Da Schumacher al “Riccardo che per le norme ha sempre riguardo” cantato da Gaber? Sembra questa la metamorfosi di molti automobilisti italiani dopo l’introduzione della patente a punti. Stando a polizia stradale e carabinieri, dal 1 luglio 2003 al 30 giugno 2004, gli incidenti sono diminuiti del 14,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno prima. Oltre ai 25mila scontri evitati, quasi mille morti e 23mila feriti come scomparsi! Aggiungiamo, noi di Prodigio, 230 para-tetraplegici e un centinaio di traumatizzati cranici gravi in meno. Nessuno saprà mai chi e dove siano ma di fatto sono ancora tra noi belli pimpanti. Il timore di perdere punti-patente ha costretto, infatti, tantissimi automobilisti a rigar dritto oltre ogni loro abitudine. Invero, se nel corso del luglio agosto ‘03 il crollo degli incidenti toccò il 22%, oggi si è attestato al 15 circa, un risultato pur sempre apprezzabile perché lo smorzarsi dell’effetto-novità nel tempo, faceva temere un possibile ritorno alla normalità degli anni pre-riforma. Le strade sono più sicure, dunque, pur se le cifre rese pubbliche dal ministero degli Interni parlano di una realtà ancora tragica: nell’ultimo anno 3.562 morti e 106mila feriti. Il rischio di rimanere vittima di un incidente è da noi due volte maggiore che in Svezia, Olanda o Regno Unito.
I dati della Motorizzazione ben spiegano l’effetto moderatore della nuova patente: in 12 mesi oltre 4 milioni i punti andati in fumo accompagnati da circa un milione di multe. Quasi 11mila crediti e 10 patenti a secco di punti ogni giorno! Recordman un ragazzo milanese di 23 anni: per una fuga a un posto di blocco, otto semafori rossi saltati, decine di sorpassi pericolosi, niente cintura di sicurezza né occhiali da vista e sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, gli sono volati via 117 punti. Il nostro, ahi lui tapino, aveva la patente da meno di cinque anni sicché la cifra è stata moltiplicata per due: totale 234! Ora non gli resta che la via della scuola guida e darsi una calmata: otto semafori rossi saltati potevano benissimo significare altrettanti possibili incidenti con morti, feriti, invalidi…
Sarà in buona compagnia, il meneghino: secondo i dati del Ministero delle Infrastrutture, 2.659 automobilisti hanno seguito i corsi di recupero – punti riuscendo a recuperarne 17mila. Rispetto al numero enorme relativo alle decurtazioni, 4 milioni e passa, sembrano pochini. Evidentemente i trasgressori preferiscono far conto su se stessi ripromettendosi, dopo un salasso per strada, di rigar dritto e rispettare il Codice per due anni consecutivi. In questo caso, per buona condotta, si vedranno restituiti tutti i crediti persi per strada.
I dati del ministero mettono ulteriormente KO ben radicati pregiudizi sulle donne alla guida: oltre l’80% dei punti è stato perso da maschi che, peraltro, sono solo il 58% (poco più della metà) di tutti i titolari di patente. Per quanto riguarda l’età, ventenni e trentenni risultano nettamente i più indisciplinati: quasi il 70% dei punti è stato tolto a loro. I 650 mila patentati minori di vent’anni, invece, detengono il primato negativo di punti persi per conducente. Con l’avanzare degli anni, le sanzioni calano costantemente, anche perché le patenti attive diventano meno numerose.
I trasgressori al codice stradale hanno perso punti prima di tutto per aver superato i limiti di velocità (tra i 10 e i 40 km/h), poi per non aver allacciato le cinture e, terzo posto, per essere passati col rosso, neanche fossero tori ad una corrida.
In ogni caso, la contrazione degli incidenti indotta dalle modifiche al Codice della Strada e dai piani antitraffico approntati da molti enti locali (e non ultimo per le prediche di Pino nelle sua campagna per la sicurezza in strada!), è stata una buona idea, non fosse altro che per quei mille Italiani ancora qui tra noi.