiormente funzionali ed efficienti.
La Commissione è multidisciplinare, composta cioè da un medico legale, uno specialista della patologia di cui il paziente interessato è affetto e un operatore sociale.
Nulla vieta che la Commissione possa avvalersi delle competenze di esperti in ordine alla funzionalità tecnica degli ausili e presidi richiesti, anche se non è prevista una componente stabile in seno alla Commissione dato che il focus principale sta nella valutazione del bisogno.
State lavorando anche sul potenziamento della fisioterapia a domicilio?
L’esigenza di cure fisioterapiche è in costante aumento, in corrispondenza con l’invecchiamento della popolazione. È quindi necessario attivare misure idonee ad incrementare il servizio.
Al riguardo la Provincia ha promosso e sostenuto la formazione di fisioterapisti, per allargare il numero dei professionisti da impiegare nei servizi. È stata inoltre sostenuta l’offerta da parte di molte residenze sanitarie assistenziali di servizi di fisioterapia anche per gli esterni alla struttura.
Infine, sono state finanziate attività fisioterapiche a domicilio nel caso di particolari categorie di pazienti.
Evidentemente l’optimum sarebbe quello di fornire a domicilio dei servizi fisioterapici per i pazienti non deambulanti, ma questo obiettivo, a parte ogni considerazione economica, si scontra con la ancora scarsa disponibilità di operatori pubblici.
Quali sono le novità per il servizio MuoverSi?
Anche quest’anno il servizio MuoverSi, già premiato in varie occasioni a livello nazionale, ha ottenuto il rinnovo della certificazione di qualità ISO 9001:2008 da parte di uno degli enti certificatori più importanti a livello mondiale, il Bureau Veritas.
MuoverSi è davvero un servizio di alta qualità, che peraltro miglioriamo costantemente. È di questi giorni la stipula di nuove convenzioni, che estendono il servizio ad altri due vettori, già testati tramite il servizio MuoviTi, la cooperativa Taxi Alto Garda ed il consorzio Radio Taxi Rovereto e Villagarina. I fornitori del servizio passeranno quindi da cinque a sette con evidente aumento dell’offerta di mezzi e di qualità.
A ciò si aggiunge un nuovo servizio che consente all’utente di ricevere ed inviare informazioni tramite SMS per conoscere la propria situazione di buoni chilometrici, i viaggi prenotati e per inviare segnalazioni o lamentele. In pratica, sarà disponibile 24 ore su 24 una sorta di sportello informativo MuoverSi in aggiunta a quello esistente e che eventuali situazioni di disagio per l’utente (ritardi dei mezzi, difficoltà di vario genere nei confronti del vettore…) potranno essere segnalate e risolte in tempo reale.
Chi ha problemi di deambulazione non dovrebbe ottenere la priorità nei servizi di trasporto?
Se con chi non deambula completamente si vuole intendere quanto definito in sede medico legale come persona impossibilitata a deambulare in modo autonomo senza l’aiuto di un accompagnatore, esiste il servizio MuoverSi che, come noto, a differenza della provincia di Bolzano, tanto per fare un esempio a noi vicino, copre anche le esigenze di trasporto sociale e non solo quelle mediche o di istruzione.
Se invece si intende difficoltà deambulatoria ma non impossibilità, oltre alle agevolazioni per l’acquisto di un mezzo adattato che coprono integralmente la spesa per l’adattamento cui si aggiunge un contributo da 500 a 1.500 euro, lo sbarrieramento dei mezzi pubblici sia su gomma che su rotaia ha raggiunto un elevato livello.
A ciò si aggiunga che i maggiori centri che si occupano di disabilità possiedono veicoli adattati per il trasporto degli utenti cui si aggiungono i servizi di trasporto collettivo organizzati ed effettuati dagli Enti gestori per le funzioni socio assistenziali delegate.
In conclusione e fermo restando che tutto è migliorabile, mi sento di dire che la rete di trasporto per persone con difficoltà deambulatorie copre, seppur con differente livello, le varie esigenze.