Rivedere i propri ritmi, aprirsi al cambiamento, creare nuove connessioni. Ragionando su questi temi, così ricorrenti negli ultimi mesi, ci è venuto da pensare al L.E.D. – Laboratorio di Educazione al Dialogo. Un’associazione culturale attiva da una quarantina d’anni, ma sempre in grado di proporre spazi e strumenti di ascolto, dialogo, confronto, sviluppo, formazione al passo con i tempi. Conosciamola meglio in questa pagina.
Da che idea nasce il L.E.D.?
Nasce da una felice intuizione di padre Lino Passalacqua, che ha conosciuto e sperimentato la psicologia umanistica, e soprattutto l’Approccio Centrato sulla Persona (ACP) di Carl Rogers, psicoterapeuta americano che ha dedicato la sua vita a studiare e comprendere in quali situazioni le persone siano in grado di evolvere, crescere, maturare e realizzare il proprio potenziale. Rogers sostiene che se le persone sperimentano un contesto relazionale positivo, accogliente e non giudicante, che consente loro di essere se stesse, di ascoltarsi e comprendersi, sono in grado di trovare le soluzioni migliori per loro. Così, negli anni ‘80, un gruppo di giovani psicologi, educatori e volontari ha cominciato a studiare questo approccio e fondato questa associazione, che negli anni ha mantenuto uno spirito innovativo.
In cosa consiste la vostra innovatività?
A ben guardare, ciò che nella nostra associazione rimane ostinatamente innovativo è il modo di guardare alle persone, accogliente e fiducioso, attento a coglierne i bisogni, rispettoso e scevro da ogni cinismo. L’Approccio Centrato sulla Persona è una filosofia di vita. I concetti di base rimangono, su quelli si intrecciano le relazioni. La nostra innovatività è nel prenderci cura delle relazioni rispetto ai bisogni del presente. Avendo determinati valori e convinzioni, affrontiamo le necessità dei tempi in modo diverso. Vent’anni fa c’erano problematiche diverse rispetto ad oggi. L’Approccio Centrato sulla Persona è un valore di partenza e un metodo formativo basato sull’esperienza che ci permette di rispondere a domande che cambiano. Inoltre ora, dopo il lockdown, siamo in una fase di riassestamento e di cambiamento del terzo settore.
Qual è la vostra mission? Quali valori portate avanti?
Proporre attività dirette a favorire la consapevolezza di sé, l’autonomia nelle relazioni interpersonali, una ricerca etica e spirituale. In tal modo favorire la crescita personale, promuovere l’educazione al dialogo, lo sviluppo delle competenze a supporto delle relazioni d’aiuto personali e professionali. Acquisita questa capacità di ascolto, rivolgere quest’ascolto alla comunità, a chi si incontra: gruppi, famiglie, singoli, istituzioni, associazioni di volontariato. Lavorare molto su se stessi è importante per saper ascoltare gli altri.
Proviamo un piccolo gioco: tre parole chiave che raccontino la vostra attività.
Ci sono parole che fanno parte della formazione dell’Approccio Centrato sulla Persona: accettazione incondizionata, congruenza, consapevolezza. La prima: io ti do valore se rispetto la tua identità, se sospendo il mio giudizio verso di te come persona. La congruenza corrisponde all’essere coerenti con se stessi, in modo che io possa conoscere esattamente la persona, mettendomi in relazione senza secondi fini, in modo sincero, lineare, trasparente, rispettoso. La consapevolezza ti permette di riuscire ad ascoltare il bisogno dell’altro senza fare proiezioni, ponendosi in ascolto di quello che la persona sta dicendo, senza prevaricare, per vedere insieme come si può risolvere un problema. L’ascolto è fondamentale. Senza quello, entrare in relazione è molto difficile.
Quali sono le vostre attività?
Organizziamo corsi di formazione e incontri (alcuni gratuiti, altri a pagamento, ma mai con scopo di lucro) nell’ambito della formazione alla crescita personale e per lo sviluppo di competenze relazionali utili anche sul piano professionale. Si lavora sui sentimenti, sul linguaggio del corpo, sulla consapevolezza, su come esprimere se stessi attraverso la creatività e comunicare in modo più efficace. In genere si fanno dei laboratori esperienziali, nei quali si viene stimolati ad esprimere la propria, in modo che quello di cui si parla diventi veramente un bagaglio personale e favorisca anche il gruppo.
Che persone si rivolgono a voi?
Educatori, formatori, membri di associazioni, cooperative sociali ed altri enti del terzo settore. Persone che hanno bisogno di ascoltare i bisogni reali, infermieri, insegnanti, volontari, imprenditori. Persone più grandi d’età, ma pure giovani, anche gruppi di età miste. Tra i formatori abbiamo psicologi, medici, psicoterapeuti, pedagogisti e counsellor.
Una frase che rappresenti la vostra associazione.
Una frase di Carl Rogers che avevamo fatto incidere su dei braccialetti realizzati dalla Cooperativa Samuele: “Quello che sono è abbastanza, se solo posso esserlo”. Riguarda l’accettazione che parte da se stessi per essere aperti e capaci di ascoltare, non aggrovigliati sulle proprie difficoltà personali. Una volta che sei consapevole delle tue fragilità e hai l’aspirazione a stare meglio, dici “sono abbastanza, non devo sempre performare, l’importante è che possa essere me stesso”.