La ricerca dell’estremo

Data: 01/10/12

Rivista: ottobre 2012

L’ennesima tragica morte di un giovane che pratica base-jumping apre una dovuta riflessione.

In una società contemporanea dove il benessere è sostanzialmente diffuso, nonostante la recente crisi, la ricerca a tutti i costi delle sensazioni estreme e l’estasi per l’adrenalina porta a giocarsi in un attimo la vita stessa.

Un sospiro, il battito accelerato, un passo nel vuoto e un’esplosione dei sensi. Poi più nulla. Arriva l’elicottero e i soccorritori, la stampa e per un giorno non si parla d’altro, poi di nuovo nulla.

Ne valeva proprio la pena ?

Io ritengo che sport estremi come questo non prendano in dovuta considerazione il valore della vita. Certo uno è libero di decidere il proprio destino, ma bisogna considerare che in questo “gioco” sono comunque coinvolte altre persone, soccorritori, familiari, amici. Come nel caso di incidenti stradali dovuti alla velocità si tende sempre a trovare una spiegazione plausibile, dando magari la colpa alle condizioni esterne, dimenticandosi delle responsabilità personali. C’è chi come me e tante altre persone disabili e non, sa riconoscere e apprezzare i propri limiti, trovando in essi punti di forza e stimoli di benessere. Passeggiare in carrozzina, osservare un paesaggio, assaporare profumi e odori della natura permette di dare un senso alla propria vita nonostante le innumerevoli difficoltà.

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