La ricerca del limite, falso eroismo

Data: 01/08/08

Rivista: agosto 2008

Tradito dal suo paracadute! Manuele Amadori, bresciano di 36 anni, esperto paracadutista e nome molto noto nel mondo del base jumping, è morto lo scorso 25 maggio durante un lancio da una terrazza di roccia sul Monte di Mezzocorona. 600 metri di salto, 500 in libera in dieci secondi prima di aprire il paracadute, che sono costati la vita al giovane sportivo. In quella triste occasione il Presidente di Prodigio ha voluto esprimere la sua opinione sulla vicenda tramite una lettera, apparsa anche sul quotidiano Trentino.

Fabrizio Masi


Mi unisco al cordoglio dei familiari di Manuele e di tutti gli sfortunati che lo hanno preceduto negli anni passati, allo stesso tempo però scaturisce in me un sentimento di rabbia. Raffronto la mia vita e quella di tanti altri disabili vittime di incidenti stradali a quella delle persone che cercano forti emozioni e scariche di adrenalina nella pratica di “sport” estremi. Stare in carrozzina da trent’anni ha fatto maturare in me un profondo senso di attaccamento e rispetto nei confronti della nostra esistenza, facendomi imparare ad apprezzare le piccole cose di ogni giorno, nonostante le notevoli difficoltà. Da anni organizzo incontri di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale con giovani studenti e cerco di trasmettere loro il rispetto e la sacralità della vita. Cercare di superare il limite, sia correndo in macchina, sia lanciandosi da una montagna alta 600 metri, fa emergere il vuoto spirituale che spesso banalizza la vita di oggi e spinge a deliri di onnipotenza da un lato e infelicità dall’altro. Non è necessario, a mio parere, vivere sempre “al massimo”, tra falso eroismo e incoscienza creando uno stile di vita che non è da imitare.

Un auspicio: che tutti coloro che vogliono mettersi veramente alla prova, si avvicinino a persone che nonostante impedimenti fisici, riescono a trasmettere la gioia di vivere ogni giorno, senza per questo ritenersi una categoria di serie “B”. Questa è la sfida “estrema”.

Giuseppe Melchionna, Presidente Associazione Prodigio

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