Internet è ormai divenuta una realtà virtuale cui sempre più gente, dai ragazzi che scaricano a sbafo musica, a chi cerca di “chattare” col primo che trova, a chi la usa solo per lavoro (o per leggere pro.di.gio. on line!) guarda come ad un punto nodale della modernità.
Un mondo quello di Internet basato sulla “visualità”, cioè sulla capacità di interagire in tempo reale con le schermate del computer, cliccando su collegamenti, icone, foto, ecc. Un mondo da cui, per la loro stessa patologia, sembravano esclusi i ciechi.
In realtà un po’ alla volta, grazie a nuovi software e hardware, le cose sono andate cambiando ed è dello scorso ottobre la vera novità: l’associazione Braille Net dell’Università parigina di Jussieu (www.braillenet.jussieu.fr) ha lanciato un portale per ciechi “Vedere di più” presentandolo come il “cane d’accompagnamento” dei ciechi francesi sulla rete (www.voirplus.net).
Segnala ai non vedenti, tutte le novità sull’handicap visivo e sull’accessibilità alle informazioni di Internet: informazioni mediche, novità, associazioni, idee e nuove leggi.
Il portale collega tutte le associazioni iscritte a Braille Net, classifica i siti accessibili ai ciechi ed esprime un giudizio sulla loro chiarezza, fornisce informazioni di qualsiasi genere, anche personalizzate, ai suoi utenti e consente l’accesso a 1200 libri.
Insomma, si comporta come un sito per vedenti solo che i suoi contenuti, e quelli dei siti che classifica, sono accessibili anche ai non vedenti cioè traducibili in braille, la lingua che si legge con le dita, tramite un’interfaccia elettronica (che corrisponde allo schermo dei vedenti) connessa al computer, oppure riassunti tramite la sintesi vocale fornita da un navigatore specifico quale “Braille Surf 4” o un software d’accesso come “VisioBraille”.
Fino ad oggi navigare in Internet per i milioni di persone nel mondo con, a diversi livelli, difficoltà di vista è stato un problema: una specie di percorso di guerra. Non tutte le pagine sono infatti traducibili. A differenza dei vedenti, i ciechi non hanno una visione d’insieme dello schermo bensì ne hanno una sequenziale.
Pertanto, affinché un cieco possa capire come è organizzata la pagina servono titoli espliciti per ogni settore.
Silvie, una ragazza cieca, ha un pessimo ricordo dei suoi primi passi su Internet: «Siti inaccessibili e connessioni lente, un dramma» ma con le nuove tecnologie va meglio. Passa tutto il giorno a testare siti da inserire nel portale “Vedere di più”. Prima li fa analizzare da “Bobby”, un programma che va alla caccia degli elementi illeggibili del sito, poi verifica il risultato perché, ad esempio se una foto è descritta, ma la raffigurazione è fatta male oppure è troppo tecnica, Bobby non è in grado di accorgersene e quindi tocca a lei segnalarlo e decidere sul da farsi.
A seconda della leggibilità per i ciechi, Silvie e i suoi collaboratori danno i voti ad ogni sito, da una a quattro stelle e, ogni anno, una palma al migliore, andata quest’anno all’enciclopedia in linea di Hachette: per chi conosce il francese un vero pozzo di informazioni (www.arkhenum.com).
L’acquisizione e lo scambio di testi adatti e corretti è sempre stato difficile ai disabili dentro Internet.
In Italia, per ovviare alla difficoltà, sono sorti due siti, quello della fondazione Ezio Galiano (www.galiano.it), che ospita i testi scansionati e riveduti da singoli lettori disabili visivi e volontari e quello dell’Istituto “F. Cavazza” di Bologna.