Intervista ad un giovane pilota con la testa sulle spalle

Data: 01/08/10

Rivista: agosto 2010

Da quanto tempo hai a che fare con la velocità su 4 ruote?

Ho iniziato per hobby ad andare con i go kart a noleggio nel 2003 per poi acquistarne uno nella primavera del 2004. L’anno successivo ho iniziato a gareggiare nel campionato regionale e in altri trofei minori. Dopo aver vinto in due anni consecutivi il campionato regionale nella categoria 100 e essere arrivato secondo l’anno successivo, sono passato ad un campionato monomarca a livello nazionale dove però mi sono imbattuto in problemi economici legati alle sponsorizzazioni. Il 2009 è stato un anno di transizione nel quale ho effettuato diverse giornate in pista testando pneumatici da gara. Questo anno, inaspettatamente, ho avuto la possibilità di entrare nel mondo dell’automobilismo partecipando prima ad una gara di rally e poi alla Trento Bondone, per antonomasia la gara di casa. Compatibilmente al supporto di sponsor e sostenitori spero di poter disputare numerose altre competizioni entro la fine dell’anno.

Come mai ti sei appassionato alle corse d’auto?

Fin da bambino amavo giocare con le “macchinine” e mio papà, anch’egli appassionato delle quattro ruote, portandomi a vedere le gare e le esibizioni motoristiche ha aiutato la mia passione a crescere sempre più, appoggiandomi poi nel momento in cui ho voluto competere in prima persona.

Quali sono state le prime cose che ti hanno insegnato in pista?

Già nelle prime giornate in pista ho acquisto diversi concetti come la concentrazione in quel che si stà facendo, il rispetto verso gli avversari, la cura e la preparazione verso il proprio mezzo meccanico e, non ultima, la possibilità di correre e sfogarsi competendo in un contesto nel pieno rispetto delle regole di sicurezza. Ogni pilota infatti, oltre alla prestazione pura, deve essere sempre totalmente concentrato in pista su quello che stà facendo e su quello che gli accade attorno. Tutta questa esperienza, una volta presa la patente, ho potuto metterla a frutto nella guida di tutti i giorni

Questo anno hai fatto un salto di qualità: dovevi partecipare alla Trento-Bondone ma poi tutto è saltato, cos’è successo?

Grazie all’aiuto di un conoscente ho avuto la possibilità di passare dalle corse in kart alle corse in auto. Questo passaggio però è avvenuto all’ultimo momento, per cui non c’è stato il tempo sufficiente per preparare la gara in modo adeguato. Comunque poter esordire nella gara di casa e poter disputare almeno i turni di prova è stato gratificante e mi ha donato una grande carica per le prossime gare.

Sei giovanissimo eppure hai tanta esperienza: cosa consigli ai giovani che vogliono seguire le tue orme?

Sono molto contento di poter correre e consiglio a tutti, se possibile, di provarci. In pista si ha la possibilità di comprendere a fondo le dinamiche dell’auto, riuscendo a capire fin dove si ci si può spingere senza fare danni. Capire tutto ciò guidando ad alta velocità permette di guidare in modo cauto e consapevole sulle strade di tutti i giorni.

Nelle gare siete tutti piloti esperti, eppure anche per voi l’incidente non è impossibile, giusto? Chiaramente in pista è richiesta la prestazione massima. Per questo un pilota viaggerà sempre al limite. Oltrepassando anche di poco questo limite l’incidente è in agguato, il vantaggio della pista però è che risulta progettata anche per queste evenienze per cui l’errore risulta un esperienza negativa ma nulla di più. Sulla strada invece un incidente oltre a mettere a repentaglio la propria vita può essere ben più grave, coinvolgendo anche terze persone del tutto estranee all’evento
Cosa ne pensi delle stragi del sabato sera?

Credo che spesso siano date dalla stupidità o dalla superficialità. Avendo io 21 anni parlo della mia generazione, vedo spesso che le cose vengono fatte senza darci il giusto peso, molto spesso per farsi riconoscere dalle altre persone. Uscire una serata con gli amici diventa normale e scontato, bere e dimostrare di poter comunque guidare o voler dar prova della propria bravura correndo sulle strade, permettono a certe persone di esaltarsi e credesi superiori alla massa. Ma non ci si rende conto di quanto questi stupidi comportamenti mettano a rischio le loro e, ancor peggio, le vite di altre persone.
Nel caso dei più giovani credo che un po’ più di maturità possa ridurre decisamente il numero di incidenti.

Oltre alle corse da più di anno ti dedichi alla tua nuova attività, ti va di parlarcene?

Si, prima per hobby e a breve come effettivo lavoro mi occupo della decorazione dei caschi dei piloti tramite la tecnica dell’aerografia. Tutti i piloti infatti tradizionalmente hanno la tendenza a voler personalizzare il proprio casco per potersi distinguere dalla massa. Io, tramite l’uso del pc, riesco a tramutare le loro idee in un disegno che poi realizzo sul casco vero e proprio. Se vi interessa vedere i miei lavori potete venire a visitare il mio sito internet all’indirizzo: http://www.crihelmetdesign.com

E così ti interessi anche della sicurezza: i caschi sono importanti, ma anche l’attenzione e il non credersi un Schumacher sulle strade giusto? Cosa diresti ai ragazzi che corrono in macchina?

Sicuramente correre in pista o in strada non è la stessa cosa, per questo consiglio a tutti i ragazzi di organizzare qualche giornata in pista con gli amici, costa come una serata in discoteca ma permette di sfogarsi in un luogo sicuro. Così facendo potrete divertirvi in sicurezza, accrescendo le vostre capacità alla guida e confrontandovi con le altre persone, evitando di correre pericolosamente per dimostrare chissà cosa a chissà chi rischiando solo di fare male a voi stessi ed ad altre persone.

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