«I libri, loro non ti abbandonano mai. Tu sicuramente li abbandoni di tanto in tanto, magari li tradisci anche, loro invece non ti voltano mai le spalle: nel più completo silenzio e con immensa umiltà, loro ti aspettano sullo scaffale». Così scrive Amos Oz in “Una storia d’amore e di tenebra”. Potrebbe avermi letto nella testa. Sto infatti osservando da un po’ un piccolo libriccino quadrato di 4×4 cm che se ne sta tutto rannicchiato tra grandi tomi imponenti nella mia libreria di casa. È un libro che ho tradito, abbandonato, un libretto di cui m’ero scordata. Beh, tiriamolo fuori… che male potrebbe farmi?
Il libro in questione si intitola “Il piccolo libro della calma”, autore Paul Wilson. Sul retro si legge: «Ti senti spesso nervoso? Sei irritabile e stanco? La fretta ti assilla? Il piccolo libro della calma è il rimedio tascabile allo stress. Aprilo a caso, quando la tensione è al culmine, e miracolosamente ritroverai la pace e la serenità». Ogni libro porta con sé una storia, e questo in modo particolare: ha accompagnato la mia infanzia ed adolescenza, un regalo sulle prime non molto gradito (poiché implicava cose di me che non ero in grado di elaborare) ma poi divenuto importantissimo. La dedica, di mia mamma, risale all’8 gennaio 2000: avevo 9 anni, nessuna idea su cosa avrei voluto fare da grande ma una grande passione, la lettura. Non sono mai stata una persona calma e tranquilla: ero preda di scoppi di rabbia incontrollata, malinconia alla massima potenza ed un persistente senso di inadeguatezza. Ancora adesso credo di tendere all’esagerazione piuttosto che ricercare un’aurea medietas di matrice aristotelica, eppure qualcosa è cambiato. Anche grazie al piccolo libro della calma. Anche grazie a Donna Filosofia.
«Porta con te un pezzetto di quiete». «Lasciati incantare dal tuo respiro». «Tuffati nel verde». Il piccolo libro della calma non si legge tutto in una volta: è fatto di piccole, brevissime frasi su cui soffermarsi a riflettere giorno dopo giorno. Aforismi che a volte mi sembravano insulsi, stupidi, ma che invece sono di una profondità disarmante. «Preoccupati al momento giusto». «Impara ad accarezzare». «Perdona immediatamente». Lo ritengo il libro di filosofia più bello che io abbia mai letto: non un libro pretenzioso, difficile, lungo e ingarbugliato, dalle parole complicate, di una logica ferrea e stringente, bensì un libro “quotidiano”, di una semplicità tale da far male, di una chiarezza d’intenti da rovesciare tutti i tuoi schemi mentali. «Semplifica». «Scegli la gentilezza».
È una medicina efficace, se adeguatamente messo in pratica, macinato e rimuginato, ad ogni nostro nervosismo, ansia, paura, rabbia, malinconia. Ve lo dice una che l’ha provato sulla pelle, una che ha forse scelto di studiare Filosofia proprio per calmare le sue inquietudini e che ora si ritrova comunque filosofa nervosa, ma con “Il piccolo libro della calma” sempre in tasca.