La prima guerra mondiale

Data: 01/08/03

Rivista: agosto 2003

Abbiamo vissuto in quest’ultimo anno, fortunatamente per noi soltanto in TV, un periodo di guerre, morte e distruzioni (Liberia, Irak, Cecenia, Afghanistan, Congo, Israele…) quasi trasformate dai mass media (cosa non si fa per l’audience…) in uno spettacolo pirotecnico (le esplosioni su Baghdad, i polveroni sollevati dai carri armati lanciati nel deserto, le scie dei missili lanciati dagli elicotteri) ben poco differente dalla realtà dei film di guerra o dei videogames. Non sono mancati vari Rambi e Rambetti che hanno tentato di risolvere la guerra da soli e sulle imprese dei quali non mancheranno di certo film e telefilm, naturalmente interrotti da spot pubblicitari che ci diranno qual è il dentifricio più adatto ai nostri denti, quale merendina fa ingrassare meno, il mare per vacanze dove le sdraio le danno gratis e via dicendo.

Poiché però la guerra è una cosa seria e quelli che nei telegiornali vediamo esanimi a terra sono morti davvero e non si rialzano appena il regista dà lo stop alla cinepresa, suggeriamo a chi ha soltanto immagine televisiva di queste vicende un libro in verità piuttosto grosso ma illuminante.

Si tratta de “La prima guerra mondiale”, un’opera sulla guerra che tramutò l’Europa da centro culturale, economico e industriale del mondo in una serie di staterelli divisi tra loro da odi smisurati e stritolati ormai tra due grandi potenze ideologiche: Stati Uniti ad ovest ed Unione Sovietica ad est. Non ne parliamo qui sotto un profilo storico e politico perché ormai sono passati novant’anni e quegli eventi sono stati superati da ben altri per gravità e per importanza nel determinare gli equilibri mondiali.

Ne parliamo perché, come in occasione della recente guerra contro l’Irak, pochi uomini ben pasciuti, seduti al caldo e rintanati nei loro comodi e ben difesi palazzi hanno deciso, se non per delirio personale, perlomeno per grandezza nazionale, difesa dell’onore della patria oppure orgoglio dinastico, il destino di milioni di uomini e di intere nazioni.

La guerra già nelle menti di costoro dall’inizio del secolo, scoppia per caso il 28 giugno 1914 quando a Sarajevo un nazionalista serbo, certo Gavrilo Princip, uccide l’arciduca Francesco Ferdinando erede al trono d’Austria. Da quel momento la frana dei cervelli inizia a rotolare senza trovare ostacoli: l’Austria manda l’ultimatum di 48 ore alla Serbia per la consegna degli assassini, la Serbia promette le indagini, la Germania dà il suo appoggio all’Austria, la Russia alla Serbia, Francia e Inghilterra cercano di calmare gli animi. All’ultimo minuto la Serbia accoglie la richiesta austriaca, l’Austria non la legge nemmeno e dichiara la mobilitazione. Mobilita la Russia, mobilita la Germania seguita da Francia e Gran Bretagna: gli stati maggiori degli eserciti si preparano sul terreno come in un grande Risiko: 40 divisioni qui, trenta là, 50 in riserva…

Gli estremi tentativi di pacificazione naufragano contro un “gli ordini sono già stati dati”. Così le truppe, cioè milioni di uomini (tra cui il nonno dello scrivente) lasciano a casa milioni di mogli, figli, padri e madri e muovono gli uni contro gli altri per scontrarsi in battaglie che lasciano sul campo fino a 770 mila morti (ed altrettanti feriti e mutilati) in un colpo solo (Verdun, primavera 1916).

L’autore stesso davanti a simili numeri è costretto a diventare cinico come quando parla di “poche migliaia di perdite” riferendosi a persone in carne e ossa cadute (morte a pezzi) per conquistare una collinetta. Oppure quando parlando di un incrociatore affondato da una mina descrive semplicemente il fatto con un “la nave si inabissò con i suoi due mila uomini di equipaggio”.

La guerra finirà nel 1918 con 10 milioni di soldati morti e sepolti in centinaia di cimiteri (per l’Italia si vada al sacrario di Re di Puglia, a quello di Rovereto o a quello austriaco di Lavarone) a monito di chi fosse intenzionato a fare altre guerre. Vi pare che sia servito?

La prima guerra mondiale, di Basil Liddell Hart. 1999 RCS Libri S.p.A. Milano. 604 pagine; 8,74 euro.

precedente

successivo