Avevamo ricevuto lo scorso luglio da SFIDA, Sindacato Famiglie Italiane Diverse Abilità, la richiesta di pubblicare una lettera aperta ai Presidenti di 10 regioni italiane, tra cui la nostra. Vi si contestava la delibera riguardante gli aumenti dei prezzi delle protesi ortopediche previsti dalla Conferenza Stato – Regioni in materia di contenimento della spesa sanitaria. Purtroppo per la nota faccenda dello spazio mai sufficiente, avevamo dovuto “cassarlo” con gran disappunto, considerata la funzione di questo giornale. Ora SFIDA ci ha riscritto e questa volta, parola, non mancheremo certo di darlo spazio necessario. Anche perché l’argomento è di strettissima attualità e rilevanza!
Roma, 22 agosto 2005
Oggetto: Cash Benefits – Spesa Sociale e Disabilità.
On. Presidente, questa lettera segue quella del 26 luglio 2005 a cui Lei non ha ancora risposto ma due viceministri, direttamente e indirettamente, hanno dichiarato sull’argomento quanto segue:
Il viceministro al Welfare Grazia Sestini, durante una trasmissione radiofonica del 4 agosto 2005 alla domanda di aggiornare gli assegni di invalidità risponde: “Ho letto con interesse l’articolo comparso su un quotidiano su questa cosa… sull’aggiornare gli assegni… con questi CHIARI DI LUNA sarà estremamente difficile…”
– Il viceministro dell’economia Giuseppe Vegas, in un’intervista ad un quotidiano nazionale pubblicata il 14 agosto 2005 afferma, relativamente all’aumento del 23 per cento in più negli ultimi quattro anni del numero delle pensioni di invalidità: “Oggi si concedono pensioni di invalidità e indennità di accompagnamento indipendentemente dal livello di reddito. Sarebbe opportuno, invece, introdurre un tetto massimo oltre il quale l’indennità di accompagnamento non viene concessa o almeno viene ridotta. Si può cominciare dall’assegno di accompagnamento per poi allargare l’introduzione del tetto all’invalidità stessa.”
On. Presidente, precisiamo che per le pensioni di invalidità già è in vigore un tetto massimo. La pensione di invalidità per il 2005 è pari a 233,87 euro mensili per un reddito annuo personale non superiore a 13.739,69 euro. Di conseguenza le affermazioni dei due viceministri danno un’immagine preoccupante dell’Economia Italiana. Infatti non solo non si può adeguare il potere di acquisto dei disabili ma, al contrario, si ipotizza la riduzione delle indennità di accompagnamento. Perché risparmiare sui disabili? Sicuramente non rientra nella cultura cattolica e italiana la soluzione economica “aumenta il numero delle pensioni di invalidità diminuiamo l’indennità di accompagnamento lasciando invariata la voce totale nel bilancio nazionale”.
Ci sembra più logico cercare di capire il perché di tale aumento. Dobbiamo chiederci: quali sono le cause dell’aumento del numero delle pensioni di invalidità? E se ci sono troppi falsi invalidi quali strategie vanno adottate per evitare la piaga delle false invalidità che offendono chi quotidianamente vive in situazione di handicap?
Non vogliamo fare lezione di economia a nessuno, ma difendere il potere di acquisto dei disabili e delle loro famiglie. Non vogliamo che il disabile sia visto solo come spesa pubblica altrimenti rientriamo nell’aritmetica nazista che proponeva esercizi di questo tipo: “Un malato di mente costa circa 4 marchi al giorno, un invalido 5,5 marchi, un delinquente 3,5 marchi. In molti casi un funzionario pubblico guadagna al giorno 4 marchi, un impiegato appena 3,5 marchi…”
On. Presidente, l’indennità di accompagnamento o la pensione di invalidità, non sono solo un sostegno economico alla famiglia, ma rappresentano una forma di autonomia per il disabile. A tal proposito le riporto integralmente una e-mail ricevuta dopo la prima lettera aperta del 26/07/05. Per motivi di Privacy evitiamo di scrivere il nome di chi l’ha inviata.
“Vorrei aggiungermi anche io a questa richiesta, per le pensioni minime di invalidità. Sono veramente minime perché percepisco poco più di 200 euro. Questa pensione, non mi dà la possibilità di vivere indipendentemente dalla mia famiglia. Ho 44 anni, e non riesco a trovare un lavoro per permettermi di integrare la pensione di invalidità. Quindi, con mio grande disagio e dispiacere, sono ancora a carico della mia famiglia, e alla mia età è veramente una situazione spiacevole. Se questa mia presente può servire alla Vs causa e a tutte quelle persone disabili che vivono con la loro pensione, che sia minima o totale, sono troppe irrisorie e non ci permettono di pagare le nostre medicine e quindi poterci curare. Colgo l’occasione per ringraziarVi e spero di poter essere utile anch’io. Cordiali saluti…“
Forse chi non vive la disabilità, direttamente o indirettamente, non riesce a pensare che i disabili sono persone con gli stessi sentimenti, le stesse esigenze e gli stessi desideri dei “normodotati”. Non sono degli eterni bambini dipendenti e vogliono e debbono essere autonomi il più possibile, anche economicamente. Con la presente, a nome del Sindacato che rappresento, ripeto le 3 richieste + 1:
Lo Stato e/o le Regioni contribuiscano completamente all’acquisto di ausili indispensabili per la vita quotidiana dei disabili.
L’indennità di accompagnamento, di 443,87 euro mensili, per i disabili gravissimi, venga equiparata almeno allo stipendio lordo di una badante che lavora 36 ore settimanali.
La pensione di invalidità passi da 233,87 euro a 500,00 euro mensili.
Un suo impegno personale per una rapida approvazione della proposta di legge d’iniziativa dei deputati DI GIANDOMENICO, MANINETI, EMERENZIO BARBIERI, LUCCHESE, DORINA BIANCHI, GIUSEPPE DRAGO, ANNA MARIA LEONE, presentata il 29 aprile 2004 relativa a: Modifica all’articolo 42 del testo unico di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, in materia di prepensionamento di genitori di portatori di handicap in condizioni di gravità.
Colgo l’occasione per porgerLe distinti saluti.
Il Segretario Nazionale ing. Andrea Ricciardi