Sul numero scorso avevamo presentato una guida Kompass illustrante 300 chilometri di piste ciclabili percorribili in provincia di Trento. Avevamo anche precisato che, eccezione fatta per i veicoli a motore, sono aperte a tutti, pedoni, ciclisti, triciclisti, pattinatori, skiroller, slegdogger ed anche a chi cammina… in carrozzina!! Nel suggerirne una per questo numero, ci rivolgiamo in particolare a questi ultimi perché, con la bella stagione, è venuto il momento di abbandonare gli spostamenti di piccolo cabotaggio, camera – salotto – cucina oppure casa – bar, per altri di ben più lunga gittata!
Ecco dunque, per giugno e luglio, il tratto da Lavis a Trento (ponte di San Lorenzo), della ciclabile, circa dieci chilometri, che attraversa l’intera provincia, da Salorno a Borghetto: percorso perfettamente piano, ben asfaltato e soprattutto, in tempo di afa e solleone, all’ombra del Soprasasso dalle due del pomeriggio in avanti. Per chi abita in città, consigliamo la direzione Lavis – Trento in modo da non dover tener conto in ogni momento dell’orologio per non mancare l’appuntamento con chi ci riporterà in città.
Batterie caricate al massimo, gomme ben gonfie, qualche genere di conforto in tasca ed un cellulare sono i prerequisiti indispensabili per mettersi in moto. A questo punto, con la macchina di un familiare o tramite il servizio di trasporto della Ruota oppure ancora con la ferrovia Trento – Malè, spostatevi a Lavis, appena di là del ponte sull’Avisio: la ciclabile passa di lì prima di infilarsi sulla passerella che porta dall’altra parte del fiume. Con cautela e ricordando che sulle ciclabili valgono le stesse regole delle strade normali, cominciate a dare corrente ai motori (oppure olio di gomito se siete in carrozzina manuale!).
Dopo due chilometri si entra nel biotopo dell’Avisio, un’area fitta di alberi, erbe lacustri, piccoli stagni e fossi appena tenuti in vita dalla poca acqua del fiume e densamente popolati da animali tipici della fauna alpina. Molte le panchine in questo tratto ed il consiglio è di farne uso: forse vi capiterà di scorgere un airone cinerino occupato a procurarsi cena o un falchetto a caccia di conigli selvatici…
Ripresa la marcia, per circa un chilometro la ciclabile è affiancata sulla sinistra dall’autostrada e il sordo rumore di fondo di auto, camion e pullman si fa sentire. Unico rimedio è volger lo sguardo dall’altra parte dove pulita, rinfrescante e veloce scorre l’acqua dell’Adige, appena ovattata dallo stormire di fronda di tanti alberi sull’argine.
Metà strada si incontra di fronte alla ex discarica di Ischia – Podetti, ormai rivestita di erba ed alberi di ogni genere che tra qualche decennio la integreranno nelle pendici del Soprasasso: in ogni caso un’occasione per meditare sull’ambiente!
Chilometro dopo chilometro la città si fa più vicina, preannunciata da rumore, capannoni, strade e case tirati su alla rinfusa e animati da gente stressata in continuo movimento in ogni direzione: il contrasto col biotopo non potrebbe essere più stridente!
Provvidenzialmente, dopo il ponte per Roncafort, l’autostrada piega verso il centrovalle allontanandosi di qualche centinaio di metri e per un paio di chilometri si procede tra alberi da frutto e l’ampio e verdissimo argine dell’Adige.
La prima uscita dalla ciclabile per la città, quartiere di Cristo Re, s’incontra appena passati sotto il ponte dell’autostrada. Chi, invece, intende continuare fino al ponte di San Giorgio e poi a quello di San Lorenzo stia attento perché questo tratto è molto frequentato e attraversa vie cittadine di grande traffico.
Qui la nostra gita domenicale o feriale può tranquillamente finire. Se è stata di vostro gradimento, appuntamento ad un altro giorno per andare verso Rovereto e Ala. Il tratto è praticamente speculare come tipologia di strada a quella percorsa fin qui: pochissimi dislivelli, asfalto buono e ben tenuto, nessun automobile, molti ciclisti e pedoni. Buon viaggio!!