“Il viaggio è una specie di porta attraverso la quale si esce dalla realtà come per penetrare in un’altra realtà inesplorata che sembra un sogno”: questo scriveva Guy de Maupassant nella sua opera “Al sole” del 1884, così fu per me Konstanz la prima volta che la visitai; un bagaglio di sensazioni e percezioni da custodire per tutta la vita.
Konstanz si trova sull’omonimo lago, nella regione del Baden-Wüttemberg, in Germania.
Perla turistica molto nota, gode di un clima mite tanto da diventare il “giardino della Germania” durante il nazismo. Fu la città natale del conte Ferdinand von Zeppelin, ideatore del dirigibile, il cui monumento si trova nel parco vicino al porto e la cui abitazione ora è diventata un hotel-ristorante di lusso.
La prima volta che scoprii Costanza fu qualche tempo fa, durante l’ultimo anno di Università, quando ebbi l’opportunità di usufruire della borsa di studio “Erasmus”. Un paesaggio suggestivo immerso fra prati e foresta conduce al complesso universitario, una stravagante struttura architettonica a pianta tentacolare fornita di rampe, porte scorrevoli e ascensori talmente ampi da farci entrare due carrozzine alla volta. La sua enorme biblioteca, comprensiva di un notevole numero di volumi tradotti in varie lingue, è la più grande di tutta la Germania.
Quando arrivai in aprile il clima era ancora piuttosto freddo e piovoso, ma l’accoglienza nello studentato fu calda e familiare. L’appartamento si trovava in un blocco di costruzioni risalenti agli anni ‘70; l’aspetto era spartano, ma strutturalmente ben disposto. Una stanza singola, un letto comodo, mensole varie, armadio e scrivania costituivano il mio nido privato.
Trascorsi sei mesi indimenticabili in compagnia di ragazzi e ragazze provenienti dai più diversi paesi: Europa dell’est, Libano, Marocco, Turchia, Mongolia, Australia; una miscellanea straordinaria di razze e culture che ben si integrava fra loro, una sorta di melting-pot variegato, privo di quel sentimento di discriminazione che oggi avvelena le nostre città.
Erano giovani carichi di vitalità e voglia di comunicare in un tedesco parlato con accenti diversi, tanto da ricordare la provenienza di ognuno.
È a Costanza che vidi per la prima volta gli autobus abbassarsi a livello del marciapiede, permettendo ad anziani e disabili di accedervi comodamente. Sempre a Costanza ho instaurato amicizie davvero durature, come quella con Irine, la mia tandem-partner, dinamica e piena di vita nonostante i suoi problemi di deambulazione, essendo affetta da distrofia muscolare.
Spätzle prelibati e succulenti semifreddi al miele d’abete scandivano le nostre giornate nella sua casa super attrezzata; sì, perché Irine riusciva ad essere autosufficiente grazie ad un finanziamento statale che le aveva permesso di organizzare l’appartamento secondo le sue esigenze. Spesso, dopo il suo lavoro come assistente grafica, Irine veniva a prendermi con la sua macchina appositamente adattata alla sua disabilità e insieme visitavamo la splendida isola di Reichenau, dal 2001 inserita nell’elenco del patrimonio dell’Unesco grazie all’antica Abbazia con il prezioso affresco del X secolo rappresentante i Miracoli di Cristo.
Molte sono le località che lambiscono il lago, rendendo i dintorni di Costanza attrazioni turistiche degne di attenzione. Tra queste, mi sento di consigliare la suggestiva città di Meersburg, raggiungibile col traghetto che si trova abbarbicata sulla collina.
Dal porto, lungo la vecchia strada pedonale dove si affacciano tipiche botteghe dell’artigianato locale, si raggiunge il castello in cui alloggiò per un periodo la famosa poetessa Annette von Droste-Hulshoff.
In giugno, l’isola di Mainau, a pochi chilometri da Costanza e facilmente raggiungibile in autobus, è un tripudio di colori e profumi. L’isola è ricca di giardini fioriti e spazi in cui domina una vegetazione spontanea e vi si trova anche una serra tropicale in cui svolazzano centinaia di farfalle di tutte le specie. Il viale delle rose è agevolmente percorribile da chiunque perché ampio e in posizione pianeggiante. Nelle vaste aree verdi ci si può fermare per rilassarsi, ammirare lo splendido paesaggio riflesso nel lago o per fare un veloce spuntino.
Konstanz è un luogo affascinante, ma se il desiderio dell’Italia ci prende all’improvviso, consiglio a tutti di fare come me: recarsi alla trattoria “O sole mio” dove ad attenderci c’è il signor Emilio, napoletano d’origine, simpatico, gioviale, pronto a servirci una pizza morbida e fumante o un piatto di pasta al dente, perfetto per i nostri “esigenti” palati italiani.
Se come disse John Steinbeck: “non sono le persone a fare i viaggi, ma i viaggi a fare le persone”, il soggiorno a Costanza mi ha arricchito di volti, amicizie, sapori, informazioni scambiate durante i nostri meetings culturali: serate interminabili sull’ampia terrazza intervallate da chiacchiere e risate, dove tedesco, inglese, spagnolo, italiano si mescolavano tra loro in un allegro cicaleccio e persino il latino ritornava ad essere lingua odierna pur di coinvolgere anche gli ultimi arrivati in uno slancio di aggregazione, di fratellanza e di solidarietà nel pieno rispetto dello spirito “Erasmus”.